venerdì 2 febbraio 2024

pc 2 febbraio - L'Italia aumenta spese per armi e interventi militari "senza regole"... - L'intervista di Crosetto


Sui lavoratori e sulle masse il governo della guerra Meloni/Crosetto scarica le sue scelte politiche, che sono scelte coerenti con tutta la sua azione politica: questo governo ha scelto di prostrarsi e ingrassare i padroni italiani, ha scelto di colpire duramente le condizioni di vita delle masse per favorire i ricchi, gli evasori, i corrotti, scegliendo di tagliare le spese sociali, la sanità, la scuola, le pensioni. Ma le spese per la guerra, per i profitti dei padroni delle armi, quelle invece no. Altro che tagli. Anzi, le spese per la guerra vengono aumentate per far partecipare lo Stato imperialista italiano in questo contesto di guerre interimperialiste con il governo italiano sempre più attivo.

Sono scelte che sono uno schiaffo in faccia ai desideri di pace e di lavoro delle masse e dei lavoratori.

Sono scelte in aperta violazione dell’art. 11 della Costituzione antifascista.

Il governo Meloni, con la complicità dei partiti che lo sostengono e dei partiti di una opposizione quasi inesistente, con l’occupazione del potere e con la copertura delle istituzioni fino ai massimi organi istituzionali, con un ministro della Difesa che è un padrone delle industrie di armi, sul libro paga della Leonardo, espressione e rappresentante dell'apparato militare-industriale dello Stato imperialista italiano, questo governo che ha il controllo dei giornali e della televisione, questo governo ci sta trascinando direttamente nelle guerre.

Manda armi e sostegni militari al servo nazista degli oligarchi ucraini, Zelensky, che ha mandato a

morire il suo popolo per gli obiettivi geostrategici della NATO, manda armi al sionista Netanyahu che sta compiendo un genocidio di tipo nazista contro il popolo palestinese, e ora manda le truppe in Mar Rosso pronte a sparare al popolo houthi nello Yemen, che appoggia la Palestina e chiede il cessate il fuoco, perché questi “ribelli”, come li chiama la stampa, bloccano il commercio di merci in arrivo e partenza dai porti italiani, «alterano le regole del commercio mondiale» secondo le parole di Crosetto.

Senza contare il fiume di denaro pubblico versato agli aguzzini libici e al governo di Saied in Tunisia per respingere i migranti e al governo albanese per deportare quelli arrivati nelle coste italiane.

In questi giorni due sono i provvedimenti del governo Meloni che vogliamo mettere in rilievo.

Il governo Meloni - scrive la Repubblica - per i prossimi tredici anni ha previsto di un impegno di spesa di circa 24 miliardi e mezzo di euro, un terzo dei quali già stanziati, per l’acquisto di 400 carri armati Leopard 2A8 di ultima generazione fabbricati in Germania e di mille veicoli da combattimento. Ma i soldi sono molti di più: per i prossimi tredici anni è previsto un impegno di spesa di circa 24 miliardi e mezzo di euro, ma nei piani della Difesa, non ci sono solo i carri armati Leopard ma anche mezzi cingolati per il trasportano di uomini. “Tutti i documenti relativi alle richieste operative sono stati approvati e il ministro della Difesa ha allocato una parte importante dei fondi necessari”, ha dichiarato il generale Francesco Olla.

Dei veicoli da combattimento da acquistare il governo aveva cominciato a parlarne già ad ottobre quando era stato approvato il Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il triennio 2023-2025, che è stato il primo provvedimento emanato dal ministro Guido Crosetto, dove sono stati raddoppiati i fondi per il programma Global Combat Air Programme (Gcap – Tempest) per il caccia di sesta generazione, cui partecipa l’Italia con il gruppo Leonardo (guarda caso).

L’altro provvedimento riguarda la partecipazione militare italiana nel Mar Rosso.

In una intervista di questi giorni sulla Stampa, il ministro Crosetto ha messo in chiaro lo scenario in cui avviene la partecipazione militare italiana e il tipo di partecipazione.

Proprio per l’Italia – dice il ministro della Difesa italiano – questa sarebbe una priorità, più importante rispetto agli altri Stati imperialisti.

Sono i profitti legati al commercio che sono minacciati dall’azione dei cosiddetti “ribelli houthi”, questa guerra che il ministro chiama “ibrida” – e dietro questo concetto di guerra “ibrida” c’è la reazione a qualsiasi tipo di opposizione alla sua azione, tutto per questo governo è una minaccia, dai ribelli houthi, all’opposizione politica e sociale, ai giornalisti non allineati nel nostro paese - tutti sono una minaccia sia per la “sicurezza” nazionale sia per la “sicurezza” internazionale, in questo caso del sistema imperialista mondiale, in particolare USA/UE.

