sabato 1 febbraio 2025

pc 1 febbraio - Poveri miliardari


articoli di Giovanni Caprio e Alessandro Robecchi (ripresi da pressenza.com e alessandrorobecchi.it)

Nel 2024 la ricchezza di 71 miliardari italiani è aumentata di 166 milioni di euro al giorno – Giovanni Caprio

Anche quest’anno, in occasione dell’apertura del meeting annuale del World Economic Forum che si svolge a Davos dal 20 al 24 gennaio 2025, OXFAM ha presentato un’analisi sullo stato delle disuguaglianze economiche e sociali nel mondo e in Italia. Il rapporto “Disuguaglianza: povertà ingiusta e ricchezza immeritata”, evidenzia come la crescita della concentrazione della ricchezza non sia in molti casi frutto di merito, ma è ascrivibile a un sistema economico “estrattivo”. L’acuirsi dei divari economici e sociali è il risultato di scelte politiche, come nel caso italiano, che vanno caratterizzandosi più per il riconoscimento e la premialità di contesti e individui che sono già avvantaggiati, che per una lotta determinata contro meccanismi iniqui ed inefficienti che accentuano le divergenze nelle traiettorie di benessere dei cittadini.

Nel 2024 la ricchezza dei miliardari è cresciuta, in termini reali, di 2 mila miliardi di dollari, pari a circa

5,7 miliardi di dollari al giorno, a un ritmo tre volte superiore rispetto all’anno precedente. Ogni settimana, in media, sono nati 4 nuovi miliardari. L’anno scorso la ricchezza dei 10 uomini più facoltosi al mondo è cresciuta, in media, di quasi 100 milioni di dollari al giorno. Qualora il 99% dei loro patrimoni “evaporasse” da un giorno all’altro, rimarrebbero comunque miliardari. Al contrario, il tasso di riduzione annua della povertà estrema (condizione in cui versa chi non dispone di risorse giornaliere superiori a 2,15 dollari) è in forte rallentamento. Senza una crescita più inclusiva l’obiettivo di eradicare la povertà entro il 2023 resta un miraggio. Il numero assoluto di individui che vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è oggi lo stesso del 1990, poco più di 3,5 miliardi di persone. Alle tendenze attuali, potrebbe volerci un secolo per riportare la popolazione del pianeta sopra tale soglia.

I Paesi ricchi controllano il 69% della ricchezza globale, pur rappresentando solo il 21% della popolazione mondiale e le relazioni economiche tra il Nord e il Sud del mondo sono dominate da forme di “moderno colonialismo”. Il predominio delle valute del Nord nel sistema dei pagamenti internazionali e i costi di finanziamento più bassi nei Paesi ricchi sono alla base di forti squilibri nei flussi di redditi da capitale tra le economie avanzate e il Sud: ogni anno il Nord “estrae” circa 1.000 miliardi di dollari dal Sud. Nonostante il Sud contribuisca al 90% della forza lavoro globale, riceve solo il 21% del reddito da lavoro aggregato; i salari nel Sud sono significativamente inferiori rispetto a quelli del Nord, con una differenza, a parità di competenze dei lavoratori, tral’87 e il 95%. Inoltre, i Paesi a basso e medio reddito spendono quasi la metà delle proprie risorse pubbliche per rimborsare il debito estero, che ha raggiunto 307.000 miliardi di dollari a metà del 2023, e 3,3 miliardi di persone vivono in Paesi che pagano più per il servizio del debito di quanto stanziano per l’istruzione e la sanità.

La ricchezza globale non solo è fortemente concentrata al vertice, ma in gran parte deriva anche da rendite di posizione. Basti pensare che oltre 1/3 (il 36%) delle fortune dei miliardari deriva da eredità. La crescita della ricchezza dei miliardari è in parte riconducibile a sistemi di relazioni clientelari e, soprattutto, intrecciata con l’immenso potere di mercato esercitato dalle imprese che controllano o dirigono. Il potere monopolistico garantisce rendite immeritate e contribuisce alla crescita delle disuguaglianze.

Per quanto riguarda il contesto italiano, le ultime stime disponibili, relative a metà del 2024, fotografano ampi squilibri nella distribuzione della ricchezza delle famiglie italiane: in Italia, a metà del 2024, il 10% più ricco dei nuclei familiari (titolare di quasi 3/5 della ricchezza netta del Paese) possedeva oltre 8 volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie; il 5% più ricco delle famiglie italiane, titolare del 47,7% della ricchezza nazionale, possedeva quasi il 20% in più della ricchezza complessivamente detenuta dal 90% più povero; la metà più povera delle famiglie italiane deteneva appena il 7,4% della ricchezza nazionale.

Con uno sguardo ancor più granulare, si legge nel Rapporto di OXFAMnel 2024 la ricchezza dei miliardari italiani è aumentata di 61,1 miliardi di euro – al ritmo di 166 milioni di euro al giorno – raggiungendo un valore complessivo di 272,5 miliardi di euro detenuto da 71 individui. L’ammontare permetterebbe di coprire l’intera superficie della città di Milano con banconote da 10 euro. Il 63% della ricchezza miliardaria in Italia è frutto di eredità. In 14 anni, la ricchezza del 10% più ricco delle famiglie italiane è aumentata di oltre 7 punti percentuali, mentre quella del 50% delle più povere è diminuita di quasi 1 punto percentuale. È il quadro di un Paese delle fortune invertite con traiettorie di benessere familiare profondamente divergenti. Cristallizzando le differenze di opportunità nell’accesso a credito e investimenti, a migliori istruzione, formazione e posizioni lavorative, le disuguaglianze definiscono strutture di cittadinanza differenziate. Persistendo nel passaggio da una generazione all’altra, impediscono all’ascensore sociale di ripartire.”

