sabato 6 ottobre 2012

pc 5-6 Ottobre- La rabbia degli studenti in piazza contro il governo Monti


Ieri 5 ottobre gli studenti delle scuole superiori sono scesi in piazza in numerose città italiane, da Milano a Palermo.
L'autunno di lotta si è finalmente acceso e sembra essere partito con buoni propositi. Un autunno caldo che già dal primo appuntamento in piazza ha visto la partecipazione combattiva di studenti che non si sono fermati neanche davanti alle gravi provocazioni della polizia e hanno colpito  luoghi-obiettivo e con parole d'ordine non indifferenti.
Rivendicazioni non puramente studentesche (come quella contro la riforma sull'istruzione che taglia i fondi alle scuole pubbliche, per una scuola libera dalle logiche dell'aziendalismo) ma che si sono allargate a quelle lavorative, e al rifiuto che a pagare gli effetti di questa crisi siano i proletari, i lavoratori e le masse popolari, contro la casta e in alcune città come Palermo gli studenti hanno posto in piazza la critica alle elezioni e ai partiti istituzionali.

A Roma alcuni cortei sono partiti in diversi punti della città per poi concentrarsi in un unico corteo, puntando al ministero della Pubblica Istruzione,  poi bloccato dalle forze dell'ordine. Gli studenti vengono caricati a Porta Portese dalla polizia che rispondono con lancio di oggetti.  Alcuni giovani  vengono trascinati a terra,minacciati con un manganello puntato alla gola e poi identificati in questura. Il corteo dopo essersi sciolto lascia l'appuntamento a giovedì prossimo per un'assemblea cittadina. Quattro gli agenti di polizia contusi.

A Milano le parole d'ordine sono “contro la mercantilizzazione del sapere” e “no alla privatizzazione della scuola pubblica”: un'agenzia San Paolo viene riempita di volantini e scritte e la sede SIAE colpita con fumogeni. Alcuni feriti e cariche ingiustificate all'arrivo del corteo formato da centinaia di studenti in prossimità del palazzo della Regione. «Alcuni di noi sono caduti e sono stati travolti», dice un manifestante. La città viene messa sotto controllo dagli elicotteri delle forze dell'ordine.
Ma Romano La Russa (Pdl), dice che il corteo è formato solo da finti studenti facenti parte di organizzazione di estrema sinistra, “per deturpare e mettere a soqquadro un'intera città”. E la risposta di Formigoni è “dobbiamo tirare la cinghia tutti in questo momento di crisi in cui le risorse scarseggiano”!

A Torino pesanti cariche e studenti finiti in ospedale. La repressione poliziesca è molto accesa nel capoluogo piemontese per la presenza della Fornero (che poi non si è presentata), di Fassino e del ministro Profumo al nuovo campus universitario “Einaudi”: quartiere militarizzato e forte tensione nell'aria. Al tentativo degli studenti di forzare il cordone di polizia, partono cariche infuriate. Il corteo non si scioglie alla prima carica dei poliziotti ma continua per diverso tempo per infastidire i presenti all'interno dell'università. Al termine della manifestazione gli studenti tengono un'assemblea e concludono con un sit-in durante il quale vengono bruciate fotografie di Monti, Profumo, Fornero, Cota e Fassino, oggetto di slogan durante tutta la giornata.

A Palermo circa 2000 studenti scendono in piazza. Tra slogan come “noi la crisi non la paghiamo”, “siete bravi solo a tagliare”, cartelli contro il governo Monti, alcuni slogan contro la Digos presente in piazza. Al termine della manifestazione gli studenti sono giunti al palazzo della regione sotto il quale i giovani, con lo striscione “nessuna fiducia nella casta”, hanno bruciato  tessere elettorali affermando che alle prossime elezioni regionali gli studenti non voteranno nessun partito perché non bisogna dare nessuna fiducia a chi scalda poltrone e appesantisce le condizioni economiche degli studenti, delle famiglie.
A Pisa gli studenti attaccano la camera del commercio, alcune banche e nel momento in cui il corteo si dirige al palazzo del comune, gli studenti trovano il cordone della polizia a difesa del palazzo. Momenti di tensione tra le due parti.

E' importante e da sottolineare come l'astensionismo al voto sia diffuso anche tra i più giovani che non credono più nel “meno peggio” bensì hanno  le idee chiare sulla realtà della politica istituzionale. Il movimento studentesco non è qualunquista e ha dimostrato di essere politicizzato a livello nazionale, slegato da partiti istituzionali e sindacati confederali che vanno a braccetto con i padroni ed il governo; gli studenti hanno tenuto alto il livello di scontro nei punti focali delle città fronteggiando la forte repressione poliziesca.
Sbirri che si accaniscono contro studenti dai 14 ai 18 anni in maniera indescrivibile, che si accaniscono in coppia o in “tripletta” contro uno studente inerme. E' questa la scena in tutte le città in cui i cortei hanno forzato i cordoni delle forze dell'ordine, scena che si ripete per ogni movimento studentesco nei momenti più caldi della lotta ma che dà pienamente idea dell'attacco fascista di cui  l'istruzione, come il settore lavorativo, della sanità ecc è vittima.
E' positivo l'elemento “contro il governo” di questo movimento studentesco, vedi le fotografie bruciate a Torino e l'attacco ai vari palazzi.

E' con queste parole d'ordine e con queste rivendicazioni che si allargano all'esterno del singolo settore dell'istruzione che è possibile legare le lotte studentesche alle lotte dei lavoratori, precari, disoccupati, degli operai nelle fabbriche a livello nazionale. E' quel passo in avanti che i vari movimenti devono fare per una combattività e un terreno di lotta che puntino a una mobilitazione di lunga durata e che possa fronteggiare con più grandi numeri gli effetti nefasti della crisi capitalista e la classe borghese artefice dell'attacco alle masse proletarie.

Sdlp

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