giovedì 4 ottobre 2012

pc 3-4 ottobre - sbirri assassini - La 'superperizia' conferma: Stefano Cucchi fu pestato


Scoperte sul corpo di Stefano Cucchi varie fratture alla colonna vertebrale. I tecnici confermano finalmente quanto la famiglia e l'avvocato denunciano da tempo: il giovane romano fu pestato. Da chi?


Ci sono voluti anni di denunce, manifestazioni, appelli, ma alla fine anche i periti hanno confermato quanto la famiglia di Stefano Cucchi aveva denunciato inascoltata fin da quando il ‘repartino’ dell’Ospedale Sandro Pertini di Roma aveva restituito il corpo senza vita del giovane romano.

Bastava guardare il cadavere straziato del ragazzo arrestato pochi giorni prima per spaccio per capire che contro di lui qualcuno si era accanito con un pestaggio in piena regola. I segni delle botte erano più che evidenti. Eppure affinché anche la magistratura ne prendesse atto la famiglia e i legali hanno dovuto combattere una dura battaglia, approdata ieri ad un prima ma importante risultato.

Sul corpo di Stefano Cucchi - morto il 21 ottobre del 2009 e sottoposto nelle scorse settimane ad una nuova ‘superperizia’ ordinata dalla Corte d’Assise di Roma - sono state riscontrate quattro fratture, delle quali tre recenti e compatibili con dei calci.

Grazie ad una tac e ad altre analisi, i tecnici dell’istituto di Medicina Legale dell'Università degli studi di Milano nominati dalla Corte d'assise di Roma, hanno riscontrato in particolare varie lesioni gravi nella parte bassa della colonna vertebrale del 31enne romano: due fratture della vertebra L3 – una vecchia e una recente – ed un’altra sulla L4, quest’ultima mai emersa durante le evidentemente perizie superficiali realizzate finora. Sui risultati della nuova perizia non ci sono state polemiche, come era accaduto in passato. Alla riunione sull’inchiesta si sono trovati d’accordo sull’interpretazione sia i periti nominati dal giudice, sia i consulenti di parte e i legali della famiglia Cucchi.

L’avvocato Fabio Anselmo e la famiglia si dicono ora soddisfatti, ma anche amareggiati per il fatto che per dimostrare tecnicamente ciò che era da subito sembrato evidente ci siano voluti anni e così tanta fatica, evidentemente per bypassare tentativi diretti e indiretti di boicottare e depistare un’indagine che a questo punto dovrà individuare – e punire – i responsabili del pestaggio. "Sono molto triste" ha detto Ilaria Cucchi, "i nuovi esami ci dicono quanto possa aver sofferto Stefano: i pm riflettano o forse diranno che quelle fratture mio fratello se l'è procurate dopo la morte?". "Quanto sta emergendo", continua, "rende sempre più chiaro che, come ripetiamo da sempre, il pestaggio sul corpo minuto di Stefano è stato determinante per la sua morte, un'evidenza che si tenta di negare con energia e ogni mezzo, tanto che siamo costretti a divulgare via via le notizie sul procedimento giudiziario anche per evitare che si continui a gettare fango fino ad adombrare la nostra onestà". Ilaria Cucchi punta il dito sui consulenti della Procura, in particolare il professor Paolo Arbarello: "Si erano prodigati a sostenere che mio fratello sarebbe morto anche a casa sua e non certo in seguito a un'aggressione, ma alla fine si è scoperto che la lesione sulla quale avevano eseguito i loro esami era quella sbagliata perché vecchia di sei anni; non riesco a crederci".
La prossima udienza del processo che vede imputati alcuni sanitari e alcune guardie penitenziarie è prevista per il 17 ottobre nel'aula bunker del carcere di Rebibbia. C'è da sperare che i risultati della nuova perizia imprimano una svolta e permettano l'individuazione finalmente l'individuazione dei responsabili della morte di Stefano Cucchi.

Nessun commento:

Posta un commento