venerdì 28 luglio 2023

pc 28 luglio - Ucraina: capitalisti oligarchi sfruttatori arricchiti, corruzione... le notizie che confermano la fogna nazifascista di Zelensky

Non solo viaggi alle Maldive. A Kiev accuse di tradimento e corruzione

IL LIMITE IGNOTO. Borysov sarebbe stato pagato da chi voleva evitare la leva. Su Ponomaryov il sospetto di aver collaborato con la Russia nel sud-est occupato

Zelensky parla al Parlamento ucraino - Ap

Sabato Angieri

«Ogni legge necessaria per rafforzare la posizione delle nostre truppe deve essere adottata. Ogni legge necessaria all’Ucraina per avviare i negoziati di adesione alla Ue deve essere adottata». Lo ha detto il presidente Zelensky nel suo discorso di martedì sera in risposta agli scandali di corruzione che stanno attraversando il Paese.

IL PRESIDENTE è partito dalla storia di Yuri Arestov, il deputato del suo stesso partito scoperto in vacanza alle Maldive un paio di settimane fa. Arestov è servito da exemplum per sollevare una questione morale e per stabilire un confine netto tra i «traditori» e il resto dei funzionari ucraini, ma il suo caso non è il più grave. Yehven Borysov, capo dell’ufficio di reclutamento militare di Odessa, è stato arrestato lunedì per ordine dell’Ufficio di Stato per le indagini e della Procura generale dell’Ucraina. L’Agenzia nazionale per la prevenzione della corruzione (Nabu) ha dichiarato che Borysov ha acquisito illegalmente più di 5 milioni di dollari attraverso «elaborati schemi d’affari». Nei mesi scorsi i media ucraini avevano riferito di come la sua famiglia avesse acquistato proprietà in Spagna.

Sembra, infatti, che Borysov per anni avesse alimentato un sistema di corruzione che permetteva a chi pagava di eludere il servizio di leva o la coscrizione obbligatoria. Argomento quanto mai delicato in con la guerra in corso e la controffensiva ucraina che stenta a ottenere successi. Da una prima stima sembra che più di 20 mila persone si sarebbero rivolte a Borysov negli anni per evitare di combattere, il che rende anche difficile stabilire l’inizio preciso dell’attività parallela del funzionario.

DI SICURO si tratta di uno schema collaudato che risale a prima della guerra, forse al 2017, ma le indagini sono in corso ed è presto per dirlo. Oleksiy Novikov, il capo del Nabu, ha dichiarato in una conferenza stampa che le indagini preliminari dimostrano che Borysov ha ottenuto ingenti somme di denaro attraverso prestiti da partner commerciali. È evidente che il tribunale distrettuale di Kiev non vuole assolutamente che l’uomo si allontani e ha fissato la cauzione a circa 4 milioni di dollari.
Inoltre c’è il caso dell’ex-parlamentare Oleksandr Ponomaryov, sospettato di aver collaborato con la Russia nel sud-est occupato, ora agli arresti. Il tribunale del distretto Pecherskyi di Kiev lo trattiene senza possibilità di uscire su cauzione in quanto il timore che Ponomaryov scappi è molto alto. La sua storia è nota agli inquirenti, il procuratore generale Andriy Kostin aveva già emanato ai suoi danni un avviso di garanzia per «sospetto tradimento». D’altronde, da quando il partito «Piattaforma dell’opposizione – Per la vita» era stato bandito, molti politici di quest’area hanno avuto problemi con la legge.

ANCHE SE L’ACCUSA per Ponomaryov è molto grave: l’ex deputato si sarebbe recato da Kiev a Berdiansk nel primo giorno dell’invasione russa e lì avrebbe iniziato a collaborare con il nemico per «preservare le proprie ricchezze e attività commerciali». Secondo gli inquirenti, le imprese a lui legate forniscono locali utilizzati dai militari russi, li riforniscono di cibo, carburante e olio per motori. Inoltre, sempre secondo l’accusa, Ponomaryov controlla indirettamente alcuni media locali sui quali sarebbe stata trasmessa «propaganda filo-russa, fuorviando la popolazione di Berdiansk». Mercoledì gli inquirenti hanno accusato anche l’ex capo di Ponomaryov, il fondatore del partito Per la vita, Vadim Rabinovych, si «distribuire informazioni di propaganda anti-ucraina tra la popolazione e la leadership politica dei Paesi dell’Unione europea».

da il Manifesto di oggi

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