In settimana abbiamo diffuso tra gli operai della Fincantieri di Palermo il volantino sulla Grecia e sulla necessità della rivolta contro la crisi che i governi per salvare padroni e banche scaricano sulle masse proletarie e popolari, insieme ad un altro sulla “politica” della Fincantieri e l'azione inefficace dei sindacati confederali.
La rabbia degli operai, soprattutto dell’indotto, per la mancata aggiudicazione dell'appalto per la ristrutturazione dei bacini si è accesa sulla scelta dell’ azienda vincitrice dell'appalto se dovesse scegliere di far lavorare i propri operai alla ristrutturazione, cosa del resto molto probabile.
Rabbia e invettive di diversi operai contro i sindacati confederali ma con una visione circoscritta, da classica guerra tra poveri, al fatto che "altri operai non entreranno in fabbrica", abbiamo ricordato loro della recente lotta messa in campo per scongiurare i licenziamenti di una parte degli operai grazie alla loro mobilitazione spontanea che ancora una volta ha poi "costretto" i confederali a muoversi, ma che il nemico principale non sono gli operai ma i padroni e i sindacati collusi che per anni hanno delegato a istituzioni e politici senza fare nulla di serio e di concreto… "adesso nelle mani vogliono lasciarci un pugno di mosche… come alla Fiat" ha detto un operaio e con un battuta ha aggiunto "ci vorrebbe un sindacato “tecnico, dall'esterno… per risolvere i problemi che ci sono oggi alla Fincantieri.
Abbiamo suggerito di chiamare la cosa come vogliamo, l’importante è provare ad organizzarci per dare una risposta diversa ai tanti problemi degli operai a cominciare da quelli legati alla mancanza di lavoro!
Appuntamento alla prossima settimana con un invito agli operai per una prima riunione
Circolo proletari comunisti Palermo
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