mercoledì 8 giugno 2022

pc 8 giugno - I padroni italiani delle armi, Leonardo in testa, e i militari spingono per un ulteriore aumento delle spese militari!

 

La soglia del 2% del PIL che era già passata con un voto del Parlamento su proposta del governo Draghi - che ha significato passare dai 25 ai 38 miliardi annui, cioè dai 68milioni al giorno ai 104 milioni al giorno - i padroni dei cannoni la vogliono superare e chiedono ulteriori aumenti di spese pubbliche ai rappresentanti del governo e ai parlamentari. Di questo si è parlato all’incontro a Roma “Industria della Difesa, scenari e prospettive nella crisi post Ucraina”, organizzato dal capogruppo di Forza Italia alla commissione Difesa della Camera, Maria Tripodi. Alla tavola rotonda si sono confrontati i vertici dello Stato imperialista, con il sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, e il segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, e i padroni delle principali aziende del comparto aerospazio, difesa e sicurezza presenti in Italia, con il presidente di Leonardo, Luciano Carta, il presidente di Fincantieri Claudio Graziano, l’ad di Iveco Defence Vehicles Claudio Catalano, l’ad di Mbda Italia Lorenzo Mariani, il ceo di Avio Aero Riccardo Procacci, il direttore Europa occidentale e Nato di Lockheed Martin Emanuele Serafini.

Per il presidente di Leonardo, Luciano Carta: “la situazione geostrategica sta ora portando molte nazioni europee ad accelerare ed assumere impegni ancora più importanti: il ‘totem’ del 2% sarà superato in molti Paesi”. 

Per il presidente Fincantieri e già presidente del Comitato militare dell’Ue, Claudio Graziano, sul tema della Difesa “abbiamo l’urgenza di una sovranità nazionale dal punto di vista industriale, nell’ambito di un’autonomia strategica europea, e di una maggiore collaborazione; sembrano due cose in contrasto, ma non lo sono”, e per coordinare queste due priorità parallele “sarà necessaria una forte azione politica”.

Per quanto riguarda il nostro Paese, come sottolineato dal generale Portolano, il comparto produttivo nazionale è “uno dei più importanti del sistema-Paese”. Per il generale, inoltre, in questo momento storico, con la crisi generata dal conflitto in Ucraina, c’è la necessità di riflettere “sull’ammodernamento dello strumento militare, anche nel campo dell’innovazione tecnologica”

Secondo l’amministratore delegato di Mbda Italia, Lorenzo Mariani “è giusto pensare a un prima e a un dopo il conflitto in Ucraina, e il dopo deve essere strutturato in modo tattico e strategico”, e in questa proiezione, l’industria della Difesa può rappresentare “un importante strumento di politica economica, visto l’impatto sul Pil e sull’occupazione e, grazie all’export, può essere anche uno strumento di politica estera”. 

Per Serafini la strada che l’Europa dovrebbe intraprendere per dotarsi di queste capacità “è la collaborazione con partner transatlantici, accanto ad un percorso europeo”.

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