lunedì 1 ottobre 2012

pc 1 ottobre - Elezioni regionali in Sicilia, i candidati corrono per la poltrona... o per la galera?


Subito dopo le dimissioni di Lombardo, la campagna elettorale per le regionali in Sicilia è partita in modo molto confuso perché dato che si tratta di una corsa alla poltrona (un vero concorsone con circa 1700 concorrenti) il problema dei partiti è con chi allearsi e come prendere voti!
I politici, che dopo giri e rigiri di casacche hanno infine trovato le combinazioni giuste, sono stati però disturbati dalla necessità, diventata ancora più urgente dopo gli scandali delle varie regioni dal Lazio alla Lombardia... di attenersi ad un “codice etico”, elaborato dalla Commissione parlamentare antimafia, e cioè i candidati dovrebbe essere “candidi” abbastanza da poter permettere di fare delle “liste pulite” come le chiamano.
Apriti cielo! E come si fa? Si sono chiesti: quasi impossibile, tanto che alcuni hanno pensato bene di fregarsene del codice e, infatti, la frase che indica esattamente come stanno le cose è quella di Musumeci, esponente de La Destra di Storace, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione: "Faccio il pane con la farina che ho a disposizione". E che farina, tutta del suo stesso sacco!

Micciché, ex pupillo di Berlusconi, fondatore di Grande Sud, adesso alleato di Lombardo, altro candidato alla presidenza della Regione, lo prende immediatamente in parola e candida l'incandidabile Franco Mineo, indagato per intestazione fittizia, usura e peculato, la cui sincerità va però apprezzata; dice infatti Mineo in una intercettazione: “Il centro [Caput Mundi] deve continuare a produrre voti, non è che ti posso mandare 300 mila euro l'anno e non sapere che minchia succede...”
D'altronde tutti questi “siciliani” ci tengono alla tradizione e ai loro nomi.
Facciamo l'elenco de più noti riportato da La Repubblica di ieri:



a Ragusa è tornato in campo nella lista del Pid-Cantiere Popolare un volto noto ai siciliani: l'ex presidente della Regione Beppe Drago, condannato in via definitiva a tre anni per l'utilizzo improprio dei fondi riservati di Palazzo d'Orleans.

a Messina numero due nella lista del Pdl è il sindaco uscente Giuseppe Buzzanca, che invoca "l'oblio " per la vicenda che l'ha visto coinvolto, visto che ha ottenuto la "riabilitazione": è stato condannato a sei mesi per peculato.

a Siracusa può rimanere capolista nella lista di Fli-Nuovo Polo per la Sicilia Mario Bonomo. Deputato uscente ex Api, indagato nella vicenda per le mazzette nel fotovoltaico che ha portato all'arresto di Gaspare Vitrano, ex esponente del Partito democratico adesso a giudizio.

A Palermo per il Pdl corre Salvino Caputo, condannato a due anni (pena sospesa) per abuso d'ufficio e falso: quando era sindaco di Monreale avrebbe evitato il pagamento di alcune multe a un assessore e all'autista del vescovo.

Una condanna a quattro mesi per violenza privata (commutata in una multa) ce l'ha anche il capolista del Pdl a Trapani, l'ex sindaco di Trapani Mimmo Fazio.

a Catania per il Cantiere popolare correrà Santi Catalano, "riabilitato" dopo un patteggiamento per abuso edilizio ".
Con lui in lista Mimmo Rotella, ex assessore regionale condannato a due anni e tre mesi per falso in bilancio.

Aspirante governatore Cateno De Luca, alle prese con un processo per abuso d'ufficio e falso per una vicenda che risale a quando era sindaco di Fiumedinisi.
A Ragusa numero due nella lista del Partito dei siciliani è Riccardo Minardo, arrestato per pochi giorni e adesso a giudizio per truffa per una vicenda che riguarda l'utilizzo anomalo dei fondi europei.

A Catania, il capolista del Partito dei siciliani è Giuseppe Arena: "Ho avuto in primo grado una condanna a 2 anni e 9 mesi per falso ideologico per una vicenda assurda - dice - per aver cioè approvato il consuntivo del Comune di Catania, nonostante tutti i pareri favorevoli".
Nella stessa lista Fabio Mancuso, finito per qualche giorno ai domiciliari e indagato adesso per bancarotta.

A Siracusa capolista è Giuseppe Gennuso, coinvolto in un'inchiesta su autorizzazione per l'apertura di Sale Bingo ("Ma non ho nemmeno un avviso di garanzia ", dice).

a Caltanissetta ecco Pino Federico, alle prese con una vicenda giudiziaria per voto di scambio.

ex sindaco di Alcamo, Giacomo Scala [Pd] alle prese con un processo per abuso d'ufficio e tirato in ballo per un'altra vicenda che riguarda reati più gravi, come la truffa. In realtà Scala per quest'ultima vicenda non è nemmeno indagato: "Non è mai stato raggiunto da un avviso di garanzia, probabilmente c'è un esposto anonimo alla Procura - dice il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo - e in base alla nostra carta dei valori e al codice etico Scala è candidabile ".

Elio Galvagno a Enna, deputato uscente adesso nella lista Crocetta: "Sono indagato da anni per reati che riguardano la gestione dell'Ato rifiuti, ma non sono stato mai rinviato a giudizio".

Ma come si fa a pensare che questi si possono candidare?

È vero che dal parlamento, alle regioni, provincie e comuni sono a migliaia i delinquenti a piede libero che si spacciano per politici e chiedono il voto! Ma come si fa? E i proletari e le masse popolari saranno chiamati anche questa volta a partecipare a questa farsa, anche se su questo fronte le buone notizie non mancano, (in continuità con le ultime elezioni amministrative) dato che un sondaggio ha stimato in 2.000.000 il numero degli elettori che non hanno intenzione di votare!

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