Ma di cosa si sorprendono e si indignano. Nel sistema capitalista - che le varie "chiare saraceno, daniela del boca" si guardano bene dal mettere in discussione, e di cui gli "ichino" con la loro politica contribuiscono attivamente a sostenere - uomini e donne sono valutati come merce, come forza lavoro, e come merce vengono "pesate" economicamente. Nel sistema capitalista le donne sono considerate meno degli uomini, perchè sono considerate e messe in una condizione lavorativa, di vita inferiore, meno del 50% lavora e anche quando lavorano nelle stesse condizioni degli uomini sono in generale trattate peggio e pagate meno; per il sistema capitalista, il suo Stato, i suoi governi il lavoro domestico delle donne deve permettere di riprodurre la forza-lavoro (i cui costi per il capitalista già sono compresi nel salario che dà al lavoratore) e scaricare i servizi sociali, quindi il sistema capitalista non potrà/vorrà mai quantificare e pagare realmente il lavoro domestico.
Come dice Ichino: questa è la realtà.
Il film di Virzì ne ha dato una parziale rappresentazione, ma come si dice ha "scoperto l'acqua calda" - che è anche molto peggio per i proletari.
Questo è il sistema capitalista signore e signori! Vi dovrebbe indignare il "capitale umano" stesso, il sistema per cui vali se produci profitto per il capitale. E se vi sorprendete, se vi indignate, che aspettate a lottare contro? Noi proletari, comunisti, noi donne rivoluzionarie questo sistema vogliamo rovesciarlo!
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"Il capitale umano di ciascun
italiano equivarrebbe a circa 342mila euro",
dati diffusi dall’Istat in merito alla capacità di generare
reddito dei cittadini italiani, riferiti alle attività di mercato
dell’anno 2008. Tale media, però, non riguarderebbe le donne, il cui
valore pro-capite ammonterebbe a 231 mila euro, il 49% in meno
rispetto agli uomini. "Il differenziale è da mettersi in
relazione alle differenze di remunerazione
esistenti tra uomini e donne - spiega l’Istat - ma anche
al minor numero di donne che lavorano e al minor numero di anni
lavorati in media dalle donne nell'arco della loro vita”. "Se invece a questo si sommasse il lavoro invisibile e cioè quello di cura, la famiglia, i figli, la casa, ecco che ai 231mila euro si dovrebbero aggiungere altri ben 431mila euro di attività domestiche".
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