Siccome gli houthi non attaccano Cina e Russia, Iran e Corea del nord (non dimentichiamo che l’azione del popolo yemenita è per rivendicare il cessate il fuoco su Gaza e la Palestina occupata ed essere al fianco del popolo palestinese), siccome non attaccano i paesi ostili al blocco USA/UE, allora il governo fascio-imperialista italiano si prepara alla rappresaglia in nome di presunte “regole globali” e di fatto si schiera con lo Stato nazisionista israeliano che di violazione di regole globali è un vero campione.

E’ un’aperta provocazione in bocca al rappresentante dell’imperialismo italiano che per primo viola il diritto internazionale soprattutto per quello che riguarda i respingimenti antimmigrati e l’esportazione di armi a regimi in guerra, senza contare la sua presenza economica, politica e militare nei paesi del Mediterraneo, dalla Libia alla Tunisia, nel Sahel che sfrutta e distrugge le risorse energetiche con in testa l’ENI.

Comunque l’imperialismo parte dalla guerra commerciale per poi trasformare questa in guerra aperta. Alla base sono sempre i profitti: “è una guerra che si innesca su un’altra guerra”, dice il ministro.

Si tratta di preparativi di una vera aggressione perché questo è l’intento dell’imperialismo italiano.

Le navi italiane potranno colpire le postazioni degli Houthi?”- chiede l’intervistatore. «Noi non possiamo bombardare, a meno che ci sia una risoluzione internazionale o la richiesta di un Paese amico. Possiamo rispondere agli attacchi, magari anche anticipandoli», risponde il ministro.

Il Parlamento servirà per “comunicazioni o passaggi formali”.

Il ministro parla di uno “scenario nuovo che riguarda da vicino” l’imperialismo italiano e per cui questo si deve “attrezzare”. Uno scenario che nasce dai contrasti interimperialisti che mettono in crisi l’egemonia dell’occidente imperialista: “E invece ci ritroviamo in un mondo diverso, in cui gli attori che lo stanno destabilizzando, Iran, Russia e Corea del Nord, hanno una capacità produttiva militare superiore a quella della Nato”, continua il ministro.

Deve cambiare il ruolo delle forze armate italiane?” chiede l’intervistatore. «Sì, abbiamo trasformato le forze armate con l’idea che non ci fosse più bisogno di difendere il nostro territorio e che la pace fosse una conquista di fatto irreversibile. Le forze armate, in questo quadro, al massimo partecipano a missioni di pace, senza arrivare a scontri veri e propri (ma sono ancora menzogne che coprono i crimini dell’imperialismo italiano nello scacchiere mondiale, ndr) .Ora i recinti sono stati abbattuti, non ci sono più regole».

Il ministro ha come modello lo Stato nazisionista israeliano per la sua azione genocida nei confronti del popolo palestinese massacrato: parla di «costruire una Riserva nazionale delle forze armate, come in Israele, è un mio obiettivo» e intende introdurre un contingente di riservisti delle Forze Armate, composto da almeno diecimila unità.

Anche questo è un salto di qualità nell’azione bellica di questo governo guerrafondaio.

Non solo il peggioramento delle condizioni delle masse ma anche un coinvolgimento delle masse nel macello che stanno preparando.

Nelle guerre – lo diciamo spesso - come sempre i profitti sono loro ma i morti sono nostri. Questo richiede la massima opposizione.

Effettivamente il mondo è cambiato e di questo si devono rendere conto anche i proletari e le masse: il sistema capitalista/imperialista ha come unica soluzione alla sua sopravvivenza, alla sua crisi economica mondiale, la guerra e i governi reazionari, il fascismo.

La presenza militare italiana nel Mediterraneo in questi ultimi anni è stato l’obiettivo perseguito dalla strategia politico-militare della borghesia imperialista italiana, da Minniti a Crosetto. Ma con i fascisti al governo che hanno la guerra nel loro dna, non gli pareva vero di poter sventolare tricolori, patria, nazionalismo… comunque sempre al servizio di qualcun altro, oggi l’imperialismo USA e la NATO, come ieri lo sono stati con i tedeschi.

Questo governo di guerrafondai a spese del popolo dev’essere rovesciato e questo obiettivo deve diventare sempre più centrale dell’opposizione politica e sociale dei movimenti e delle lotte dei lavoratori.

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