Manifestazione autorizzata, ma… vietato parlare dal Castello: ai lavoratori Texprint negate le scalinate
MANIFESTAZIONE AUTORIZZATA, MA… VIETATO PARLARE DAL CASTELLO
Se si chiede a un pratese di immaginarsi una manifestazione, sicuramente la immaginerà in piazza della Carceri. Con gli oratori sulle scalinate del castello e gli striscioni appesi alle all’ingresso.
Da che Prato è Prato, in piazza delle Carceri si manifesta così. D’altronde la bellezza di quella piazza sta proprio in quel “palco naturale”.
Lo fanno i sindacati, i partiti, le associazioni, i commercianti, gli studenti. Ma per la Questura di Prato
non lo dovranno i fare i lavoratori della Texprint e tutti coloro che domani scenderanno in piazza al loro fianco... ci sono state notificate le prescrizioni alla manifestazione che “per motivi di ordine e sicurezza pubblica” dispongono il “divieto ad impegnare le pertinenze del Castello dell’Imperatore con particolare riferimento alle scale di accesso”.
Quali siano i motivi di ordine e sicurezza non è dato saperlo.
A differenza di sempre, inoltre, questa volta il Castello dell’Imperatore sarà anche chiuso ai visitatori causa DPCM.
Dopo le nostre immediate contestazioni la Questura ci aveva assicurato un passo indietro, convocandoci quest’oggi per la notifica di un nuovo atto in cui si acconsentiva a tenere il comizio sulle scalinate del Castello. In Questura, però, nessun atto formale e sostitutivo del divieto ci è stato consegnato. A detta dei funzionari dell’Ordine Pubblico, la scelta avverrà domani stesso in piazza e sarà comunicata oralmente da un funzionario sulla base di sconosciute valutazioni.
Tutto questo avviene mentre invece il Comune di Prato ha formalizzato la disponibilità a fornire l’energia elettrica per l’evento… dallo stesso Castello dell’Imperatore!
Varrebbe la pena interrogarsi sui motivi di questo divieto insensato. Se si trattasse di una stupida provocazione, è certo che questa non cambierà la natura di una manifestazione popolare e pacifica come abbiamo annunciato fin dall’inizio.
In questi tre anni di lotta abbiamo imparato ad affrontare le peggiori provocazioni con il sorriso sul volto e la determinazione ad andare avanti di chi sa di avere la ragione dalla sua. Lo faremo anche questa volta.
Ma per quale motivo le scalinate del Castello, secondo la Questura, dovrebbero essere precluse a questi lavoratori?
E’ per la loro tessera sindacale? O per la realtà vergognosa che denunciano? O perchè continua a dare fastidio la loro sacrosanta battaglia per i diritti?
Ad ogni modo, la manifestazione servirà anche a questo: ad affermare il diritto alla partecipazione alla vita democratica della città da parte di quelle migliaia di operai migranti che, fino ad ora nell’invisibilità, da anni reggono il peso dello sfruttamento nei capannoni del Macrolotto.
La Questura è sempre in tempo a ripensarci.
da Firenze
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