A proposito del piano Fiat presentato da Marchionne il 21 aprile scorso “La
Uilm vuole questa intesa e desidera firmarla al più presto” dice Giovanni
Sgambati, segretario generale della Uilm Campania, in un articolo, che per
dirla in un gergo indovinato, è tutto un programma, articolo premurosamente
pubblicato dal Sole24ore, il giornale dei padroni associati!
“Esistono buone ragioni per condividere il piano complessivo per lo
stabilimento di Pomigliano presentato da Fiat Auto anche ai sindacati”, così
inizia Sgambati, che continua compiaciuto: “Non è solo da questa novità che
dipende però il nostro compiacimento, ma è anche per la quantità di
investimenti, circa 700 milioni, utili a ristrutturare completamente l’impianto
del “G.B. Vico” di Pomigliano: cambierà la stessa concezione di fabbrica così
finora strutturata”.
Ma il sindacalista coscienzioso sa che i soldi del padrone da soli non
bastano, serve un altro aiutino, e cioè lo sblocco degli incentivi che partirà
grazie all’intesa sindacale, il tutto naturalmente nell’interesse addirittura
della salute degli operai perché grazie a questi incentivi si potranno avere
“postazioni di lavoro adeguate ai migliori standard di sicurezza caratterizzati
dalle riduzioni della fatica manuale, applicando il sistema già sperimentato
nel sito di Mirafiori, lo Ergo Uass.” Ergo il nostro sindacalista ci fa sapere
che sa cos’è la fatica manuale e infatti non gli fanno paura, a lui, i 18
turni, né le regole comportamentali “adeguate alle migliorie pratiche di accodi
già realizzati in altri importanti stabilimenti Fiat del Paese.” Si vede che il
sindacalista non ha presentato alcuna denuncia né a Melfi né a Mirafiori, né
tantomeno a Pomigliano, sulle tante patologie di cui soffrono gli operai
proprio grazie a questi meravigliosi sistemi…
Il problema è che il servitore fedele del padrone ha premura, quindi niente
chiacchiere, si deve accettare tutto perché “Bisogna essere pronti per la metà
del 2011; la produzione della nuova Panda deve partire per quella data e
bisogna portare al più presto a regime la piena saturazione dell’impianto
campano”, e aggiunge un’altra ragione: “L’altra ragione altrettanto
significativa per un sindacato che vuole praticare la contrattazione è fondata
sul valore della rappresentanza, cioè l’importanza di favorire la capacità di
sviluppo e la crescita anche della redditività.”
Basta con i tabù, è la redditività, cioè la quantità dei profitti che può fare
il padrone, il nocciolo della questione, perché “Un buon sindacato è tale
quando riesce a firmare buoni accordi. Basta col conflitto fine a sé stesso. È
un modo per mettersi al servizio dei lavoratori [e non dite di non crederci],
perché la UILM ama il proprio paese e l’industria italiana [quando si dice il
vero amore!!!] che dovrà affrontare una dura competizione sui mercati
internazionali.” Che “sui mercati internazionali” ci sono altri operai di altre
fabbriche, sfruttati da altri padroni, per i quali “la dura competizione”
significa solo maggior sfruttamento non sembra interessare al nostro
sindacalista, che conferma ad ogni parola il ribaltamento della logica della
difesa sindacale, infatti una volta il sindacato doveva “convincere” il padrone
delle giuste richieste dei lavoratori adesso deve convincere i lavoratori della
bontà delle pretese del padrone.
Questo “lavoro sporco” qualcuno lo deve pur fare e ci vuole coscienza,
infatti, si chiede ancora incredulo Sgambati, come si fa a non cogliere in
positivo e tutti insieme una sfida come quella che ci è stata annunciata? E si
risponde pure: “Sì, siamo pronti a raccogliere questa sfida”. Cioè quella di
chi riesce a mettersi meglio al servizio del padrone e questo, dobbiamo
ammetterlo, Sgambati lo dice e lo fa proprio bene!
__________ Informazione NOD32 5122 (20100517) __________
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