Contemporaneamente alla crescita smodata delle ricchezze di pochissimi, oltre 2,2 milioni di famiglie (5,7 milioni di persone) continuano a non avere risorse sufficienti per acquistare beni e servizi essenziali. E in povertà scivolano anche tanti lavoratori. A fronte dei miglioramenti occupazionali, i salari rimangono infatti  stagnanti: il salario medio annuale reale è invariato negli ultimi 30 anni. Tra il 2019 e il 2023, le retribuzioni lorde sono aumentate del 6-7%, ma l’inflazione del 17-18% ha ridotto il salario lordo reale di oltre 10 punti percentuali.

Qui per scaricare il Rapporto di OXFAM sulla disuguaglianza: https://www.oxfamitalia.org/report-disuguaglianza/?utm_source=news&utm_medium=ORG&utm_campaign=Davos

Meriti. La vera minoranza protetta a livello planetario: il miliardario

di Alessandro Robecchi

Vorrei dedicare questa piccola rubrichetta ai settantuno (71) miliardari italiani che nel 2024 –  per quasi tutti gli altri annus horribilis – hanno aumentato la loro ricchezza complessiva di 61,1 miliardi di euro, cioè in media di 860 milioni in più ciascuno (fonte: Rapporto Oxfam sulla diseguaglianza, gennaio 2025). Calcolatrice alla mano, possiamo dire che un miliardario italiano nel 2024 ha aumentato la sua ricchezza di oltre più di 7 milioni al mese, che significa 9.800 euro e passa all’ora – un eccellente salario minimo – calcolando anche le ore di sonno, quelle passate al golf, quelle dedicate alle dichiarazioni allarmate sulla grande “invidia sociale” che turba il Paese. Niente male, come performance di un pugno di persone: quella dei miliardari (non solo in Italia) è la minoranza più protetta del pianeta.

Il 63 per cento di tutti questi soldi (valore complessivo stimato: 272,5 miliardi di euro) è frutto di eredità. Cioè, mi spiego: muore il babbo miliardario, o lo zio, o un parente qualsiasi, e ti ritrovi miliardario anche tu, senza aver mosso un dito, cosa che presumibilmente aveva fatto anche quello che ti ha lasciato l’eredità, e magari pure il nonno, e in certi casi per risalire all’accumulazione originaria bisogna tornare indietro di secoli. Forse bisognerebbe tenersi in tasca un foglietto con queste cifre, e tirarlo fuori alla bisogna ogni volta che qualcuno intavola il più truffaldino e vergognoso discorso che esista: il discorso sul “merito”. Certo, è un merito anche esser nati nella famiglia giusta (una qualsiasi delle settantuno), ed è un merito che – lo dico con una formula popolare – si chiama “culo”. Esempio: sei in clinica, sei appena nato, apri gli occhi e chiedi: “Dove sono capitato?”. Se la risposta è “famiglia operaia di Catanzaro”, esci pure con le mani alzate; se invece ti dicono “figlio di miliardario”, puoi cominciare a elaborare, dopo la prima poppata, il discorso sul merito, che va premiato, ovvio.

Mettiamo invece il caso che di mestiere pedali su una bicicletta e consegni pizze ai clienti, che hai come capufficio un algoritmo, che vieni pagato 2 euro e 50 a consegna. Bene, per aumentare la tua ricchezza di 86 milioni all’anno, dovresti consegnare 94.246 pizze ogni giorno, compresi Natale e Capodanno, senza fermarti mai nemmeno per un minuto. Immagino che, pedalando a quel ritmo, giorno e notte, tu abbia il tempo per riflettere su questa questione del merito, e anche sul fatto che in eredità a tuo figlio – se hai potuto farlo senza scendere dalla sella – potrai lasciare se va bene la bicicletta, in modo da perpetuare all’infinito questo entusiasmante tipo di sfruttamento. Se ti incazzi, se trovi che non sia giusto, se ti viene in mente qualche pensiero maligno (tipo la “rivolta sociale” di cui ha parlato Landini), ecco che balza su in automatico qualche astuto commentatore (“liberale”, ovvio) a dire che la tua è invidia sociale, che trovi il sistema ingiusto perché sei invidioso. I dati dicono che gli invidiosi aumentano, comunque, e anche che a difendere i miliardari non sono solo i miliardari, ma un sacco di brave persone che si fanno un mazzo così e rimangono faticosamente a galla sulla soglia di povertà pur lavorando (con merito). Il che rappresenta – se ci pensate – il vero capolavoro del capitalismo: fare in modo che i poveri odino i poveri, e mentre voi leggevate questa rubrichina (calcolo tre minuti di lettura) un miliardario italiano ha aumentato la sua ricchezza di 500 euro. Beh, dai, è il merito, no?

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