lunedì 9 giugno 2014

pc 9 giugno - “Rubano tutti”… La Repubblica nei guai! CONDANNE per le masse popolari e CONDONI per la borghesia.

Il quotidiano la Repubblica, con a capo il suo fondatore Scalfari, come si sa, ha fatto una grande campagna elettorale per Renzi, e ne è rimasto soddisfatto.
Ma, “purtroppo” in questa Repubblica c’è qualcosa che non funziona, un giornale si occupa di notizie e quelle degli scandali di questi giorni non si possono nascondere più di tanto ed è per questo che La Repubblica di oggi, con tono nauseato, invita Renzi, il cui governo viene definito “sedicente”, “governo del cambiamento” a darsi una mossa, dice infatti Giannini: Non c'è bisogno di essere iscritti al fantomatico "partito delle manette", per esigere dal sedicente "governo del cambiamento" di Renzi una svolta nella lotta alla corruzione.”
E via con l’elenco “Rubano tutti. Sindaci insospettabili e governatori impresentabili. Magistrati delle acque e generali delle Fiamme Gialle. Grandi aziende appaltatrici e rampanti finanzieri veneti…”.
“Rubano tutti” non è corretto: tutti quelli che fanno parte della borghesia che dirige la Repubblica!, sarebbe più corretto!
E poi ancora uno sfogo: “La verità, purtroppo assai amara, è che al peggio non c'è più fine. E la politica - invece di evocare inutilmente "l'alto tradimento" dei mazzettari e di rinviare disinvoltamente le misure di contrasto - continua a blandire i mascalzoni.”
Questa repubblica non solo blandisce i mascalzoni, ma non li mette in galera neanche quando delinquono alla grande… E già, perché la borghesia mentre dice una cosa ne fa un’altra, per esempio quella, che fa arrabbiare Giannini in questo caso, è quella del rientro dei capitali all’estero.

Ci sono padroni e ricconi di ogni tipo che per pagare meno tasse o non pagarne affatto tengono illegalmente i soldi all’estero. Una manovra che prevede condanne perfino penali. Il governo di turno “ne viene a conoscenza” e invece di “permettere alla legge di fare il suo corso”, si inventa una nuova legge per la quale “Saranno esclusi dalla punibilità non solo le omissioni dichiarative, ma anche i reati di frode fiscale, oltre a tutti i reati di falso, dalla scrittura privata al falso pubblico, dalla distruzione di documenti al falso in bilancio.” Insomma CONDONA.
E Giannini prova a fare l’ironico: “Bene, no? Che c'è di più sano, se non incentivare gli imprenditori a re-investire sulle propria aziende in tempi di carestia industriale e occupazionale? Che c'è di più sensato, se non riportare in Italia i troppi miliardi fuggiti oltre confine e imboscati nei paradisi offshore? Peccato che, ancora una volta, siamo alla logica dei condoni e dei colpi di spugna.”
Peccato? Ancora una volta? È dallo scandalo della Banca Romana del 1893 che in Italia la borghesia si diverte a rubare, e non basta che Giannini faccia lo spiritoso per coprire queste vergogne, con frasi del tipo. “… E fessi anche noi, che abbiamo considerato uno scandalo lo Scudo fiscale di Tremonti. Non avevamo ancora visto lo Scudo stellare di Padoan.”

La “ricerca dell’onestà” del “partito” de La Repubblica non è possibile nel sistema del capitale che tanto gli piace.

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