Veniamo a conoscenza delle esternazioni di turno del politicante calabrese attraverso l’edizione del successivo mercoledì dieci del quotidiano telematico fascista Secolo d’Italia, per il tramite della penna di tale Alessandra Danieli. Costei riprende le parole dell’ex Ministro degli Affari Interni che non trova di meglio che esprimersi nel modo seguente: «la mia posizione è sempre stata la stessa. Io penso che le manifestazioni vadano impedite se si manifesta un atto di violenza».
Quindi prosegue: «non c’è un atto di violenza, ma ci sono atti condannabili eticamente come
questo, ci sono le denunce fatte dalla magistratura. Come è stato fatto, visto che sono state denunciate 5 persone per apologia del fascismo».Quindi conclude esaltando l’operato del titolare pro tempore del Viminale: «Piantedosi non poteva fare meglio dei predecessori perché in una manifestazione dove non ci sono atti di violenza quello che fa una democrazia è garantire che nessuno paghi un prezzo sul terreno della violenza».
Eh no, caro Minniti: l’apologia di fascismo, ed il gesto del braccio teso in saluto romano è la sua plastica rappresentazione, è un reato: sarebbe stato dovere della “pubblica sicurezza” intervenire duramente per impedire che esso fosse perpetrato.
Il non averlo fatto pone oggettivamente i responsabili di quella piazza delle “forze dell’ordine” in una ingiustificabile posizione di contiguità con i militonti fascisti presenti sul posto: le circa cento identificazioni successive, e le cinque denunce fatte, sono un insulto all’antifascismo che sta alla base dei principi della Carta Costituzionale della Repubblica Italiana.
Bosio (Al), 18 gennaio 2024
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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