La stima (in difetto) è dell'Osservatorio nazionale amianto. Tra i vari casi quello di un asilo del Livornese in cui tracce della sostanza cancerogena sono state trovate anche sui grembiulini dei bambini. Intanto a Torino Guariniello ha aperto un'inchiesta sulle decine di casi di mesotelioma tra i docenti della provincia di Torino
In Italia
sono ancora oltre 2.400 le scuole con presenza di amianto, dopo
20 anni dalla messa al bando. Le persone coinvolte, secondo l’Osservatorio
Nazionale Amianto, sono oltre 30mila: i ragazzi, i docenti, i bidelli, il
personale amministrativo. La stima è in difetto, chiarisce l’Ona, che fotografa
la situazione drammatica in cui versano gli istituti scolastici. “Questa cifra,
già di per sé spaventosa – spiega Ezio Bonanni, presidente
dell’osservatorio – è una stima ‘prudente’ e soprattutto non si calcolano i
rischi, altrettanto gravi, per le scuole situate vicino ad altri edifici in
amianto. La presenza di questo materiale altamente nocivo è distribuita in
percentuali più o meno simili tra le regioni italiane”.
“Il 6 giugno
è stata presentata un’interrogazione parlamentare in seguito ad una nostra
sollecitazione – dichiara Bonanni – evidenziando alcuni esempi drammaticamente
emblematici che dimostrano l’estrema gravità della situazione ed anche la
totale assenza delle istituzione nella risoluzione dei singoli casi”. Come già abbiamo
raccontato sul Fattoquotidiano.it la Iarc (International Agency
For Research On Cancer) ha certificato che qualsiasi tipo di amianto è
pericoloso e non c’è
una soglia al di sotto della quale non ci sia rischio ma in Italia i casi di
esposizione all’amianto sono spaventosamente numerosi e particolarmente gravi.
Come la
vicenda di una scuola materna di Nibbiaia, una frazione collinare immersa nel
verde di Rosignano (in provincia di Livorno) dove, qualche mese fa, è stata
rilevata la presenza di amianto nel giardino dell’asilo e perfino
nei grembiulini dei bimbi, come accertato dopo un campionamento effettuato nel
dicembre 2011 (la scuola poi è stata chiusa). O come l’istituto scolastico religioso “Villa
Flaminia”, a Roma, che si trova vicino ai capannoni in eternit di una ex
caserma. I genitori degli alunni che frequentano l’istituto hanno denunciato la
pericolosità di quasi 25mila metri quadri di cemento-amianto che coprono i
fatiscenti capannoni di proprietà dell’Agenzia del demanio. Ad oggi,
nonostante siano passati molti anni, nonostante un pronunciamento in merito del
Tribunale di Roma, “non risulta che l’amianto sia stato rimosso, in quel sito
come in migliaia di altri siti d’Italia” si legge nell’interrogazione
parlamentare della senatrice Dorina Bianchi, Pdl (ex Margherita, Pd e
Udc), membro dell’Ona. Recentemente, l’Ona ha sollevato anche il problema della
presenza di amianto nelle caserme, tra le quali quelle della Guardia di
finanza. Un’attenzione particolare quindi “si impone anche per tutelare la
salute dei militari, che le stellette non proteggono certo dal cancerogeno
amianto” denuncia Bonanni.
Tutto questo
mentre il pm Raffaele Guariniello ha avviato delle indagini in ordine a
decine di casi di mesotelioma tra i docenti della provincia di Torino e “si può
stimare in via prudenziale che ogni anno circa un centinaio di docenti muoiano
per colpa dell’amianto nelle scuole”, spiega Bonanni. Di amianto si continua a
morire in Italia (circa 5mila vittime l’anno) con patologie terribili che
possono sorgere anche dopo 30-40 anni.
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