domenica 7 maggio 2017

pc 7 maggio - L'intervento imperialista in Libia a guida italiana, già in corso, uno dei temi del G7 di Taormina - una ragione in più per una reale e forte contestazione e non per processioni che non disturbino il mnovratore


LIBIA: ALFANO, IL NUOVO COMMESSO VIAGGIATORE DELL’ENI
Redazione di Operai Contro, in Libia l’ENI paga sia il presidente Fayez al-Sarraj,nominato dall’ONU che il padrone della Cirenaica Khalifa Haftar. L’Eni ha piattaforme di estrazione del petrolio sia in […]


In Libia l’ENI paga sia il presidente Fayez al-Sarraj, nominato dall’ONU che il padrone della Cirenaica Khalifa Haftar. L’Eni ha piattaforme di estrazione del petrolio sia in Tripolitania che in Cirenaica. L’ENI è abituata a pagare mazzette per depredare i paesi dell’Africa e dell’oriente. L’ENI paga mazzette anche in Libia. Alfano è stato assunto come commesso viaggiatore dell’ENI in Libia. Alfano, Fayez al-Sarraj, Khalifa Hafta, non contano niente ma garantiscono l’estrazione di petrolio dell’ENI.
(da operaicontro)

Editoriale maggio proletari comunisti

DIETRO LA GUERRA PROFITTI... DELL'ENI
L'imperialismo italiano interviene più o meno intensamente su tutti gli scacchieri del mondo, ora al servizio ora in alleanza dell'imperialismo Usa e della Nato, sempre per tutelare in proprio i propri
interessi economici, diplomatici e militari. Gli interessi principali sono quelli dell'Eni.
E' al servizio dell'Eni e della sua presenza in Libia che da mesi i governi, Renzi e Gentiloni, insistono per capitanare ufficialmente una missione militare che, col pretesto dei migranti, prevede un'occupazione militare della Libia a sostegno dei signori della guerra e a tutela degli interessi petroliferi dell'Eni.
E' per gli interessi dell'Eni, del cimento di Zohr che si copre la dittatura militare assassina di Regeni dell'Egitto di Al-sisi.
Ed è sempre nell'interesse dell'Eni, insieme a quelli di altri padroni imperialisti italiani, che si partecipa all'aggressione militare in Iraq, nella zona di Mossul, che si sostiene l'aggressione imperialista alla Siria, che ci si lega mani e piedi alla Turchia della dittatura fascista di Erdogan – in Turchia, però, sono tutti i padroni italiani che sono in prima fila.
Ed è di questi giorni la notizia che l'Eni fornirà gas naturale liquefatto per i prossimi 15 anni al Pakistan; questa fornitura corrisponde al 25% delle importazioni del Pakistan. Dire Pakistan significa Afghanistan, a dimostrazione che anche lì sono gli interessi e i profitti dei nostri padroni che spiegano la presenza infinita delle nostre truppe.
E che dire dei nuovi contratti in Mozambico, in America Latina? Un elenco infinito, su cui tutti tacciano e tutti i governi, partiti parlamentari, sindacati confederali sono d'accordo.
Anche in Italia, l'imperialismo è guerra! Anche in Italia lottare contro la guerra, i profitti della grandi multinazionali, senza lottare contro gli opportunisti che coprono l'imperialismo è una falsa lotta o una lotta spuntata.
Quando si parla di “movimento contro la guerra”, quando si parla di “opposizione al G7”, quello economico di Bari o quello generale con Trump di Taormina, occorre partire da questo dato di fondo e da questo impegno principale:
lottare contro il sistema imperialista, il proprio imperialismo, i propri governi e Stati, finalizzando ogni lotta e ogni movimento al loro rovesciamento, che non può mai essere pacifico.
Tuttora non ci sono ancora le condizioni per questo rovesciamento. Serve il Partito, il fronte unito, la forza combattente, ma per costruirli occorre che ogni movimento, ogni lotta su questo tema, ogni scadenza serva a questo obiettivo.
Non bastano campagne, serve unità organica e continuata per una lotta prolungata che prepari una guerra di popolo prolungata.

Proletari comunisti – PCm Italia
maggio 2017

Nessun commento:

Posta un commento