È evidente che questo governo, rispetto ad altri, è un governo di stampo fascista, autoritario, fondamentalmente dittatoriale, che vuole imporre nelle scuole un clima di silenzio e di caserma e di istruzione a servizio della classe dominante e non certo a servizio della coscienza critica degli studenti.
Gli studenti sono scesi in lotta, hanno occupato scuole e fatto manifestazioni e hanno respinto le proposte di riforma scolastica del governo perché sono dentro una scuola sempre più di classe, elitaria, che taglia fuori gli studenti delle classi povere e sostanzialmente nega il diritto allo studio, che pure sarebbe sancito dalla Costituzione. Ma lo hanno fatto anche per esprimere la loro opinione forte e
chiara sul genocidio in corso in Palestina, sull'aggressione israeliana, sulla natura di questa aggressione, sulla natura di questa guerra e quindi contro tutte le guerre ispirate da padroni e dai regimi reazionari che stanno incendiando il mondo. L'hanno fatto anche per esprimere la loro critica verso l'azione dello Stato compiacente verso padroni e verso le classi dominanti, verso un sistema in cui sottosegretari possono sparare a Capodanno, ministri possono professare apertamente la loro ideologia fascista che sarebbe cancellata dalla Costituzione, e così via.Il governo e il suo ministro Valditara, e i presidi ad essi allineati, le autorità scolastiche sono sempre più favorevoli a schierarsi col governo quando viene ripristinata la loro cosiddetta “autorità”. All'istituto Tasso 170 studenti sono stati sospesi per 10 giorni con 5 in condotta e con minacce di loro utilizzo per lavori cosiddetti socialmente utili. 170! quindi una fetta consistente della scuola. Quindi non è vero che si vuole tutelare la scuola da "piccole minoranze facinorose", si vogliono colpire gli studenti indiscriminatamente e si vuole nello stesso tempo indicare una intimidazione generale verso il movimento degli studenti.
Il governo è sceso subito in campo. Valditara ha parlato di giusta fermezza, "le regole vanno rispettate". Per favore! L'ultima cosa di cui potreste parlare voi del governo, voi autorità scolastiche, è quella delle regole. Le scuole spesso sono in condizioni fatiscenti. Gli insegnanti mancano e laddove ci sono, una larga fetta di loro è precaria. Le strutture scolastiche sono largamente insufficienti. E soprattutto in queste scuole viene negata la libertà spesso di pensiero e di azione degli studenti.
Regole? “Regali e tangenti al MIUR” - intitolavano giorni fa i giornali. I dirigenti ministeriali presi con le bustarelle di tre milioni di euro, appalti pilotati a favore di imprenditori: questo avviene anche nelle scuole. Dove sono le regole? le regole scattano per questo governo quando gli studenti fanno sentire la loro voce, quando protestano. E lì, allora, che scatta la mannaia della repressione. Lì questo governo mette in luce quello che realmente è: un governo fascista che vorrebbe una scuola alla fine fascista, come quella del ventennio dove vigeva, oltre che la dittatura, l’irreggimentazione delle menti e della sostanza degli studenti; scuole, università che hanno partorito i loro intellettuali e docenti, hanno partorito le leggi razziali, le leggi contro gli ebrei - ed è ciò che questo governo vuole fare, anche se oggi apparentemente non sarebbero gli ebrei i perseguitati, ma coloro che si oppongono e soprattutto coloro che solidarizzano con i palestinesi e con i popoli oppressi dall'imperialismo.
Una scuola di questo genere serve a irreggimentare i giovani e a separarli innanzitutto dalle grandi questioni sociali e della principale questione sociale, quella che riguarda i proletari, la classe operaia: l'unità operai/studenti degli anni 70 che è stata la bandiera che ha permesso un grande movimento di massa che ha messo in discussione lo stato di cose esistente, ha cambiato la coscienza e ha dato a operai, studenti e via via a tutti i settori proletari e poveri della popolazione, forza e dignità.
Quella stagione si vuole ora cancellare sul piano sia culturale che storico. Questa repressione colpisce oggi per prevenire quello che nelle scuole e in generale nel mondo del lavoro e nella società, può avvenire.
Per questo i primi interessati dovrebbero essere i lavoratori a solidarizzare e a protestare contro la repressione verso gli studenti che lottano, far sentire la loro voce, perché l'unità operai/studenti è una forza della classe e di tutti coloro che vogliono cambiare lo stato di cose nelle fabbriche, sui posti di lavoro, nella società.
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