Un migrante ivoriano Salif Traoré, è stato investito ed è morto mentre cercava di raggiungere a piedi il presidio a Codevigo. "Noi andiamo avanti anche per chi è rimasto indietro”, dicono i migranti che hanno ripreso la marcia anche per tutti quelli che sono rimasti nel campo.
Ore 18.30.
Dall’incontro col prefetto, la trattativa è andata avanti colpo su
colpo, in piedi, sulla strada sterrata dell’argine del Bacchiglione.
Ma sono continui i tentativi della
prefettura di riportare i migranti a Cona, dove dovrebbero continuare ad
aspettare le “soluzioni”, sempre troppo lente ad arrivare.
Dal patriarca di Venezia, anche
stanotte, arriva la disponibilità a tamponare la mancanza di assunzione
di responsabilità dello Stato.
Questa notte i migranti non torneranno a Cona e verranno ospitati in diverse parrocchie della provincia di Venezia.
Domani sarà un altro giorno, una
delegazione incontrerà la prefettura e continuerà il dialogo per
arrivare a definire soluzioni dignitose per i migranti in marcia in
questi giorni, ma anche per quelli rimasti nell’ex base militare di
Cona.
Ore 14.00. La
polizia ha tentato di bloccare la marcia per dignità dei richiedenti
asilo sul ponte che collega l’argine alla strada provinciale che porta a
Mira. La richiesta formale è quella di abbandonare la marcia e
ritornare a Cona in attesa di riprendere le fila del dialogo con la
prefettura che ieri ha proposto un incontro fra 5 giorni.
I
migranti rispondono un “no” all’unisono. “L’obiettivo non è solo Mira,
ma è Venezia per denunciare le nostre condizioni disumane alla
prefettura al governo italiano, aĺl’UE, all’ONU, al Vaticano alle
associazioni per i diritti umani. Vogliamo dignità e integrazione, non
siamo violenti.”
Ma
poi parlano anche dei motivi per cui sono arrivati in Italia, quelli
che i media nn ricordano mai perché parlano delle colpe dei nostri
governi impegnati in guerre e occupazioni dei loro territori.
Ricordano Sandrine Bakayoko, morta a Cona lo scorso gennaio. Parlano
di Salif Traoré, morto ieri mentre raggiungeva i compagni i lotta.
Parlano di Abd el Salam, morto in un picchetto sindacale mentre
richiedeva diritti per tutti. Parlano di un ospite ferito a colpi d’arma
da fuoco ieri a Napoli da un “operatore”. Parlano dei tendoni di Cona
che secondo il governo italiano sarebbero strutture di prima accoglienza
adatte a degli esseri umani.
E
la rabbia cresce. E dicono no! Nessuna mediazione che riguardi il
ritorno a Cona. Ora che le catene di Cona si sono spezzate non si vuole
solo respirare l’aria, ma si vuole ciò che serve: casa, diritti,
dignità! Per
ora quindi si aspetta di sapere la controproposta delle istituzioni, e
il percorso che porti alla soluzione dei problemi e non alla
dimenticanza delle emergenze sociali.
*****
Dopo
due notti e due giorni continua la marcia per la dignità dei
richiedenti asilo di Cona (VE) da mesi parcheggiati nell'ex base in
condizioni di estrema precarietà. Dopo aver passato la notte accampati
nella chiesa di Codevigo, questa mattina i migranti hanno ripreso la
marcia al grido “Cona stop” e “basta Cona”.
Rivendicano
il loro diritto a una vita dignitosa, e il diritto all'integrazione
senza politiche della paura e della xenofobia. Ma condannano anche le
condizioni del campo di Cona che non sono strutture di accoglienza ma un
vero e proprio cimitero!
Intanto
il gruppo di ieri si è rinfoltito di altri richiedenti che ieri hanno
preso coraggio e si sono uniti ai compagni che per primo hanno lasciato
la base di Cona con la determinazione di non volerci tornare
Una presa di
posizione netta che non ha bisogno di commenti.
