venerdì 21 maggio 2010

pc quotidiano 21 maggio Uova e pomodori a Ferrara. Tutti assolti!

Giuliano Ferrara contestato dalla folla a Bergamo (da il giorno 20 maggio 2010)

Il fatto risale al 6 aprile di due anni fa, quando il noto giornalista e direttore de Il Foglio aveva tenuto un comizio nell'ex Chiesa di San Sisto, diventando il bersaglio di un lancio di ortaggi e slogan accusatori

Assolti perchè il fatto non sussiste. Si è concluso in questo modo il processo contro venti persone accusate di aver cercato di forzare il cordone della polizia, il 6 aprile di due anni fa, durante un comizio, nell'ex chiesa di San Sisto a Colognola, del giornalista Giuliano Ferrara, impegnato nella sua campagna antiabortista. La sentenza è stata emessa dal giudice Ilaria Sanesi, che ha accolto la richiesta avanzata dal pubblico ministero. Secondo l'accusa, gli imputati avevano deciso di contestare con forza il direttore de Il Foglio, senza accontentarsi di striscioni e slogan, ma anche procurandosi ortaggi e uova da lanciare contro Ferrara e leader dell'allora lista "Aborto? No grazie", ma furono tutti bloccati dalla polizia.

Altri manifestanti, invece, avevano attaccato su un palazzo striscioni contro il giornalista e in difesa della legge 194. Tutti si sono opposti al decreto penale che li condannava al pagamento di una multa di 2.485 euro e sono quindi finiti a processo. Anche oggi, all'esterno del tribunale di via Borfuro, il Movimento femminista proletario rivoluzionario Milano/Bergamo ha organizzato un piccolo presidio, con tanto di bandiere rosse, e ha distribuito un comunicato dove erano ripercorse tutte le fasi della vicenda. "A metà dicembre del 2007 una campagna contro il diritto d'aborto viene lanciata, attraverso la trasmissione 'Otto e mezzo' e, poi, su Il Foglio, da Giuliano Ferrara che, utilizzando la risoluzione per la moratoria sulla pena di morte, invoca la moratoria sull'aborto, da lui definito 'lo scandalo supremo della nostra epoca' e considerato alla stregua di un omicidio - si legge nel documento -. Il 14 gennaio dello stesso anno al teatro da Verme riafferma che l'aborto è un omicidio. Di più: che non esiste omicidio più perfetto dell'aborto.


In un crescendo continua la sua campagna arrivando ad indicare le donne che hanno abortito o che intendono farlo come autrici di strage, di shoa, di soluzione finale; fino a farsi promotore della lista per le elezioni "Aborto? No grazie". Contro questa campagna a migliaia, in ogni città in cui Ferrara intendeva fare comizi, non si è fatta attendere la risposta delle femministe, delle giovani, delle lavoratrici, spesso con il sostegno attivo di lavoratori". Una risposta che era arrivata anche a Bergamo con la manifestazione di protesta. "A Bergamo - si legge nel comunicato - in 20 hanno ricevuto un decreto penale di condanna, al quale si sono opposti e adeso intendono far sentire forte la loro denuncia e solidarietà in una regione che ha visto la crescita esponenziale dei medici obiettori di coscienza".

di M.A.

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