domenica 28 gennaio 2024

pc 28 gennaio - Conferenza Italia-Africa – Il “Piano Mattei” del governo Meloni

Oggi si apre la Conferenza Italia-Africa e contemporaneamente la presentazione al Senato del "Piano Mattei" 

La Meloni aveva dichiarato nel giorno stesso del suo insediamento, a ottobre del 2022, che il “Piano Mattei” è un punto importante del suo programma .

La Meloni durante la conferenza stampa del 4 gennaio ha detto cos’è nella sostanza questo Piano: Il mio obiettivo è lavorare in Africa, fermare le partenze dei migranti in Africa, valutare la possibilità di aprire gli hotspot in Africa per stabilire chi abbia diritto e chi non abbia diritto ad arrivare in Europa, parallelamente lavorare sulla migrazione legale, anche su questo, abbiamo fatto un lavoro…”; la Meloni non dice che questo ultimo “lavoro” è stato fatto su ordine dei padroni che invece vogliono una parte di immigrati come forza-lavoro a basso costo da sfruttare nel sistema industriale del Paese.

Per la Meloni l’Africa è “un altro focus fondamentale della Presidenza italiana del G7” di cui l’Italia ha la presidenza quest’anno e che si terrà in Puglia nel mese di giugno.

Ma, dice la Meloni, “non è che possiamo occuparci di tutto il continente africano da soli, non si può…” e quindi il suo obbiettivo è “che diventi un modello anche per altri Paesi europei, anche per altri Paesi occidentali, cioè che possano aggregarsi poi al “Piano Mattei” tanti altri che oggi lavorano spesso in ordine sparso e che si possa invece fare un lavoro serio di strategia sul continente africano”.

La Meloni nella sua arroganza da maestrina dice pure di sapere “Che cos'è che non ha funzionato? …

non ha funzionato un certo approccio, come posso dire, paternalistico, quando non predatorio, anche da parte europea che non aiuta nel dibattito e nella cooperazione con questi Paesi.”

Ma tra i paesi imperialisti che la Meloni chiama “parte europea”, c’è in prima fila proprio l’imperialismo italiano, con le sue multinazionali, tra cui soprattutto l’Eni, gigantesca multinazionale dell’energia nelle mani dello Stato italiano che è presente in Africa fin dagli anni cinquanta ed ha contribuito al depredamento e alla distruzione ambientale della Nigeria, per esempio, agendo e continuando ad agire sicuramente in modo “predatorio”; cioè, hanno rubato usando violenza!

Perciò ogni volta che la Meloni dice che i rapporti con l’Africa non devono essere di tipo predatorio viene in mente il ladro che mentre ti punta la pistola per derubarti, dice che lo fa per il tuo bene e ti vuole convincere soprattutto che quello non è un furto…

Ecco, questo nuovo tipo di furto la Meloni lo chiama “Piano Mattei” e cioè aprire altri lager per i migranti in Africa delegando questo lavoro però ai paesi africani stessi in cambio di soldi come ha già fatto con l’Albania e ha provato con la Tunisia, i paesi più visitati dalla fascista Meloni e dai suoi scagnozzi.

C’è da dire che per circa un anno e mezzo non si sono avute altre notizie del “Piano Mattei” e la sua presentazione è stata più volte rinviata fino a qualche giorno fa, e cioè fino il 10 gennaio, quando il decreto è diventato legge, approvato da questo parlamento.

La Meloni ha annunciato che sarà presentato il 28 e 29 gennaio al Senato, facendolo coincidere con la Conferenza Italia-Africa che si terrà in quei giorni.

In nome dell’imperialismo italiano, quindi, questo governo vuole instaurare nuovi rapporti con quei paesi africani che aderiranno al Piano.


Per abbreviare la lunga sfilza di punti del Piano diciamo che secondo questa legge il Piano Mattei durerà 4 anni, con l’obiettivo di potenziare le iniziative di collaborazione tra Italia e i vari Stati del Continente africano, per promuovere uno sviluppo economico e sociale sostenibile e duraturo di questi Paesi e prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari.

Tra le cosiddette azioni di partenariato c’è anche l’approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche. E’ il nocciolo della questione. Come appropriarsi meglio di queste risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche, che comprendono tante altre materie prime importanti fondamentali, come l’oro, per l'industria di alto livello attuale.


Il costo attuale previsto per questo Piano è di circa 3 milioni di euro all’anno, quasi tutti impiegati per pagare gli stipendi di funzionari (di cui uno solo prenderà circa 2 milioni!) che servono a tenere in piedi la cosiddetta “Cabina di regia” con a capo la stessa Meloni e che a sua volta deve coinvolgere mezzo mondo: tutti i ministri, i vice ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e delle imprese e del Made in Italy, dal Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, al direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, dai presidenti dell’ICE-Agenzia italiana per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, alla società Cassa depositi e prestiti S.p.a., società SACE S.p.a., società Simest S.p.a., a rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, delle università, della società civile e del terzo settore, di enti pubblici e privati.

Tutti dentro, dunque, compresa l’Unione Europea che dovrà mettere altri soldi per questa operazione.

La Meloni come gli altri rappresentanti dell’imperialismo europeo devono trovare il modo per continuare la loro opera di rapina delle materie prime dell’Africa (prima direttamente avveniva con l’occupazione coloniale e poi, dopo le lotte di liberazione nazionale, con accordi economici capestro, con la corruzione infinita del capi di governo, ministri e uomini d’affari di quei Paesi), e sono coscienti a livello europeo che si tratta di uno scontro titanico con la fortissima presenza della Cina, innanzitutto, ma sempre più anche della Russia soprattutto in campo militare.

Ogni imperialismo che persegue i propri obbiettivi sa che l’approccio a questo continente ricco di materie prime e in tumultuoso cambiamento, non può essere semplicistico come lo descrive con i suoi slogan la Meloni.


La presenza pesante dei vari imperialismi alimenta guerre, sfollamenti interni di milioni di persone, fame e carestie, distruzione ambientale, emigrazioni di massa, debiti impossibili da ripagare con conseguente fallimenti di Stati… e il tutto alimenta a sua volta lo scontro tra i diversi imperialismi.


Per i proletari e le masse di tutti i paesi imperialisti coinvolti, a partire da quello italiano e dei paesi africani, il “piano”/ponte necessario è quello della lotta comune contro l’imperialismo che elabora costantemente progetti per cercare di superare la crisi infinita del suo sistema continuando a depredare interi popoli delle loro ricchezze.

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