Il Movimento Cinque Stelle e
l’incultura democratica
Non dobbiamo
incontrare le parti sociali perché noi siamo le parti sociali.
Ed io sono Napoleone.
Ed io sono Napoleone.
Verrebbe da
rispondere così all’incultura democratica e politica di una saccente
cittadina neo onorevole che beneficiata e paracadutata, politicamente parlando,
dal megafono umano si ritrova in una sala del Parlamento a disquisire del
futuro del paese.
La natura
ideologica di una frase del genere ha un unico significato: non esistono e non
esisteranno corpi intermedi tra l’attività di governo (la politica) e il
popolo; non esiste nessuno che possa indirizzare, sensibilizzare o mediare i
diversi e talvolta contrastanti interessi dei cittadini o le istanze di loro
rappresentanze. Non esistono perché coincidono con noi.
E non si può
nemmeno dire che questa frase è estrapolata da un contesto scherzoso o
informale, come alcune frasi di Crimi sui giornalisti, che ne riducono portata
e significato vero riducendole a boutade e nulla più. Su quelle frasi si
fa gossip ma su una frase del genere detta in ambito istituzionale dove,
presumibilmente, si arriva preparati le parole e la loro concatenazione non
dovrebbero generare dubbi.
Il
significato ci riporta a periodi bui della storia e se questa cittadina,
onorevole Lombardi per la cronaca, la storia la conosce un poco dovrebbe
riflettere sui concetti che esprime.
L’unica
valutazione su una affermazione del genere riguarda un sillogismo lineare: se
il movimento riassume in sé parti e blocchi sociali, il bene di tali parti deve
coincidere con il bene del movimento. E quindi il bene del movimento è il
bene del paese..
In altre
parole una concezione totalitaria e pericolosa della vita sociale ed
economica di una nazione con l’aggravante della assoluta presunzione di
chi, rappresentando il 25% dei votanti, si arroga il diritto di parlare a nome
anche di chi non la ha votata.
Ora nella
fiera della immondizia politica a cui ci hanno abituati i molti e scadenti
personaggi delle passate legislature non vorrei che si aggiungessero anche
alcuni nuovi. Perché se è possibile ben sperare che l’incompetenza
istituzionale sia emendabile nel tempo, la mancanza di cultura e scienza
politica nei suoi fondamentali è disprezzo proprio per quei cittadini che si
crede di rappresentare.
Quando
si coniuga con l’arroganza, di cui la Lombardi pare maestra, è anche pericolosa.
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