domenica 28 gennaio 2018

pc 28 gennaio - NAPOLI-POGGIOREALE: IERI, FUORI E DENTRO IL CARCERE UN SOLO GRIDO: "TUTTI LIBERI!"




Un presidio al carcere che non si vedeva da tempo.
Circa 150, compagni, compagne della mensa occupata di Napoli, giovani, donne, madri e amici dei detenuti, associazioni di volontariato, insieme a varie realtà in lotta contro la repressione e la inumana condizione carceraria venute da altre città: Milano, Taranto, Roma, Bari, ecc., hanno portato nella mattinata di ieri davanti al carcere di Poggioreale (e con alle spalle il Tribunale), con combattività una forte denuncia delle condizioni di tortura bianca con cui lo Stato tiene rinchiusi tantissimi giovani, proletari, donne, disoccupati... "colpevoli" per questo Stato di non essere stati alle "regole" di un sistema di classe che tiene in libertà, e nelle sue istituzioni, i grandi ladri legalizzati, i padroni assassini, i mafiosi, i fascisti... e incarcera chi si "arrangia" per sopravvivere; o chi è "colpevole" di essersi ribellato e aver lottato contro questo sistema; a questi vengono riservate doppie vessazioni, regime da 41bis, ecc., per paura che "contamino" gli altri detenuti e per "vendetta"  - l'esempio più evidente, denunciato da tanti compagni, è la situazione di Maurizio Alfieri, spostato da Poggioreale al carcere di Carinola, solo perchè aveva protestato contro le condizioni invivibili in questo carcere.
Tantissimi interventi si sono susseguiti uno dietro l'altro, senza interruzioni, per più di tre ore, sia delle realtà di compagni, compagne, associazioni presenti, sia dei familiari, delle madri dei detenuti, che a volte hanno letto le lettere dei loro figli che gridano rabbia, dolore, contro un carcere che è una condanna a vita, che lascia ammalare e rischia di far morire. Questa denuncia, insieme ad altri aspetti disumani della condizione carceraria è stata fatta pure dal prete del carcere, che ha anche sbeffeggiato i poliziotti che riprendevano (per denunciare i partecipanti al presidio...?).
Ma queste lettere dei detenuti e gli interventi delle madri hanno mostrato anche la forza, la determinazione di non mollare, il coraggio di continuare a lottare insieme dentro e fuori del carcere.
Gli interventi, gli slogan, le canzoni, ma anche in alcuni momenti i fuochi d'artificio, sono stati un filo continuo con i detenuti nel carcere, che per tutta la mattinata hanno cercato, sventolando stoffe, gridando anche loro da dentro le mura del carcere, di unirsi al presidio.

Noi siamo stati presenti con una delegazione da Taranto, del Srp e soprattutto di compagne del Mfpr che hanno portato, in particolare, la battaglia che si sta facendo per la liberazione, contro il 41bis, per Nadia Lioce.
Un rappresentante del 'Comitato di sostegno alla guerra popolare in India' ha portato l'appello e l'informazione sulla mobilitazione internazionale, in corso proprio il 26-27 gen., per la liberazione dei/delle prigionieri/e politici/che dell’India, del Prof. Saibaba.

Pubblicheremo questi interventi, accolti con interesse e approvazione, anche dai familiari dei detenuti.


Dopo il presidio, il buon pranzo offerto dai compagni presso la mensa occupata della Federico II ha permesso di continuare questa buona giornata. Un'assemblea, informale, infatti si è svolta nella mensa, in cui ogni realtà, soprattutto quelle esterne a Napoli, hanno potuto raccontare il lavoro nelle loro città sul terreno della lotta contro la repressione e portare proposte per altre iniziative unitarie per dare continuità anche organizzativa a questa rete di realtà.

In particolare, da parte delle compagne del Mfpr è stata proposta una assemblea a Napoli (nel quadro della campagna per Nadia Lioce "dai presidi, dalla raccolta firme alle assemblee in varie città) a marzo, in preparazione del prossimo processo a inizi di maggio; un'assemblea che ponga il legame tra la lotta alla condizione dei detenuti comuni, la repressione verso chi porta avanti lotte dei lavoratori, sociali, e la repressione verso i prigionieri politici rivoluzionari, come punta di iceberg (per lo Stato borghese) del "pericolo" della necessità, inevitabilità della rivoluzione per spazzare via questo sistema, esso sì "illegale".



Da parte di realtà di Milano, come Olga, "Pagine
contro la tortura" e di Roma, Napoli. è stata posta l'urgenza di una iniziativa/presidio per Maurizio Alfieri, soggetto a un pesantissimo trattamento persecutorio; un presidio da tenersi o al suo nuovo carcere di Carinola, o a Roma dove c'è chi decide queste linee persecutorie. 
Altre proposte, in particolare da Roma, sono state anche per affrontare meglio e più attrezzati problemi di avvocati, di cassa di sostegno, ecc.
L'assemblea informale si è chiusa con lo scambio di contatti.    


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