Ieri comizi, striscioni, volantinaggi, discussioni alla port. A dell'Ilva di Taranto
Ieri, all'uscita delle ore 15 e delle 16, alla port. A comizi,
striscioni e volantinaggi dello Slai cobas per il sindacato di classe.
Contro il licenziamento di Marco Zanframundo, per il suo rientro immediato in fabbrica;
contro il piano Riva/Bondi di ristrutturazione/tagli senza messa a norma.
Nei comizi abbiamo detto della necessità di una risposta di massa degli
operai a questo licenziamento, il cui significato riguarda tutti;
che Marco potrà essere riportato in fabbrica dalla mobilitazione in
qualsiasi forma degli operai e non dalle prese di posizioni, sia pur
utili, di consiglio comunale, vescovo, ecc.;
che occorre quindi una fermata di massa nella prossima settimana e
iniziative interne degli operai, anche attraverso una raccolta firme di
reparto che pretenda dai delegati e dai sindacati confederali che su
questo si muovano.
Attenzione tra gli operai e discussioni.
Dalle discussioni è emerso anche il lavoro sporco di confusione che
stanno facendo sindacalisti all'interno per celare la verità sul
licenziamento di Marco.
Lo Slai cobas ha rilanciato:
che si faccia e si chieda allora un'assemblea con la presenza di Marco
Zanframundo e degli operai del Mof, perchè possano informare gli operai
della vera situazione al Mof sulla mancanza di sicurezza e del fatto che
nulla è cambiato dalla morte di Claudio Marsella, dell'azione dei capi
(tra cui quello inquisito per la morte di Claudio Marsella) che è
peggiorata in questi mesi, delle resistenze che gli operai hanno dovuto
fare.
Nello stesso tempo, la denuncia del piano complessivo di Riva/Bondi e governo è sembrata, con le notizie arrivate in serata dei 1400 licenziamenti negli stabilimenti del nord, quasi una premonizione.
Purtroppo, una previsione facile - che i sindacati confederali nascondono o dicono ai loro "fidati" - che se non si dà una risposta unitaria contro padroni e governo, per la difesa di tutti i posti di lavoro, degli stipendi e della salute, coinvolgerà tra poco anche lo stabilimento dell'Ilva di Taranto
VOLANTINO DISTRIBUITO IERI ALL'INIZIATIVA ALLA PORT. A
MARCO ZANFRAMUNDO DEVE RIENTRARE CON
LA LOTTA UNITARIA DEI LAVORATORI - QUESTA LOTTA VA UNITA A QUELLA
PER UNA VERA SICUREZZA AL MOF E IN TUTTA LA FABBRICA E A QUELLA
CONTRO IL PIANO CHE BONDI PREPARA PER TUTTA L'ILVA CHE SARA' DI
RISTRUTTURAZIONE E TAGLI CON IL PRETESTO DELL'APPLICAZIONE DELL'AIA.
La lotta per far rientrare
Marco operaio del reparto MOF, attivista della USB - licenziato dopo
una catena di contestazioni e provvedimenti disciplinari allo scopo
di arrivare al licenziamento - è appena cominciata.
Al MOF, dopo la morte di
Claudio Marsella, la battaglia per la sicurezza non si è ancora
risolta. Capi di questo reparto sono inquisiti
ma restano al loro posto e invece MARCO VIENE LICENZIATO!
Con questo
licenziamento l'Ilva vuole dare un segnale di intimidazione a tutti
gli operai. Per questo il rientro di Marco è interesse di tutti gli
operai per difendere il loro diritto di alzare la testa e il diritto
alla sicurezza sul lavoro.
Tutte le OO.SS. devono
prendere posizione e fare la loro parte per il rientro di Marco, non
si può accettare questo vergognoso silenzio-assenso.
Ma tutti
gli operai devono fare la loro parte in
questa lotta che deve essere condotta in termini seri e giusti e non
alzando polveroni di 'scioperi ad oltranza' su tutto e il contrario
di tutto, ma allargando la partecipazione in tutte le forme.
E' positivo che consiglio
comunale e arcivescovo abbiano preso posizione, ma il rientro di
Marco è legato innanzitutto alla mobilitazione della fabbrica e
contestando in tutte le sedi il provvedimento. Dobbiamo vincere e non
darla vinta a padroni, capi e loro complici.
Serve la solidarietà
operaia e popolare con gli operai licenziati della Emmerre.
Questi operai devono
essere tutelati applicando la clausola sociale di continuità del
lavoro in caso di cessazione dell'appalto
Non
possiamo accettare che licenziano mentre altri arresti eccellenti
vengono fatti del comando occulto in fabbrica e altri soldi vengono
scovati del tesoro di profitti fatti sul sangue dei lavoratori e
della città. Non possiamo accettare che Bondi, per conto di Riva e
governo, prenda il pieno controllo della situazione e ristabilisca il
comando autoritario in fabbrica per attuare ristrutturazione e tagli
occupazionali, senza una reale messa a norma.
Lo
slai cobas fa la sua parte in questa lotta
nell'interesse
non di una sigla sindacale ma nell'interesse di tutti gli operai. Noi
siamo sempre unitari, gli altri invece o si fanno complici del
padrone o si fanno autopropaganda. In questa fabbrica deve avanzare
il sindacato di classe basato sui cobas altrimenti gli operai non
hanno niente né otterranno niente.
Nessun commento:
Posta un commento