mercoledì 18 gennaio 2023

pc 18 gennaio - L’arresto di Messina Denaro e lo sciacallaggio politico della Meloni

Sembra che la Meloni avesse l’aereo già pronto! “In preda al primo vero impasse di governo, si precipita a Palermo” dice il Manifesto di ieri. Un’operazione di sciacallaggio politico da parte della “borghesia mafiosa”, necessario ad un’altra operazione, quella della distrazione di massa dai problemi con i quali il proletariato e le masse popolari hanno a che fare ogni giorno: dalla disoccupazione, al carovita, alle ricadute della partecipazione dell’Italia alla guerra e a quelle della finanziaria che ruba ai poveri per dare ai ricchi. Quando qualche giornalista ricorda “…le polemiche circa i pochi impegni sulla lotta alla mafia nel programma elettorale di Fratelli d’Italia e nel discorso di insediamento da presidente del consiglio”, la Meloni preferisce concentrare l’attenzione generale sui criminali, sullo “Stato che c’è e vince” e altre fesserie del genere che si alimentano della coincidente simbologia di questi giorni! 30 anni dalla “cattura” di Riina; carabinieri sempre protagonisti e “a difesa delle Istituzioni” grazie al “metodo Dalla Chiesa”, il tutto nel fragore delle urla di vittoria dei carabinieri incappucciati che non rinunciano alla sceneggiata degli abbracci e del tifo da stadio!

L’arresto – visti i dubbi non si può parlare di “cattura” - è avvenuto in realtà in un modo molto banale.

Per questo e tanto altro in contemporanea ai “festeggiamenti” sono partiti i dubbi su una possibile “trattativa” per la resa del capomafia latitante da 30 anni! E che la “trattativa Stato-Mafia” ci sia stata, o

non sia mai finita, è nelle carte dei magistrati. Il dubbio è così forte che perfino dalla maggioranza del governo chiedono al ministro di riferire in Aula!

Che la mafia sia una montagna di merda, come diceva Impastato, è chiarissimo ma come abbiamo già detto, una montagna di merda prodotta dal capitalismo. Ciò significa che senza la borghesia imperialista la mafia sarebbe semplice “criminalità”: l’elenco dei politici indagati e finiti in galera è molto lungo, citiamo solo il fu Giulio Andreotti condannato per “concorso esterno” alla mafia, ma solo fino al 1980!!! L’ex senatore di Forza Italia ed ex sottosegretario all'interno, Antonio D'Alì, di Trapani, condannato definitivamente qualche giorno fa per rapporti consolidati con i Messina Denaro…

Questa “mafia” che viene considerata non più “stragista” o addirittura “debole” o senza più capi, tanto per tranquillizzare l’opinione pubblica, è la stessa che si è “infiltrata” nell’economia, che gestisce il “fiume di droga” (così titolano i giornali) che invade diverse città a cominciare da Palermo, il pizzo ecc. ecc. che significa un “giro d’affari” di miliardi (a 4 miliardi ammonterebbe il “patrimonio” del solo Messina Denaro!)

Ma soprattutto la “mafia” è da sempre il braccio armato “illegale” di una parte della borghesia che di fatto contribuisce ad accentuare la repressione che già subiscono proletari e masse popolari.

Certo che bisogna, quindi, liberarsi della “mafia”: e i momenti di soddisfazione espressi da una parte dell’opinione pubblica per l’arresto di questo assassino senza scrupoli sono un segno di questa volontà, ma liberarsi della “mafia”, per i proletari e le masse popolari, significa liberarsi della stessa borghesia dominante e del suo sistema sociale che dà “copertura” a questo orrore!

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