Nuova dichiarazione del movimento dei prigionieri palestinesi
Lo
sciopero è stato lanciato da 1500 prigonieri palestinesi il 17 aprile,
nella giornata dei prigionieri palestinesi, e ad esso si sono uniti una
serie di noti leader del movimento dei prigionieri e del movimento
nazionale palestinese. Marwan Barghouti, membro del comitato centrale di
Fatah, ha lanciato lo sciopero; e leader di tutti i movimenti politici
palestinesi, inclusi il segretario generale del Fronte Popolare per la
Liberazione della Palestina, Ahmad Sa’adat, il leader del FPLP Ahed Abu
Ghoulmeh, il leader del Islamic Jihad Zaid Bseiso, i leader di Hamas
Hasan Salameh e Abbas al- Sayyed, il leader del FDLP (Fronte Democratico
per la Liberazione della Palestina) Wajdi Jawdat, il leader del Partito
Popolare Bassam Khandakji e molti altri, inclusi i prigionieri detenuti
da più tempo Nael Barghouti e Karim Younes.
Gli
scioperanti hanno una serie di richieste/rivendicazioni, tra cui la
fine dei divieti delle visite dei familiari, il diritto ad appropriate
cure mediche, il diritto all’educazione in prigione e la fine
dell’isolamento e della “detenzione amministrativa”, l’incarcerazione
senza accusa o processo.
La
dichiarazione che segue è stata rilasciata oggi in lingua araba dal
movimento dei
prigionieri palestinesi a nome degli scioperanti ed è tradotta in italiano qui di seguito. Invitiamo con urgenza alla sua distribuzione nella misura più ampia possibile, e all’implementazione della sua chiamata all’azione, inclusa l’intensificazione della nostra organizzazione internazionale e solidarietà per costruire supporto, in giro per il mondo, ai prigionieri palestinesi in sciopero della fame e per le loro rivendicazioni legittime di dignità e libertà.
prigionieri palestinesi a nome degli scioperanti ed è tradotta in italiano qui di seguito. Invitiamo con urgenza alla sua distribuzione nella misura più ampia possibile, e all’implementazione della sua chiamata all’azione, inclusa l’intensificazione della nostra organizzazione internazionale e solidarietà per costruire supporto, in giro per il mondo, ai prigionieri palestinesi in sciopero della fame e per le loro rivendicazioni legittime di dignità e libertà.
Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso,
“Dicevano
loro: “Si sono riuniti contro di voi, temeteli”. Ma questo accrebbe la
loro fede e dissero: “Allah ci basterà, è il Migliore dei protettori” –
Il Sacro Corano.
Dichiarazione rilasciata dal movimento nazionale dei prigionieri palestinesi Comitato per lo Sciopero della Fame.
Mentre
lo Sciopero della Dignità del movimento dei prigionieri entra nel suo
20° giorno, è l’inizio di una fase di estremo pericolo per le vite dei
prigionieri in sciopero della fame. Questo giorno, infatti, segna anche
un punto specifico nel contesto degli attacchi allo sciopero da parte
del governo fascista dell’occupazione, che ieri ha annunciato, a guida
del Ministro della Sicurezza Interna Gilad Erdan, che si sta lavorando
per reclutare medici da un altro paese per compiere il crimine di
alimentare forzatamente i prigionieri, e che questo odioso crimine si
terrà nella clinica della prigione di Ramle, che abbiamo sempre vissuto
come luogo di isolamento e tortura. Siamo anche minacciati di
repressione e omicidio da parte delle unità repressive al-Matsada, e
siamo informati della loro prontezza a possibili sviluppi e scontri
dentro la prigione.
Questa
tendenza porta con sé la prepazione ad una crimine mirato contro i
prigionieri, con l’intenzione dell’omicidio. È chiaro che ora siamo
nella fase successiva, quella della repressione, degli abusi, e dei
tentativi di porre fine allo sciopero minacciando la vita dei
prigionieri. Le preparazioni in corso indicano che c’è una decisione,
presa nei confronti dei prigionieri, che vuole la loro morte per mano di
una banda di fascisti a Tel Aviv. Questo è ciò che rende questo scontro
un momento straordinario. Affrontarlo richiede chiarezza di visione,
progetti e attività che si innalzino al livello richiesto. Sottolineiamo
che il governo di assassini fascisti e di forze della sicurezza non ha
ancora capito bene la nostra decisione a che 50 prigionieri guida si
uniscano allo sciopero, e che se questo messaggio non è ancora giunto
alle bande sioniste, ne verranno a conoscenza nei prossimi giorni.
