venerdì 30 marzo 2012
pc 30 marzo - Capua: contestazione a Napolitano
Capua: contestazione a Napolitano
Che Napolitano non fosse più portatore di quella sacralità e di quel consenso largo che sembrava avere nella fase di transizione dalla caduta di Berlusconi al governo Monti, sembrava chiaro già da un po. Il 30 gennaio bolognese, con la dura contestazione e le cariche della polizia durante la consegna di una laurea ad honorem al presidente della Repubblica da parte dell’Università di Bologna, ha rappresentato sicuramente l’inizio di un importante tendenza. A Bologna seguì un’altra dura contestazione, stavolta in una Sardegna messa in ginocchio dalla crisi. In quel giorno, l’esigenza di Giorgio Napolitano di difendersi affermando “non sono il presidente delle banche” è stato il chiaro segnale di come quelle contestazioni avevano colpito nel segno, smascherando così il ruolo estremamente politico, e quindi per nulla super partes come si vorrebbe far credere, del presidente.
Ed è proprio in questo quadro che si pone l’ennesima contestazione subita dal “presidente delle banche” a Capua (Ce) da parte di centri sociali e comitati ambientali. Proprio a Capua, nel bel mezzo di Terra di Lavoro, quella che una volta era la “Campania Felix”, un territorio ormai massacrato dalla speculazione, dal disastro ambientale e messo in ginocchio dalla crisi, con uno dei tassi di disoccupazione più alto del paese e migliaia di casse integrazioni. “Abbiamo pagato lo ‘sviluppo’ non pagheremo la crisi” recitava uno degli striscioni. A fronte di una speculazione edilizia senza precedenti e di un massacro del territorio e dell’ambiente che da decine di anni dura imperterrito, sempre spacciato come sviluppo e fonte di lavoro, esattamente come per la Tav in Valsusa, ci sembra davvero calzante.
La contestazione di oggi in opposizione al governo Monti-Napolitano si pone all’interno di una quadro di crisi drammatico per tutta Terra di Lavoro che vede giorno per giorno sempre più aziende chiudere i battenti. Una lotta che va anche in questo caso a saldarsi con la difesa dei beni comuni, in un territorio che da anni vede la sua popolazione battersi contro un’emergenza rifiuti perenne imposta dall’alto. E proprio a Capua si combatte un’altra dura battaglia contro l’ennesimo eco-mostro, un mega gassificatore da 90000 tonnellate che il presidente della provincia Zinzi, con la complicità di molti sindaci, vorrebbe istallare su quel territorio.
Queste sono le tendenze che ci piacciono, le tendenze che vanno nella giusta direzione.
Di seguito il comunicato dei comitati:
La città di Capua ha ospitato il presidente della Repubblica Napolitano per l’inaugurazione della riapertura del Museo Campano. L’ennesima passerella istituzionale priva di qualsiasi contenuto e dal carattere puramente demagogico.
Una Capua tirata a lucido per l’evento, teatro di una scena surreale, con strade completamente ripulite dai cumuli di spazzatura che per mesi avevano fatto da cornice al paesaggio. Una Capua blindata. Una Capua che, nonostante ogni tentativo repressivo,CONTESTA!
Centri sociali,associazioni, studenti e comitati ambientali hanno accolto la possibilità per far fronte compatto e gridare a gran voce il NO al gassifigatore che l’amministrazione comunale in pieno collasso economico, ha deciso,senza alcun consenso della cittadinanza, di ospitare nel proprio territorio in un luogo non molto lontano dal centro abitato. L’ennesimo attacco ad un territorio già martoriato frutto di uno scellerato Piano Rifiuti, il quale ha come vero fine, non il trattamento assennato del rifiuto solido urbano, ma una spregiudicata politica speculativa. Un ecomostro che viene presentato come l’unica soluzione di quell’emergenza rifiuti imposta dall’alto dal connubio di tra politica e cosche camorristiche.
Senza alcuna distinzione di sorta, sia a livello locale che nazionale, le istituzioni si presentano distanti dal Paese reale; lo stesso Napolitano si è fatto mezzo propulsore di quello che possiamo considerare a tutti gli effetti il governo delle banche, scaraventando tutta la penisola nella morsa delle politiche di austerity, lasciandola nelle mani di chi decide di “optare” per una riforma del lavoro atta a smantellare l’art.18,ovvero l’ultima pallida forma di diritto del lavoratore.
Lo stato crescente di disagio ha innescato il dilagare di una presa di coscienza collettiva, ed ha promosso la solidarietà di molti dei presenti a Capua nella giornata di ieri, i quali hanno spontaneamente iniziato ad intonare gli slogan dei contestatori, conferendo maggior forza alle loro parole perchè frutto di un’espressione popolare ancor più ampia. Ovviamente non è tardato l’esilarante tentativo di uno sparuto gruppo di tesserati PDL, che sentendo il fastidio di una contestazione cittadina che parlava di un NO assoluto al gassificatore sponsorizzato dal loro partito, hanno messo in scena una misera provocazione, immediatamente spenta dal consenso che decine di passanti hanno espresso alla manifestazione.
Centri sociali, associazione e comitati ambientali
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