Torino, avvocati in piazza per difendere gli attivisti climatici: «Troppe denunce, così si azzera il diritto al dissenso»
Conferenza stampa in piazza Palazzo di Città con legali, ex magistrati e docenti universitari per difendere le ragioni delle proteste dei movimenti
Le associazioni ambientaliste stavolta si ribellano non alle politiche sul clima ma contro quelle, a loro dire, repressive dei movimenti. In piazza Palazzo di Città a Torino hanno preso parola in una conferenza stampa a cielo aperto gli avvocati Gianluca Vitale e Roberto Capra, l'ex magistrato Livio Pepino, la professoressa Alessandra Algostino (docente di Diritto costituzionale dell'Università di Torino) e Roberto Mezzalama, presidente di Torino Respira.
A suscitare preoccupazione sarebbe in particolare il sempre più frequente ricorso da parte delle Questure a misure di prevenzione del codice antimafia (come il foglio di via o l’avviso orale) in risposta alle manifestazioni di protesta di diversi movimenti e collettivi italiani.
Misure che - secondo i manifestanti e gli
avvocati - costituiscono una limitazione del diritto di spostamento e di
manifestazione in città diverse da quella di residenza, impattando
fortemente sulla vita di chi ne è oggetto.
L’ormai frequente utilizzo di misure di prevenzione si affianca inoltre al numero sempre crescente di denunce.
«Ormai in tutta Italia ogni volta che viene condotta un'azione di
sensibilizzazione su questi temi la polizia non solo interviene immediatamente per
impedirla o interromperla, ma identifica e denuncia tutte le persone
presenti; anche con ipotesi di reato fantasiose ed infondate, tanto che a
volte è la stessa magistratura inquirente a riconoscere l'infondatezza
delle denunce» come afferma l'avvocato Vitale.
Ne sono un esempio le numerose denunce e fogli di via notificati nelle ultime settimane a Extinction Rebellion.
«Il diritto di riunione è fondamentale in una democrazia, esprime le istanze di partecipazione e pluralismo che ne costruiscono il fondamento e la struttura portante. Oggi è diffusa la tendenza a ragionare di manifestazioni non autorizzate, ma la riunione, in quanto diritto, non necessita di alcuna autorizzazione, semplicemente, quando si svolge in luogo pubblico, è previsto un preavviso all'autorità di pubblica sicurezza» come sottolinea la professoressa Algostino.
Il riferimento è anche alle parole del prefetto di Torino, Donato Giovanni Cafagna, che all'indomani degli incidenti di ottobre aveva rilasciato un'intervista in cui asseriva che le cariche della polizia fossero «un atto dovuto» poiché «non c'è stata nessuna richiesta di autorizzazione da parte dei manifestanti».
«Da anni i movimenti climatici portano avanti le loro manifestazioni in modo pacifico e nonviolento, utilizzando i loro corpi e la loro intelligenza per portare un messaggio di urgenza a quante più persone possibili» dichiara Roberto Mezzalama, uno dei promotori della petizione su change.org firmata da migliaia di persone, compresi molti docenti universitari di UniTo e del Politecnico, in difesa della libertà di manifestazione e in solidarietà ai movimenti climatici.
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