sabato 7 aprile 2012

pc 7 aprile - RIFORMA MONTI/FORNERO: CHE NOIA LE DONNE DI 'SE NON ORA QUANDO'.

Se il governo Fornero/Monti dovesse ricevere dalle donne le innocue puntualizzazione delle esponenti del Comitato promotore di "Se non ora quando" sulla riforma del lavoro, potrebbe dormire sonni tranquilli.
Per fortuna non è così da parte di operaie, lavoratrici, precarie, disoccupate che anche in questi giorni stanno scendendo in lotta contro un governo che in materia di lavoro e di diritti sta attuando rapidamente una politica di smantellamento e di attacco che a questi livelli neanche Berlusconi aveva fatto. Ma si sa non sono queste donne il riferimento preferito dalle dirigenti di Snoq...
Per le esponenti di Snoq "il testo licenziato dal governo è significativo", solo che ha fatto poco e doveva fare di più per le donne... Solo chi - e sono parecchie nelle strutture nazionali di Snoq, anche se si spacciano per 'femministe' - ha gli occhi tappati dalla sua appartenenza al PD, alla parte più di destra della Cgil di Camusso, dalla sua classe borghese, dal suo vero interesse: quello di entrare nelle stanze che contano, può non vedere e denunciare come questa riforma del mercato del lavoro, se passa, sarà drammatica nei suoi effetti e per le donne lo sarà non solo in termini di lavoro, di reddito, ma di generale peggioramento in termini di vita, di condizione di discriminazione, di oppressione, di peso della famiglia. Altro
che questo governo non ha fatto niente, sta facendo tanto ma contro!
Tutti i contratti precari, che precarizzano ogni giorno l'esistenza, e che
riguardano soprattutto le donne, restano. Dove vedono le Snoq "l'rrigidirsi delle norme sulla flessibilità in entrata"? La riforma porterà sempre più all'impossibilità del contratto a Tempo Indeterminato, a maggior ragione per le donne che faticheranno come e più di prima a trovare anche uno straccio di lavoro precario, mentre non troveranno nessuno ostacolo ad essere cacciate dal lavoro.
L'attacco all'art.18 con il licenziamento per "motivi economici", come si pensa che verrà usato verso le donne? Con questo attacco i casi delle operaie dell'Omsa diventeranno decine e decine, visto che tra i motivi economici c'è la "chiusura dell'attività produttiva"; Così come tante operaie, soprattutto delle grandi fabbriche, a partire dalla Fiat, saranno le prime ad essere mandate a casa perchè, tra i motivi economici, vi è l'introduzione di macchinari per risparmiare lavoro; o saranno cacciate le operaie ammalate, invalidate sul lavoro, quelle con Ridotte Capacità Lavorative causato dallo sfruttamento sul lavoro e dal doppio lavoro in casa; quali "norme che scoraggiano le "dimissioni in bianco", potranno ostacolare licenziamenti che ora le aziende potranno fare "regolarmente" liberati dall'art.18?
La cancellazione di fatto del'art.18 permetterà anche alle grandi aziende di fare licenziamenti collettivi (che comunque devono rispettare una procedura e rispettare le norme antidiscriminatorie, sulla partità, ecc.), camuffandoli come licenziamenti individuali per motivi economici.
Le esponenti di Snoq nulla dicono su tutto questo. Sembrano quelle che, mentre tutto intorno crolla, chiedono che un piccolo scalino sia rafforzato. Si crucciano perchè "Monti... aveva fatto sperare in un vero rinnovamento del Paese attraverso l'ingresso massiccio delle donne nel mercato del lavoro..." -
Ma quando mai!? Solo loro ci potevano sperare...
Che noia sono queste!

Occorre, invece, costruire una seria e dura lotta nazionale delle donne contro il governo Monti/Fornero. A partire dal collegare le realtà di lotta giè esistenti, dalle precarie della scuola di Milano alle precarie di Palermo, alle operaie della Fiat, alle disoccupate di Napoli e Taranto, ecc. ecc.


IL COMUNICATO del Comitato Promotore Nazionale Se non Ora Quando?

Riforma del Lavoro: nulla di significativo per le donne. Il testo licenziato dal Governo è significativo e può essere valutato in molti modi. Noi del movimento Se Non Ora Quando lo guardiamo dal punto di vista delle donne e vediamo che però ben poco di significativo è stato fatto per loro. La ministra del Lavoro potrà forse dire che l’irrigidirsi delle norme sulla flessibilità in entrata le favorisce e che sono state reintrodotte norme che scoraggiano le dimissioni in bianco. Noi sappiamo però che l’occupazione delle donne aumenterà soltanto se ci sarà una ripresa degli investimenti, e che questa ripresa deve includere investimenti privati e pubblici nel welfare. Avevamo chiesto che per questo venisse usato il risparmio ottenuto innalzando l’età pensionistica delle donne. Non ne vediamo traccia.
Le poche disposizioni previste per il lavoro femminile sono aggiunte ad un testo cui manca, nel suo complesso, la prospettiva trasversale di gender mainstreaming dettata dall’Unione Europea. Le stesse misure antidiscriminatorie, come la reintroduzione di norme che scoraggino le dimissioni in bianco o di sostegno – come i voucher –, si rivolgono in prevalenza a chi ha un lavoro dipendente, escludendo di fatto le giovani che lavorano a tempo determinato con contratti e collaborazioni precarie.
Per le dimissioni in bianco, in particolare non ci convince che l'eventuale
reato commesso sia derubricato a ILLECITO amministrativo e risolto con un
risarcimento. Le misure sulla maternità e i congedi parentali ci paiono invece del tutto insufficienti. Il segnalino alle donne, rappresentato dal congedo parentale
sperimentale per i padri, non può essere considerato una conquista consistente e ci appare come un provvedimento innocuo e quasi offensivo. Servono misure più forti per una vera politica di parità. Diciamo perciò al Presidente del Consiglio Monti che quando ha esordito nel presentare il suo governo al Senato aveva usato parole e accenti che avevano fatto sperare in un vero rinnovamento del Paese attraverso l’ingresso massiccio delle donne nel mercato del lavoro e nella cittadinanza piena. Il governo avrebbe in tal caso fatto di se stesso l’artefice-protagonista di una vera, grande innovazione politica, questa sì in grado di allineare l’Italia all’
Europa. Così non è stato e l’occasione è andata perduta. Così non va, non va, professor Monti, l’Europa è ancora ben lontana.

Comitato Promotore Nazionale Se non Ora Quando?

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