Pavia. antifascisti rischiano 35 anni di cella
Pavia, la questura elenca otto possibili reati contro i partecipanti al presidio dell’Anpi, compresa l’istigazione a delinquere
Un lungo elenco di accuse, che in caso di condanne (e prevedendo la
pena massima per ogni reato) costerebbero 35 anni di carcere a testa.
Sono otto le imputazioni per i partecipanti al presidio antifascista del
5 novembre denunciati dalla Digos e ora al centro di un’indagine della
procura, condotta dal sostituto procuratore Giulia Pezzino. L’elenco
degli indagati, composto da una cinquantina di nomi, non è stato reso
noto, ma diversi partecipanti alla manifestazione,organizzata dall’Anpi e
dalla rete antifascista, hanno presentato una richiesta alla procura
per sapere se risultano nella lista.
Insieme alla risposta sono state indicate anche le contestazioni e non
c’è solo, come prevedibile, l’accusa di manifestazione non autorizzata,
in relazione alla violazione del Testo unico delle leggi di pubblica
sicurezza. A questa contestazione si aggiungono infatti anche quelle di
resistenza, violenza e minacce a pubblico ufficiale (aggravata dalla
presenza di più di dieci persone radunate), fino all’istigazione a
delinquere.
Tra le accuse, poi, c’è anche l’oltraggio a pubblico ufficiale e a un
corpo amministrativo, politico o giudiziario dello Stato. Inoltre, gli
indagati sono accusati anche di istigazione a disobbedire alle leggi e
inosservanza dei provvedimenti dell’autorità,
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