Intervista a un compagno del Partito (maoista) Comunista d’Afghanistan
D: puoi fornirci il retroterra storico di base e una presentazione del P(m)CA?
Il P(m)CA si è costituito nel 2004 come risultato dell’unificazione di alcuni gruppi rivoluzionari. Quando gli imperialisti hanno invaso l’Afganistan nel 2001 le forze maoiste compresero che per opporre una forte resistenza comunista all’occupazione occorreva lavorare insieme.
D: come si rapporta la vostra organizzazione alla situazione attuale in Afganistan?
L’idea del nostro partito è che attualmente subiamo un’occupazione imperialista in un paese dal carattere semifeudale. C’è una guerra di resistenza contro questa occupazione imperialista ma essa è diretta principalmente dagli islamici. Il nostro partito, il P(m)CA, finora non è stato attivo nella lotta armata allo stesso livello dei talebani o delle altre fazioni islamiche, ma siamo fortemente presenti nelle altre forme di resistenza all’occupazione. Siamo stati in grado di diffondere propaganda ideologica, in alcune realtà abbiamo formato organizzazioni di studenti, donne e lavoratori contro la presenza dell’occupazione imperialista.
D: allora che cosa comporta l’occupazione per una persona comune che vive in Afganistan, perché è un problema?
Beh, per una cosa: occupazione significa guerra ed una guerra reazionaria quella che va avanti contro il popolo del paese. un’occupazione è necessariamente oppressiva: perché ci sia un’occupazione occorre opprimere, questa è la sua caratteristica fondamentale. Il regime fantoccio instaurato dagli imperialisti, formato dalla classe borghese compradora, è anch’esso un regime molto oppressivo. Risultato di questa situazione è che molti contadini in tutto il paese sono stati costretti ad abbandonare le loro case e i villaggi, perché l’occupazione ha trasformato la loro vita in miseria.
Non va dimenticato inoltre il costo ambientale di questa guerra di occupazione. Finché dura questa guerra, le armi che gli imperialisti stanno usando contro il popolo stanno avvelenando l’acqua e le terre del paese. Ci sono già molte inchieste che denunciano che, per effetto della devastazione ambientale prodotta dalla guerra, i bambini nascono deformi, l’incidenza del cancro e la mortalità infantile sono aumentate. Dunque la guerra sta distruggendo completamente la vita del popolo, distruggendo l’ambiente.
Ma è anche vero che dall’occupazione una parte molto ristretta della popolazione tra lauti benefici. Quanti sono al servizio dell’occupazione nei diversi modi, ad esempio i membri del governo fantoccio o delle ONG, hanno una vita decente, ma le masse popolari soffrono immensamente.
D: Una delle giustificazioni del’'invasione e occupazione dell'Afghanistan era che la guerra avrebbe liberato le donne dall'oppressione dei talebani. Allora, qual è la situazione delle donne nell’Afghanistan occupato? Sono davvero state liberate?
Dici bene: quando questa guerra fu scatenata, una delle sue giustificazioni fu la cosiddetta “liberazione” delle donne afghane dal regime patriarcale dei talebani – una giustificazione di comodo usata poi per sostenere anche l’attuale occupazione imperialista. Ma se guardiamo a ciò che è effettivamente accaduto nella realtà, non c’è dubbio che solo una minoranza molto ristretta delle donne afgane beneficia di questa occupazione e che c’è stato solo qualche cambiamento apparente nella struttura di alcuni aspetti della società: le donne sono presenti in parlamento, sono presenti nella cosiddetta società civile, esiste un Ministero per la questione femminile - cose che non esistevano sotto il regime talebano.
Ma questi cambiamenti esistono solo per un’infima minoranza delle donne afghane che vivono nelle città. La maggioranza della popolazione, oltre l'80%, vive in campagna e le loro vite non sono in nessun modo migliorate per effetto dell’occupazione - anzi, sono peggiorate. Il costo della guerra in tutto il paese sta per intero pesando negativamente sulla vita della maggior parte delle donne. E anche la maggioranza delle donne proletarie nelle città risentono negativamente dell’occupazione.
E se una minoranza molto piccola delle donne sta beneficiando dell’occupazione, va ricordato che il regime instaurato dagli USA e gli alleati - la Repubblica Islamica di Afghanistan - è anch’esso un regime islamico teocratico. Al pari dei talebani, questo regime sostiene una morale sociale patriarcale: nonostante la Costituzione proclami apparentemente l’uguaglianza giuridica tra uomini e donne, la verità è che l'Afghanistan resta una società patriarcale e che l’oppressione delle donne continua. Noi crediamo che, nel complesso, negli ultimi dieci anni non ci sia stato in realtà nessun cambiamento fondamentale nella vita delle donne.
D: si parla di un “piano di uscita” americano dall'Afghanistan. L’amministrazione Obama parla di disimpegno dall’occupazione entro il 2014 e di riconoscimento del diritto dell’Afghanistan a governarsi. Qual è il punto di vista del P(m)CA su questo e quale ruolo vede per sé dopo il 2014?
Il piano a lungo termine degli americani è sempre stato quello di avere una presenza militare nella regione e ciò più di ogni altra cosa dimostra quanto fossero disonesti fin dall’inizio sui tre obiettivi dichiarati della loro guerra e occupazione. Uno dei loro presunti obiettivi era, ovviamente, sconfiggere quello che chiamavano “terrorismo islamico”, un altro era promuovere la democrazia, e infine (come già discusso) l’ultimo obiettivo dichiarato era la promozione dei diritti delle donne. In effetti, non sono riusciti su nessuno di questi fronti. Per effetto della presenza americana nella regione i talebani non solo non sono stati indeboliti, ma anzi sono diventata una forza più forte in Afghanistan come nei paesi confinanti. Neppure Al Qaeda è stata indebolita, anzi continua a crescere. Ma quello che gli americani volevano fin dall'inizio era avere una presenza militare in Afghanistan, come parte della loro stretta militare sul pianeta.
Dopo il 2014 il loro piano non è quello di uscire del tutto dall’Afghanistan, ma di spostare le loro truppe dal campo di battaglia alle basi militari e da lì sostenere il loro regime fantoccio. Perciò il carattere della guerra cambierà nel senso che diventerà più “Afganizzata”: con i sostenitori e l’esercito del regime fantoccio che avrebbe un ruolo attivo nell’imporre gli interessi degli USA, sotto la supervisione delle autorità militari americane e degli esperti che gestiscono la situazione dalle loro basi.
La nostra prospettiva è che questo non cambierà il carattere fondamentale dell’occupazione. La contraddizione principale in Afghanistan resterà quella tra occupazione imperialista e popolo oppressi del paese. L’unica differenza è che il regime fantoccio diventerà il rappresentante principale dell’occupazione imperialista. Inoltre, il nostro partito ha parlato di iniziare una guerra popolare rivoluzionaria di resistenza entro il 2014, perché crediamo che la liberazione del popolo afghano non può che iniziare con una lotta armata per la liberazione nazionale e di la Rivoluzione di Nuova Democrazia.
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