Dopo tanta fiction, finalmente una pagina di verità per il Ministro del Lavoro Fornero: niente più lacrime compassionevoli, ma una bella classica dose di repressione.
Alla Mostra d’Oltremare di Napoli in scena il vertice italo-tedesco: si parla di apprendistato come formula per uscire dalla crisi.
Nella città della disoccupazione e del lavoro nero, il corteo organizzato in fretta e furia per contestare il vertice, è determinato a far arrivare forte e chiara la propria voce.
Il corteo parte alle ore 12.00 da P.zza San Vitale a Fuorigrotta: sfilano le scuole occupate in lotta contro gli accorpamenti, gli studenti universitari, i disoccupati, gli operatori sociali, i precari del progetto BROS. Al corteo arriva la notizia che il Ministro Cancellieri ha annullato la visita in Val di Susa per timore delle contestazioni promesse dal Movimento No Tav, vengono amplificati dal camioncino i messaggi che attraverso la rete arrivano dai lavoratori dell’Irisbus e degli operatori del Call Center di Roma Almaviva.
La Fornero intanto si misura con un nuovo genere: la fantascienza.
Dichiara che “Bisogna puntare sull'apprendistato, che vuol dire apprendere, perchè a volte quando si esce dalla scuola e si va in un'azienda, si può avere un momento di difficoltà se non si sono fatte esperienze”.
Al corteo è chiaro che si tratta di ennesimo fumo negli occhi: l’apprendistato non ha nulla a che fare con giovani inesperti che si avvicinano al mondo del lavoro per “apprendere”. L’apprendistato che vogliono i Ministri è quello che serve alle aziende per tenere anni i lavoratori a condizioni contrattuali peggiori con la promessa-minaccia di una stabilizzazione che (forse) non arriverà mai. Intanto tutti a capo chino…
Chi è fuori in strada lo sa: dopo poche centinaia di metri di corteo, arrivando il più vicino possibile al luogo in cui si svolgeva il super-blindato vertice, gli studenti iniziano a piangere per i tantissimi lacrimogeni sparati, anche dai tetti: uno studente è colpito in faccia da un lacrimogeno sparato ad altezza d'uomo. Quello che è certo è che il corteo, ricompattato dopo le prime cariche, è “costretto” a dirigersi verso la Questura: sono stati cinque i fermi, pestati per bene dagli agenti della DIGOS (giusto per fargli "perdere" il vizio di protestare...), tutti rilasciati nel pomeriggio, due denunciati a piede libero.
Nel frattempo, giusto per non farci mancare nulla, anche un altro tabu veniva sfatato: gli studenti messi in fuga dalla carica della polizia e dai lacrimogini, si sono recati presso la facoltà di ingengneria... La polizia di tutta risposta ha lanciato larimogeni nel cortile dell'università e gli agenti della DIGOS, insieme a quelli in antisommossa, sono entrati in facoltà per provare a portare via qualche manifestante.
Per loro, i giovani devono bersi le favolette made in Bocconi, l’unità nazionale, il paese stretto intorno ad un progetto comune, l’uscita dalla crisi, i sacrifici per tutti.
Per noi l'unica certezza è quello che vogliamo: che a pagare non siano i lavoratori, gli studenti, i disoccupati, gli immigrati.
Non saranno certo nemmeno queste cariche a farci cambiare idea e l'ammutinamento dalla "stessa barca" è sempre l'unica soluzione.
Che i sacrifici li facciano i padroni!
Ci vediamo nei prossimi giorni... stay tuned (anche su facebook)
martedì 13 - ore 15:30 - Facoltà di ingegneria
Assemblea pubblica e conferenza stampa (per decidere il proseguo della mobilitazione)
mercoledì 14 - ore 9:30 - Piazza del Gesù
CORTEO
Nella città della disoccupazione e del lavoro nero, il corteo organizzato in fretta e furia per contestare il vertice, è determinato a far arrivare forte e chiara la propria voce.
Il corteo parte alle ore 12.00 da P.zza San Vitale a Fuorigrotta: sfilano le scuole occupate in lotta contro gli accorpamenti, gli studenti universitari, i disoccupati, gli operatori sociali, i precari del progetto BROS. Al corteo arriva la notizia che il Ministro Cancellieri ha annullato la visita in Val di Susa per timore delle contestazioni promesse dal Movimento No Tav, vengono amplificati dal camioncino i messaggi che attraverso la rete arrivano dai lavoratori dell’Irisbus e degli operatori del Call Center di Roma Almaviva.
La Fornero intanto si misura con un nuovo genere: la fantascienza.
Dichiara che “Bisogna puntare sull'apprendistato, che vuol dire apprendere, perchè a volte quando si esce dalla scuola e si va in un'azienda, si può avere un momento di difficoltà se non si sono fatte esperienze”.
Al corteo è chiaro che si tratta di ennesimo fumo negli occhi: l’apprendistato non ha nulla a che fare con giovani inesperti che si avvicinano al mondo del lavoro per “apprendere”. L’apprendistato che vogliono i Ministri è quello che serve alle aziende per tenere anni i lavoratori a condizioni contrattuali peggiori con la promessa-minaccia di una stabilizzazione che (forse) non arriverà mai. Intanto tutti a capo chino…
Chi è fuori in strada lo sa: dopo poche centinaia di metri di corteo, arrivando il più vicino possibile al luogo in cui si svolgeva il super-blindato vertice, gli studenti iniziano a piangere per i tantissimi lacrimogeni sparati, anche dai tetti: uno studente è colpito in faccia da un lacrimogeno sparato ad altezza d'uomo. Quello che è certo è che il corteo, ricompattato dopo le prime cariche, è “costretto” a dirigersi verso la Questura: sono stati cinque i fermi, pestati per bene dagli agenti della DIGOS (giusto per fargli "perdere" il vizio di protestare...), tutti rilasciati nel pomeriggio, due denunciati a piede libero.
Nel frattempo, giusto per non farci mancare nulla, anche un altro tabu veniva sfatato: gli studenti messi in fuga dalla carica della polizia e dai lacrimogini, si sono recati presso la facoltà di ingengneria... La polizia di tutta risposta ha lanciato larimogeni nel cortile dell'università e gli agenti della DIGOS, insieme a quelli in antisommossa, sono entrati in facoltà per provare a portare via qualche manifestante.
Per loro, i giovani devono bersi le favolette made in Bocconi, l’unità nazionale, il paese stretto intorno ad un progetto comune, l’uscita dalla crisi, i sacrifici per tutti.
Per noi l'unica certezza è quello che vogliamo: che a pagare non siano i lavoratori, gli studenti, i disoccupati, gli immigrati.
Non saranno certo nemmeno queste cariche a farci cambiare idea e l'ammutinamento dalla "stessa barca" è sempre l'unica soluzione.
Che i sacrifici li facciano i padroni!
Ci vediamo nei prossimi giorni... stay tuned (anche su facebook)
martedì 13 - ore 15:30 - Facoltà di ingegneria
Assemblea pubblica e conferenza stampa (per decidere il proseguo della mobilitazione)
mercoledì 14 - ore 9:30 - Piazza del Gesù
CORTEO
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