Ma quanto vale quel cassone per l’azienda agricola che lo rivende alle industrie di trasformazione? “Mediamente tra i 28 e i 30 euro, al netto dello scarto di prodotto”,. Il calcolo è presto fatto. Sui
piazzali delle industrie, il cassone viene venduto a un prezzo che oscilla fra i sei e i nove centesimi al chilo: moltiplicato per 375, il risultato varia da 22,50 a 33,75 euro.
Per il caporale, invece, l’incasso può toccare anche i 100mila euro nel giro di tre mesi. . “Due rapidi conti: hanno dei pullmini da 15 a 30 posti, fanno quattro o cinque viaggi al giorno tra andata e ritorno, 15 euro a persona trasportata, per tre mesi. Quindi, 15 per 15 per 5 per 90 fa 100mila euro in tre mesi”. Un affare, il caporalato. Con un danno economico “tra i 3,4 e i 3,6 miliardi”, nel complesso. Parola di Galli.
la legge regionale, puntava a sottrarre il trasporto dei braccianti ai caporali, con un servizio pubblico, ma non ha funzionato. L’ha spiegato il governatore della Puglia, Michele Emiliano, dopo la strage di lunedì 6 agosto: “Le risorse per garantire un trasporto più sicuro dei lavoratori dell’agricoltura ci sono, le ha stanziateproprio la Regione. Ma per predisporre un servizio di trasporto pubblico è necessaria la collaborazione delle aziende agricole. Con la massima trasparenza, devono farne richiesta comunicando numero di lavoratori, orari di lavoro, tragitti di percorrenza. Questo non avviene mai, non è mai avvenuto sino ad oggi”, ha ammesso il presidente.
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