Ieri 5 ottobre gli studenti delle scuole superiori sono
scesi in piazza in numerose città italiane, da Milano a Palermo.
L'autunno di lotta si è finalmente acceso e sembra essere
partito con buoni propositi. Un autunno caldo che già dal primo appuntamento in
piazza ha visto la partecipazione combattiva di studenti che non si sono
fermati neanche davanti alle gravi provocazioni della polizia e hanno colpito luoghi-obiettivo e con parole d'ordine non
indifferenti.
Rivendicazioni non puramente studentesche (come quella
contro la riforma sull'istruzione che taglia i fondi alle scuole pubbliche, per
una scuola libera dalle logiche dell'aziendalismo) ma che si sono allargate a
quelle lavorative, e al rifiuto che a pagare gli effetti di questa crisi siano
i proletari, i lavoratori e le masse popolari, contro la casta e in alcune
città come Palermo gli studenti hanno posto in piazza la critica alle elezioni
e ai partiti istituzionali.
A Roma alcuni cortei sono partiti in diversi punti della
città per poi concentrarsi in un unico corteo, puntando al ministero della
Pubblica Istruzione, poi bloccato dalle
forze dell'ordine. Gli studenti vengono caricati a Porta Portese dalla polizia
che rispondono con lancio di oggetti.
Alcuni giovani vengono trascinati
a terra,minacciati con un manganello puntato alla gola e poi identificati in
questura. Il corteo dopo essersi sciolto lascia l'appuntamento a giovedì
prossimo per un'assemblea cittadina. Quattro gli agenti di polizia contusi.
A Milano le parole d'ordine sono “contro la
mercantilizzazione del sapere” e “no alla privatizzazione della scuola
pubblica”: un'agenzia San Paolo viene riempita di volantini e scritte e la sede
SIAE colpita con fumogeni. Alcuni feriti e cariche ingiustificate all'arrivo
del corteo formato da centinaia di studenti in prossimità del palazzo della
Regione. «Alcuni di noi sono caduti e sono stati travolti», dice un
manifestante. La città viene messa sotto controllo dagli elicotteri delle forze
dell'ordine.
Ma Romano La Russa (Pdl), dice che il corteo è formato solo
da finti studenti facenti parte di organizzazione di estrema sinistra, “per
deturpare e mettere a soqquadro un'intera città”. E la risposta di Formigoni è
“dobbiamo tirare la cinghia tutti in questo momento di crisi in cui le risorse
scarseggiano”!
A Torino pesanti cariche e studenti finiti in ospedale. La repressione
poliziesca è molto accesa nel capoluogo piemontese per la presenza della
Fornero (che poi non si è presentata), di Fassino e del ministro Profumo al
nuovo campus universitario “Einaudi”: quartiere militarizzato e forte tensione
nell'aria. Al tentativo degli studenti di forzare il cordone di polizia,
partono cariche infuriate. Il corteo non si scioglie alla prima carica dei
poliziotti ma continua per diverso tempo per infastidire i presenti all'interno
dell'università. Al termine della manifestazione gli studenti tengono
un'assemblea e concludono con un sit-in durante il quale vengono bruciate
fotografie di Monti, Profumo, Fornero, Cota e Fassino, oggetto di slogan
durante tutta la giornata.
A Palermo circa 2000 studenti scendono in piazza. Tra slogan
come “noi la crisi non la paghiamo”, “siete bravi solo a tagliare”, cartelli
contro il governo Monti, alcuni slogan contro la Digos presente in piazza. Al
termine della manifestazione gli studenti sono giunti al palazzo della regione
sotto il quale i giovani, con lo striscione “nessuna fiducia nella casta”,
hanno bruciato tessere elettorali
affermando che alle prossime elezioni regionali gli studenti non voteranno
nessun partito perché non bisogna dare nessuna fiducia a chi scalda poltrone e
appesantisce le condizioni economiche degli studenti, delle famiglie.
A Pisa gli studenti attaccano la camera del commercio,
alcune banche e nel momento in cui il corteo si dirige al palazzo del comune,
gli studenti trovano il cordone della polizia a difesa del palazzo. Momenti di
tensione tra le due parti.
E' importante e da sottolineare come l'astensionismo al voto
sia diffuso anche tra i più giovani che non credono più nel “meno peggio” bensì
hanno le idee chiare sulla realtà della
politica istituzionale. Il movimento studentesco non è qualunquista e ha
dimostrato di essere politicizzato a livello nazionale, slegato da partiti
istituzionali e sindacati confederali che vanno a braccetto con i padroni ed il
governo; gli studenti hanno tenuto alto il livello di scontro nei punti focali
delle città fronteggiando la forte repressione poliziesca.
Sbirri che si accaniscono contro studenti dai 14 ai 18 anni
in maniera indescrivibile, che si accaniscono in coppia o in “tripletta” contro
uno studente inerme. E' questa la scena in tutte le città in cui i cortei hanno
forzato i cordoni delle forze dell'ordine, scena che si ripete per ogni
movimento studentesco nei momenti più caldi della lotta ma che dà pienamente
idea dell'attacco fascista di cui
l'istruzione, come il settore lavorativo, della sanità ecc è vittima.
E' positivo l'elemento “contro il governo” di questo
movimento studentesco, vedi le fotografie bruciate a Torino e l'attacco ai vari
palazzi.
E' con queste parole d'ordine e con queste rivendicazioni
che si allargano all'esterno del singolo settore dell'istruzione che è
possibile legare le lotte studentesche alle lotte dei lavoratori, precari,
disoccupati, degli operai nelle fabbriche a livello nazionale. E' quel passo in
avanti che i vari movimenti devono fare per una combattività e un terreno di
lotta che puntino a una mobilitazione di lunga durata e che possa fronteggiare
con più grandi numeri gli effetti nefasti della crisi capitalista e la classe
borghese artefice dell'attacco alle masse proletarie.
Sdlp
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