giovedì 4 ottobre 2012

pc 3-4 ottobre - a scuola da marchionne .. non ci vogliamo andare - da napoli CAU

A scuola da Marchionne: ecco come il MIUR punta sui giovani


Ormai siamo ad uno stadio avanzato: "non c'è trucco, non c'è inganno", ma non c'è nemmeno un illusionista. La notizia scovata qualche giorno fa su Il Tempo è paradigmatica nella sua autentica brutalità. La FIAT lancia, con la collaborazione del Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, il progetto "FIAT likes U": "Fiat mette a disposizione un servizio di car sharing gratuito e accessibile online; 8 borse di studio da 5.000 euro per tesi di laurea legate al mondo automotive e 8 stage retribuiti in azienda, oltre a promozioni speciali per gli universitari che acquisteranno una vettura Fiat a tassi super agevolati per i laureati con lode".
Marchionne, come sempre, si dimostra all'avanguardia e, a braccetto con Profumo, si sarà fatto grasse risate ripensando ai tempi in cui ancora cercavano modi per introdurre privati nel CdA delle università. In questo caso, forse per vivacizzare, hanno pensato di fare il contrario: far entrare l'università nell'azienda, mettendo quest’ultima in condizione di poter selezionare ed estrarre dal mucchio di studenti di 8 atenei italiani, quelli più adatti alle loro esigenze, inquadrarli, fideizzarli, e accompagnarli nel meraviglioso mondo Fiat. Le borse di studio, infatti, saranno assegnate ai "più bravi" tra quelli che faranno una tesi sul settore automobilistico, secondo uno scambio mercantile tra studente ed azienda. Puoi comprare la borsa di studio vendendogli la tua tesi, puoi avere promozioni speciali in omaggio se compri un'auto e meritarti tassi super agevolati se sei talmente bravo da preparagli una tesi, e quindi un potenziale avanzamento, da 110 e lode.

Ma in che direzione stiamo andando?
Stiamo viaggiando verso gli Usa e verso le università costruite direttamente dalle grandi aziende? Pensiamo di no: ci sembra, piuttosto, che si tenda a perfezionare il sistema che prevede università pubbliche, ma che rispondano nel modo più preciso possibile alle esigenze delle aziende, che si preoccupino di fornire facilmente e soprattutto GRATUITAMENTE a queste ultime manodopera docile, sottopagata e che, soprattutto, non dimostrerà problemi nell’identificare i propri interessi e quelli della collettività con quelli dell’azienda.

E in che cornice si inquadra questo progetto "Fiat likes U"? Da un lato abbiamo l'onnipresente "meritocrazia" servitaci in tutte le salse, vero e proprio punto cardine attorno al quale, ormai da anni, si costruisce la cornice ideologica indispensabile per sferrare attacchi ogni volta più duri e decisi ad un’università che è sempre meno luogo di formazione libera, critica ed accessibile a tutti. La retorica del merito, della competitività, dell’arrivismo esasperato, che ormai permea completamente i discorsi dei media mainstream e dei nostri politici,  si è dimostrata non essere altro che la maschera dietro la quale si cela la santificazione della legge del più forte in una società in cui, mentre scompaiono diritti, tutele e servizi sociali, le differenze di classe si rendono ogni giorno più evidenti, spietate ed impossibili da tenere nascoste. Dall'altro lato abbiamo l'altrettanto onnipresente "produttività" tirata in ballo di recente proprio in un'intervista in cui Monti si è espresso sulla dannosità dello Statuto dei lavoratori. Ed ecco il vero contatto tra mondo della formazione e quello del lavoro! Il connubio meritocrazia-produttività secondo cui i tuoi diritti non sono più "universali", ma vanno meritati, anzi comprati e secondo cui per poter essere studente prima e lavoratore modello poi, devi essere disciplinato, disposto a farti sfruttare di più e rinunciare ai tuoi diritti. Meritocrazia e produttività altro non sono che due facce della stessa medaglia: quella dello sfruttamento che non si pone limiti perché risponde semplicemente al paradigma della “crescita”, ossia del profitto a tutti i costi. Un esempio concreto e di cui si sta parlando in questi giorni, è il caso della FIAT in Serbia: turni massacranti, stipendi da fame, contratti che violano la legge serba sul lavoro e che, a prescindere da questo, annullano la dignità dei lavoratori.

Non è la prima volta in cui ci troviamo a dire che Marchionne "fa scuola": è stato sempre considerato un’avanguardia del padronato che avvicina il capitalismo made in Italy a quello nord europeo e statunitense, e così si è dimostrato. Non ci aspettavamo, però, di doverla prendere alla lettera e di doverci recare da lui per la tesi di laure

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