La notizia buona come riportano i giornali è che ieri “è
arrivata la firma dell'atteso decreto salva esodati, che riguarderà 55 mila
lavoratori da accompagnare alla pensione e tra questi anche i 640 di Termini
Imerese.
La prima notizia cattiva, è che si parla dell’uscita di
scena definitiva dell’azienda produttrice di auto Dr Motor e quindi non sembra
sbloccarsi la ricerca di un produttore di auto affidabile visto che la Dr Motor
comunque fino ad ora non scioglie il nodo dell’accordo definitivo con la cinese
Chery che a sua volta fa sapere di essere disponibile ma di volere un partner
affidabile.
Il governo da parte sua tramite l’amministratore di
Invitalia fa sapere che continueranno a cercare “un nuovo produttore auto in
tutto il mondo, non solo nell'Unione europea che soffre di un eccesso di
capacità produttiva. Ci sono contatti continui in corso ma vogliamo aspettare
che le novità siano consolidate prima di fare annunci".
Certo il decreto permetterà, come prevedeva l’accordo, con
l'uscita di scena dei seicento operai, l'autorizzazione del secondo anno di
cassa integrazione straordinaria per il 2013 per le tute blu ex Fiat, oltre che
un altro anno di tempo per cercare un nuovo produttore disposto a rilevare la
fabbrica.
E questa è la notizia che consideriamo “cattiva” nel senso
che con la concessione della cassa integrazione per un altro anno non ci sarà
quasi sicuramente un impegno costante e diretto degli operai affinché sia l’ex
Fiat ma nell’insieme l’area industriale di Termini Imerese continuino ad essere
una presenza industriale importante, dato che i cosiddetti “scenari
alternativi, e cioè l’insediamento altre aziende previste dall'accordo di
programma, Lima, Biogen e Newcoop, e di altri ingressi che il governo sta
valutando non potranno mai raggiungere la quantità di operai che ci sono stati
in tutti questi anni.
I sindacati confederali continuano a fare solo chiacchiere
lasciando costantemente, come hanno fatto in tutti questi anni, nelle mani di
altri, del governo e delle varie amministrazioni pubbliche, il destino degli
operai e quindi seguono una via senza uscita.
Un nuovo giro di incontri è previsto tra governo e sindacati
per metà del prossimo novembre: agli operai, in vista della fine dell’anno e
delle prospettive per il rilancio industriale, il compito di far sentire sul
serio la propria voce ma soprattutto la propria forza.
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