Zen2 Resistere un minuto in più
I senza casa dello Zen2 hanno fatto propria la parola d’ordine “resistere un minuto in più del padrone”. Con santa pazienza, dormendo in tenda con i loro bambini, hanno aspettato che lo squadrone di polizia-carabinieri-guardia di finanza ecc. ecc. si esaurisse per mancanza di mezzi e non appena se ne sono andati hanno rioccupato con tanto di telecamere della RAI appresso le case da cui erano state costrette ad andare via legittimando la rioccupazione (che la polizia municipale e i vigilantes assoldati dall’impresa non sono riusciti a fermare) davanti a tutta l’opinione pubblica come cosa giusta e necessaria.
Il portavoce degli occupanti dice che non hanno intenzione di bloccare i lavori della ditta e che la mattina sono disposti a uscire dalle case. Non vogliono ostacolare il lavoro degli operai, non vogliono una guerra tra poveri…
La reazione del questore di Palermo, che fa il duro da quando è arrivato in città, è una reazione stizzita “non ci lasceremo certo passare la mosca sotto il naso” dice in una intervista al quotidiano La Repubblica di Palermo di ieri, ma poi continua: “…purtroppo quello dello Zen è un problema di ordine amministrativo che si è incancrenito, trasformandosi in un problema d polizia. Il Comune ci ha chiesto di sgomberare chi aveva occupato abusivamente le case già assegnate e quelle in via di ultimazione, e lo abbiamo fatto nel modo più indolore possibile. Dallo Zen non ci siamo mai ritirati, ma è chiaro che non abbiamo le forze necessarie a garantire lo spiegamento di uomini e mezzi che abbiamo messo in campo per i quindici giorni più caldi. Non si può pensare di presidiare permanentemente, con un numero di uomini considerevole, un cantiere di grandi dimensioni come quello. È impossibile.” [sott. nostre]
Domanda: “…Ma se non si profila una soluzione per gli sfollati, si potrebbe andare avanti così all’infinito.” Risposta: “La soluzione non può essere certo una risposta di polizia… Quel che è certo è che il nostro intervento, così come il nostro presidio non può essere a tempo indeterminato.”
Domanda: “Anche perché non c’è solo lo Zen. Di case popolari occupate da abusivi la città è piena.” Risposta: “Il presidente dello Iacp ci ha detto che ci sono 4.500 alloggi in città che andrebbero liberati, e naturalmente le forze dell’ordine non possono che appoggiare tutte le azioni di ripristino della legalità…”
E di legalità continuano a blaterare il vicesindaco Scoma e l’assessore Milone del Comune chiedendo nervosamente al prefetto che si metta fine all’occupazione… persone concentrate sull’arricchimento personale, fragili, come il loro sistema sociale strutturalmente incancrenito, impossibilitato a dare risposte ai bisogni delle masse, a risolvere anche i problemi più semplici, che si sentono assediate…
Tattica dell’assedio, pazienza, intelligenza, controllo diretto dei lavori… c’è da imparare dalle masse!
16 maggio 2010
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