L'ultima offerta di Berlusconi: "Aspettare Strasburgo o è crisi"
Il Cavaliere ricorre alla Corte europea dei
diritti dell'uomo sulla retroattività della legge Severino. L'obiettivo è
far slittare l'esame della sua decadenza da senatore. "Vedremo domani
se i cosiddetti democratici puntano solo a eliminarmi politicamente"
di CARMELO LOPAPA
Altro che tentativo di portare su scala internazionale il "caso Berlusconi". La mossa quasi disperata è il Cavallo di Troia scagliato contro i portoni di Palazzo Madama per provare a condizionare i lavori della giunta presieduta da Stefàno e che ha ora in mano i destini del leader. Ottenere un rinvio in attesa che sia Strasburgo a pronunciarsi sull'esistenza o meno della presunta "persecuzione" ai danni del Cavaliere, nell'Italia delle "toghe rosse". Ingegneria legale messa a punto dal team Ghedini-Coppi-Longo. Ma mossa dal sapore e dalle finalità quasi esclusivamente politiche. "Vedremo a questo punto domani se i cosiddetti democratici hanno a cuore le ragioni del diritto o piuttosto puntano solo a eliminarmi politicamente, come hanno dimostrato finora", andava ripetendo Berlusconi a chi lo ha chiamato ieri. Dall'accelerazione o meno dei lavori in giunta farà dipendere l'accensione dell'interruttore di una crisi al buio, rischiosa innanzitutto per lui. E lo sa bene.
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