Questi genitori, dice il padrone,
devono fare una scelta: “che spesso viene fatta dando più importanza ad aspetti emotivi e ideali, piuttosto che
all'esame obiettivo della realtà.”
(http://www.huffingtonpost.it/2018/01/30/la-lettera-degli-industriali-agli-studenti-cari-ragazzi-fate-gli-operai_a_23347874/)
E per il presidente degli
industriali l’unica realtà a cui i giovani devono fare riferimento è quella
della fabbrica, anzi delle fabbriche del cuneese, per cui “la cosa più giusta
da fare” è “capire quali sono le figure che le nostre aziende hanno intenzione
di assumere nei prossimi anni e intraprendere un percorso di studi che sbocchi
in quel tipo di professionalità.”
Ed è preciso il nostro padrone: “Nel
2017 le aziende cuneesi nel loro complesso, presi in considerazione industria,
artigianato, commercio, agricoltura e servizi, hanno dichiarato di assumere
circa 40.000 nuovi lavoratori.” Che queste “dichiarazioni” alla fine non si
concretizzano per il presidente è un altro paio di maniche, così come lo sono la
crisi economica mondiale, la concorrenza tra i capitalisti, le aberranti
condizioni di salute e sicurezza degli operai…
“Di questi - continua - il 38%
sono operai specializzati, il 36% tecnici specializzati nei servizi alle
aziende, il 30% addetti agli impianti e ai macchinari. Il resto, marginale, sono gli altri ruoli
aziendali, che sebbene fondamentali ed irrinunciabili, occuperanno poche unità.”
E questi inviti, che più che altro sembrano dei ricatti, sono considerati addirittura
un dovere: “Il nostro dovere è quello di evidenziarvi questa realtà. Perché queste sono le persone che troveranno
subito lavoro una volta terminato il periodo di studi.”
Sapendo che qualche obiezione a questa “visione del mondo”
potrebbe venir fuori il padrone cuneese mette le mani avanti su questo “atteggiamento”:
“Un atteggiamento che potrete definire squisitamente razionale”… certo, è
abbastanza razionale per fare profitti per di più con manodopera che non vi
costa nemmeno un centesimo in formazione!
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