dello Slai cobas sc
Legge di Bilancio 2026: una manovra di classe del governo dei padroni
contro lavoratori e masse popolari, spinta verso l’economia di guerra
Per capirci: La Legge di Bilancio in discussione, per la Difesa, cioè soldi per gli armi, assorbirà il 40,9% del budget, pari a circa 10,3 miliardi di euro sui 25,1 miliardi totali in 3 anni e quasi 140 miliardi nei prossimi 5. Per il lavoro, il salario invece briciole.
Vediamo per esempio all’Ilva: 3 milioni in 3 anni per l’indotto e 200 milioni di euro per la continuità produttiva di Acciaierie d’Italia, per occupazione e salario solo una misera integrazione alla maxi cassintegrazione.
Niente è stanziato per il Mezzogiorno, i giovani e il carovita. Mentre verranno dati 4 miliardi ai capitalisti
VEDIAMO I PUNTI PRINCIPALI:
SALARI: la riduzione del 2% della seconda aliquota dell’Irpef e la detassazione degli aumenti da rinnovi contrattuali e da notturni e festivi che già non recuperano l’inflazione accumulata dal 2022-2023), sono taglieggiati in buona parte dal drenaggio fiscale (non viene restituito quello già perso con le precedenti manovre), che ammonterebbe a 25 miliardi. Per un salario da 30 mila euro l’anno lo sgravio Irpef sarà di appena 3 euro al mese (mentre negli ultimi 3 anni lo stesso reddito ha pagato 2 mila euro in più di fiscal-drag). Inoltre gli aumenti contrattuali per la produttività, che non sono un aumento del salario reale ma un indice dello sfruttamento crescente (più lavoro, straordinari, turni notturni, più profitti per le aziende) dovrebbero pagarseli i padroni. Invece detassazione vuol dire che vengono scaricati sulla fiscalità generale, quindi ancora sui lavoratori. Su uno stipendio da 1600 euro vengono stimati la miseria di 15 euro di aumento.
SANITA’: i le risorse stanziate al Fondo (2 miliardi) non scalfiscono neanche il definanziamento accumulato (al netto dell’inflazione), calcolato in 13 miliardi, e inoltre sono indirizzati per metà ad ingrassare la sanità privata (senza contropartita in termini di maggiori prestazioni), e non ci sono le 30 mila assunzioni di infermieri promesse, ma solo 7mila.
PENSIONATI: Si continua a trattarli come un bancomat da cui succhiare risorse e vita), cancellando Quota 103 e Opzione Donna, e da oggi si parla di voler allungare a 70 anni l’età per andare in pensione, cosa che porterà ad un sempre maggior numero di morti sul lavoro e con un misero aumento di 12 euro sulle pensioni minime per gli ultra settantenni.
TAGLI ALLA SPESA: questa manovra contiene ben 7,2 miliardi di tagli alla spesa di tutti i ministeri nel triennio 2026-2028 (quasi il 40% dell’intero ammontare), che vanno ad aggiungersi ai 7 miliardi di tagli dell’anno scorso. I più penalizzati sono il ministero dell’Economia e Finanze (meno 456 milioni nel 2026); Infrastrutture e Trasporti (meno 525 milioni); Ambiente e Sicurezza Energetica (meno 376 milioni); Istruzione e Merito (meno 141 milioni); Imprese e Made in Italy (meno 120 milioni). E poi l’odiosa cancellazione di 267 milioni per il 2026 dal “Fondo povertà”. Tagli per il soccorso civile, l’immigrazione e l’accoglienza, per la prevenzione, per l’agricoltura
SPESE MILITARI: la manovra aggiunge 1 miliardo alle spese militari per il 2026 (+3,5% sul 2025), portandole a sfiorare il tetto record di 35 miliardi l’anno. A prescindere dai 23 miliardi già stanziati per il prossimo triennio
La querelle sulla tassazione sui cosiddetti “extra profitti”, è un inganno. E’ una leggera, ma molto ipotetica tassazione extra sui mega profitti fatti dalle banche; che comunque deve essere “volontaria”.
La manovra finale sarà anche peggiore, per contentare tutti: padroni, banche, ceto medio, mire elettorali dei partiti di maggioranza. I lavoratori devono comprendere che, finchè ci sono due classi: borghesia e proletariato, governo e parlamento al servizio dei padroni, della borghesia, serve una lotta vera, dura, scioperi per strappare risultati.

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