Torino, centinaia in presidio sotto il carcere per Forgi e Paolo
Centinaia
di persone hanno partecipato questo pomeriggio al presidio indetto
sotto il carcere delle Vallette di Torino per portare solidarietà a
Forgi e Paolo, i due giovani No Tav arrestati una settimana fa mentre si
dirigevano verso la Clarea per un'iniziativa di lotta assieme a decine
di altri giovani universitari arrivati da tutta Italia per la settimana
'Valsusa, l'Università delle lotte'.
Dopo la convalida della detenzione in carcere avvenuta martedì per mano del Gip (che ha deciso di avallare l'impianto accusatorio messo in piedi dai Pm Padalino e Rinaudo, ormai protagonisti immancabili di tutte le ultime vicende giudiziarie contro i No Tav), subito era stato lanciato un appuntamento per non lasciare soli i No Tav e chiederne l'immediata liberazione.
Intorno alle 18 circa 300 persone si sono radunate nei pressi delle Vallette per poi spostarsi nel prato antistante il carcere, dal quale era possibile far arrivare la voce del presidio oltre le mura e raggiungere i No Tav arrestati.
Tanti gli interventi che si sono susseguiti da parte di amici, parenti e compagni di lotta di Paolo e Forgi, dai No Tav valsusini ai ragazzi e le ragazze della Verdi 15 Occupata, esperienze nelle quali entrambi si spendono attivamente da tempo; dal microfono sono stati lanciati messaggi di solidarietà e supporto non solo ai due No Tav ma anche agli altri detenuti del carcere. Calorosa e immediata la risposta dei detenuti che in tanti si sono sporti dalle inferriate delle finestre e hanno accolto con gioia la presenza delle centinaia di persone solidali presenti sul posto.
Nervoso e spropositato, invece, l'atteggiamento delle forze dell'ordine, che dall'inizio del presidio erano presenti in forza attorno al carcere; quando i No Tav hanno tentato di avvicinarsi alle inferriate per iniziare una battitura, hanno trovato l'intero perimetro della cancellata protetto da decine di metri di filo spinato, inserito probabilmente ad hoc dopo i recenti e numerosi presidi sotto le Vallette. Nonostante questo i celerini si sono immediatamente mossi continuando a spostarsi per impedire ai No Tav di avvicinarsi e rimanendo poi a presidiare l'area per tutto il tempo.
Intorno alle 20 il presidio si è sciolto con l'augurio di vedere presto i No Tav liberi; nel frattempo in tutta Italia si moltiplicano gli striscioni e le iniziative di solidarietà a Forgi e Paolo, a ribadire quanto la lotta No Tav abbia ormai da tempo oltrepassato i confini valsusini per diventare battaglia in difesa del futuro di tutti e tutte.
Dopo la convalida della detenzione in carcere avvenuta martedì per mano del Gip (che ha deciso di avallare l'impianto accusatorio messo in piedi dai Pm Padalino e Rinaudo, ormai protagonisti immancabili di tutte le ultime vicende giudiziarie contro i No Tav), subito era stato lanciato un appuntamento per non lasciare soli i No Tav e chiederne l'immediata liberazione.
Intorno alle 18 circa 300 persone si sono radunate nei pressi delle Vallette per poi spostarsi nel prato antistante il carcere, dal quale era possibile far arrivare la voce del presidio oltre le mura e raggiungere i No Tav arrestati.
Tanti gli interventi che si sono susseguiti da parte di amici, parenti e compagni di lotta di Paolo e Forgi, dai No Tav valsusini ai ragazzi e le ragazze della Verdi 15 Occupata, esperienze nelle quali entrambi si spendono attivamente da tempo; dal microfono sono stati lanciati messaggi di solidarietà e supporto non solo ai due No Tav ma anche agli altri detenuti del carcere. Calorosa e immediata la risposta dei detenuti che in tanti si sono sporti dalle inferriate delle finestre e hanno accolto con gioia la presenza delle centinaia di persone solidali presenti sul posto.
Nervoso e spropositato, invece, l'atteggiamento delle forze dell'ordine, che dall'inizio del presidio erano presenti in forza attorno al carcere; quando i No Tav hanno tentato di avvicinarsi alle inferriate per iniziare una battitura, hanno trovato l'intero perimetro della cancellata protetto da decine di metri di filo spinato, inserito probabilmente ad hoc dopo i recenti e numerosi presidi sotto le Vallette. Nonostante questo i celerini si sono immediatamente mossi continuando a spostarsi per impedire ai No Tav di avvicinarsi e rimanendo poi a presidiare l'area per tutto il tempo.
Intorno alle 20 il presidio si è sciolto con l'augurio di vedere presto i No Tav liberi; nel frattempo in tutta Italia si moltiplicano gli striscioni e le iniziative di solidarietà a Forgi e Paolo, a ribadire quanto la lotta No Tav abbia ormai da tempo oltrepassato i confini valsusini per diventare battaglia in difesa del futuro di tutti e tutte.
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