Compagne,
aderiamo all'iniziativa da
voi promossa in Valle di Susa “No
Tav e giornata internazionale contro la violenza sulle donne”.
Crediamo
che la militarizzazione dei territori, per le donne, significa
spingerle a rinchiudersi in casa, dentro quelle case in cui avvengono
la maggioranza delle violenze sulle donne, sino alle uccisioni che,
in questo paese continuano a crescere. Ma, sopratutto è l'humus
reazionario, razzista e fascista che viene profuso a piene mani che,
nei confronti delle donne, si esprime come maschilismo e violenza.
L'abbiamo visto nel 2007 con l'uso strumentale dello stupro e
uccisione di Giovanna Reggiani per giustificare con l'uso strumentale
delle violenze sulle donne, il cosidetto pacchetto sicurezza;
l'abbiamo visto a L'Aquila, dopo il terremoto, un territorio in cui
la popolazione non poteva più muoversi, se non con pass,
riconoscimenti, veri e propri check-point, in particolare nelle
tendopoli, mentre si lucrava sulla ricostruzione, dove le donne sono
le prime a subirne gli “effetti” come lo stupro e il tentato
omicidio da parte di un militare dell'operazione “Aquila sicura”
della studentessa davanti la discoteca di Pizzoli, dimostra. Lo
vediamo da anni in Valle di Susa, dove all'opposizione popolare per
un'opera inutile, che distrugge un'intero territorio, una comunità
si risponde con repressione, militarizzazione.
La militarizzazione dei territori porta con sé la desertificazione delle città, un cambiamento nella vita, nella socialità, un imbarbarimento delle relazioni, in primis uomo-donna.
Ma, sempre, abbiamo visto che, sempre, le donne sono state le prime, più determinate ad opporsi, a lottare, a rispondere in prima persona.
La militarizzazione dei territori porta con sé la desertificazione delle città, un cambiamento nella vita, nella socialità, un imbarbarimento delle relazioni, in primis uomo-donna.
Ma, sempre, abbiamo visto che, sempre, le donne sono state le prime, più determinate ad opporsi, a lottare, a rispondere in prima persona.
L'abbiamo visto nel 2007, con la grandiosa manifestazione nazionale- “non in nostro nome” pacchetto sicurezza; a L'Aquila con l'invasione della zona rossa, dopo che è venuta alla ribalta lo sciacallaggio sul terremoto degli avvoltoi di turno; lo vediamo quotidianamente in Valle di Susa.
Per questo riteniamo importante questa iniziativa, ci trova d'accordo lo spirito di voler dare risalto ed importanza a vicende che hanno valenza simbolica importante per le donne. Per questo, già da ora, in questo comunicato di adesione, proponiamo di costruire a L' Aquila, per ciò che simbolicamente rappresenta, una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne.
Movimento femminista proletario rivoluzionario
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