Mentre dal 1° di agosto il governo moderno fascista Meloni ha deciso di tagliare il reddito di cittadinanza per centinaia di migliaia di famiglie, la Confcommercio fa i suoi conti sulla povertà crescente delle masse popolari.
La Confcommercio, così come altre istituzioni dei padroni, non
ha fatto certo questo “studio” a favore delle masse, ma soprattutto per mettere
in luce qual è il “rischio” dal punto di vista dei padroni del commercio “Il rischio
è una riduzione strutturale dei consumi che potrebbe frenare la crescita
economica”.
Infatti, se non si “consuma” e cioè se non si hanno soldi da spendere ne va delle tasche dei
commercianti che non incassano e a loro volta ne va delle fabbriche che producono ciò che i commercianti vendono!I commercianti pensavano che l’aumento del costo della vita
riguardasse solo la “componente energetica” e cioè le spese legate a
carburanti, elettricità ecc. e invece: “una parte sempre più consistente di
questi aumenti riguarda però le spese cosiddette ‘obbligate’ (per l’abitazione,
per la salute, per assicurazioni, carburante ecc.)” e
questo “rende questo fenomeno particolarmente preoccupante, perché impoverisce
le famiglie e ne riduce la propensione al consumo, determinando un
rallentamento della domanda che preoccupa le imprese.”
E questi aumenti non accennano a diminuire, anzi! “… ci si
attendeva quest’anno un rallentamento significativo di tale percentuale, in larga
parte spinta dalla componente energetica. Invece, la stima è di un 41,5% sopra
i livelli prepandemia (il 40,6% nel 2019) … Ma soprattutto, non pare destinata
a scendere sotto il 40%, almeno nel breve-medio termine.”
Nessuna illusione, quindi. È necessario che soprattutto operai,
lavoratrici e lavoratori diano una risposta all’impoverimento costante, unendosi alle masse disoccupate, e lanciando con una indispensabile campagna per l’aumento dei salari!
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