Oggi
la marcia dei 300 riprende quindi verso Mira, a pochi chilometri da
Venezia, dove si sta organizzando un presidio di solidarietà e
accoglienza per la notte.
#marciaperladignità
#conastop
Ore 18.30. Dall’incontro col prefetto, la trattativa è andata avanti colpo su colpo, in piedi, sulla strada sterrata dell’argine del Bacchiglione.
Ma sono continui i tentativi della prefettura di riportare i migranti a Cona, dove dovrebbero continuare ad aspettare le “soluzioni”, sempre troppo lente ad arrivare.
Dal patriarca di Venezia, anche stanotte, arriva la disponibilità a tamponare la mancanza di assunzione di responsabilità dello Stato.
Questa notte i migranti non torneranno a Cona e verranno ospitati in diverse parrocchie della provincia di Venezia.
Domani sarà un altro giorno, una delegazione incontrerà la prefettura e continuerà il dialogo per arrivare a definire soluzioni dignitose per i migranti in marcia in questi giorni, ma anche per quelli rimasti nell’ex base militare di Cona.
Ore 14.00. La
polizia ha tentato di bloccare la marcia per dignità dei richiedenti
asilo sul ponte che collega l’argine alla strada provinciale che porta a
Mira. La richiesta formale è quella di abbandonare la marcia e
ritornare a Cona in attesa di riprendere le fila del dialogo con la
prefettura che ieri ha proposto un incontro fra 5 giorni.
I
migranti rispondono un “no” all’unisono. “L’obiettivo non è solo Mira,
ma è Venezia per denunciare le nostre condizioni disumane alla
prefettura al governo italiano, aĺl’UE, all’ONU, al Vaticano alle
associazioni per i diritti umani. Vogliamo dignità e integrazione, non
siamo violenti.” Ma poi parlano anche dei motivi per cui sono arrivati in Italia, quelli che i media nn ricordano mai perché parlano delle colpe dei nostri governi impegnati in guerre e occupazioni dei loro territori.
Ricordano Sandrine Bakayoko, morta a Cona lo scorso gennaio. Parlano di Salif Traoré, morto ieri mentre raggiungeva i compagni i lotta. Parlano di Abd el Salam, morto in un picchetto sindacale mentre richiedeva diritti per tutti. Parlano di un ospite ferito a colpi d’arma da fuoco ieri a Napoli da un “operatore”. Parlano dei tendoni di Cona che secondo il governo italiano sarebbero strutture di prima accoglienza adatte a degli esseri umani.
E la rabbia cresce. E dicono no! Nessuna mediazione che riguardi il ritorno a Cona. Ora che le catene di Cona si sono spezzate non si vuole solo respirare l’aria, ma si vuole ciò che serve: casa, diritti, dignità! Per ora quindi si aspetta di sapere la controproposta delle istituzioni, e il percorso che porti alla soluzione dei problemi e non alla dimenticanza delle emergenze sociali.
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Dopo
due notti e due giorni continua la marcia per la dignità dei
richiedenti asilo di Cona (VE) da mesi parcheggiati nell'ex base in
condizioni di estrema precarietà. Dopo aver passato la notte accampati
nella chiesa di Codevigo, questa mattina i migranti hanno ripreso la
marcia al grido “Cona stop” e “basta Cona”.
Rivendicano
il loro diritto a una vita dignitosa, e il diritto all'integrazione
senza politiche della paura e della xenofobia. Ma condannano anche le
condizioni del campo di Cona che non sono strutture di accoglienza ma un
vero e proprio cimitero!
Intanto
il gruppo di ieri si è rinfoltito di altri richiedenti che ieri hanno
preso coraggio e si sono uniti ai compagni che per primo hanno lasciato
la base di Cona con la determinazione di non volerci tornare
Una presa di
posizione netta che non ha bisogno di commenti.
Oggi
la marcia dei 300 riprende quindi verso Mira, a pochi chilometri da
Venezia, dove si sta organizzando un presidio di solidarietà e
accoglienza per la notte.
#marciaperladignità
#conastop
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