In
questo contesto, enfatizziamo che qualsiasi tentativo di implementare
il crimine dell’alimentazione forzata contro qualsiasi prigioniero in
sciopero della fame avrà, per noi, il significato di un progetto di
esecuzione dei prigionieri. Lo affronteremo secondo questi termini, e
trasformeremo le prigioni in luoghi di scontri con i nostri nudi corpi,
armati della nostra fede, della nostra volontà, della nostra
determinazione e della nostra fiducia che il nostro popolo, la nazione
araba e islamica, e le forze della libertà e della giustizia nel mondo
staranno al nostro fianco. Questa è una lotta per la libertà in
opposizione all’ingiustizia, alla persecuzione e all’oppressione, una
battaglia per preservare e lottare per i valori umani conro la barbarie e
il razzismo, rappresentati dall’occupazione e dai suoi attori.
Siamo
consapevoli della serietà della situazione presente, progettata dai
fascisti del governo di Tel Aviv. In questo contesto, ci appelliamo a
che:
1)
Dopo 20 giorni di sciopero e l’arrivo dei prigionieri ad una fase
pericolosa e fatale, facciamo appello per una settimana di indignazione
condivisa da tutte le componenti del popolo palestinese, in patria e in
esilio, un momento in cui il nostro popolo riversi la sua lava, i suoi
vulcani, la sua rabbia nei siti dello scontro con l’occupazione. Questo
significa anche la continuazione delle marce, delle proteste e dei
sit-in, e delle marce verso le tende di sit-in in solidarietà con i
prigionieri nei villaggi e nelle città, nonché l’accerchiamento delle
ambasciate dell’occupazione in giro per il mondo;
2)
Chiediamo che l’Autorità Palestinese interrompa immediatamente il
coordinamento della sicurezza con l’occupazione. Questi sono giorni di
scontri e azione nazionali;
3)
Ci appelliamo a che si avvii una campagna internazionale più ampia da
parte dei medici arabi e palestinesi, che avvisi dei pericoli
dell’accettazione da parte dei medici a partecipare al crimine
dell’alimentazione forzata dei prigionieri;
4)
Chiediamo con urgenza l’azione affinché si perseguano e si processino i
criminali dell’amministrazione carceraria dell’occupazione, delle
agenzie dei servizi segreti, e il Ministro della Sicurezza Interna, il
terrorista Gilad Erdan; (chiediamo) azione giudiziaria ovunque nel
mondo, annunciando liste di nomi, ufficiali e ministri del nemico da
perseguire come criminali di guerra;
5)
Ci appelliamo a che si formi una cornice nazionale palestinese guida,
inclusiva e partecipata da parte di tutte le forze nazionali e
islamiche, e da parte di figure nazionali palestinesi, che guidi e segua
le azioni di lotta per i prigionieri palestinesi a livello palestinese,
arabo ed internazionale. Enfatizziamo the necessità che il comitato che
segue la questione dei prigionieri nella Palestina occupata guidi la
formazione di questa cornice. Il popolo palestinese ovunque sia ha un
ruolo cruciale da compiere nel promuovere la lotta dei prigionieri.
Questo conflitto deve essere rappresentato e supportato da una cornice
nazionale e unificata;
6)
Ci rivolgiamo ai giovani uomini e alle giovani donne palestinesi, agli
studenti, ai lavoratori, alle forze rivoluzionarie che tengono il futuro
nelle loro mani, e chiediamo con urgenza che partecipino creativamente
alla lotta e che ricoprano il ruolo che viene richiesto loro. Non avete
mai deluso i prigionieri per un giorno, e continuerete a portare avanti
la lotta, e noi ci appoggiamo a voi.
In
conclusione, i prossimi giorni porteranno sviluppi da parte nostra, e
mentre affrontiamo le politiche dell’occupazione, affronteremo questa
politica di esecuzioni approvata dal governo dell’occupazione contro di
noi, i prigionieri della lotta di resistenza armata e della lotta
popolare quotidiana.
“Gli ingiusti vedranno, ben presto, il destino verso il quale si avviano.”
Gloria ai martiri e la rivoluzione continua. Marciamo sui passi della vittoria!
I
vostri fratelli, compagni e mujahideen Il Movimento dei Prigionieri
Palestinesi, 6 maggio 2017 20° giorno dello Sciopero della Libertà e
della Dignità.
Trad. Tamara T.
da: invictapalestina.org
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