Calo
di consensi e maggioranza che scricchiola al Senato per il premier.
Ma, in attesa della ripresa dei lavori parlamentari a settembre,
intervengono a sostegno del premier 209 esponenti dell'elite
economico-finanziaria, che comprano una pagina del quotidiano di Via
Solferino per evidenziare il suo "coraggio" ed elencare gli
obiettivi raggiunti. Anche se ricordano che "molto rimane da
fare"
di
Eleonora
Bianchini | 22 agosto 2015 il fatto quotidiano
“In
soli 18
mesi
finalmente questo governo
ha realizzato ciò che nessuno era riuscito a fare prima e senza i
soliti compromessi
al ribasso”. Pagina 22 del Corriere
della Sera, sabato
22 agosto. In testa la scritta “Noi continuiamo a sostenere
Matteo Renzi!”
e sotto tutti gli obiettivi raggiunti o “in via di conclusione”
dell’esecutivo guidato dal segretario Pd.
Che, nel momento di maggiore difficoltà politica – tra
calo dei consensi elettorali sotto il 30%
fino alla minaccia
del Vietnam parlamentare della minoranza Pd sul Senato elettivo e
di una
maggioranza che scricchiola a Palazzo Madama
– incassa il sostegno della borghesia del Nord.
Sono
in tutto 209 i firmatari dell’appello sul quotidiano di
Via Solferino,
che lo
sottoscrivono in calce – in piccolo – con nomi e cognomi. Tutti esponenti autorevoli del mondo della finanza, (inclusa Roberta Furcolo, la moglie dell’ad di Mediobanca Alberto Nagel) divisi tra avvocati d’affari, consulenti finanziari, manager e imprenditori. Chiedono a Renzi “e ai parlamentari che dicono di sostenerlo ad andare avanti” e a opporsi con decisione ai professionisti del no”, ma vogliono coinvolgere anche i “cittadini interessati alle sorti del Paese“. Vorrebbero che si manifestassero “pubblicamente”, ad esempio con “lettere al giornale, interventi sui blog o altro”.
sottoscrivono in calce – in piccolo – con nomi e cognomi. Tutti esponenti autorevoli del mondo della finanza, (inclusa Roberta Furcolo, la moglie dell’ad di Mediobanca Alberto Nagel) divisi tra avvocati d’affari, consulenti finanziari, manager e imprenditori. Chiedono a Renzi “e ai parlamentari che dicono di sostenerlo ad andare avanti” e a opporsi con decisione ai professionisti del no”, ma vogliono coinvolgere anche i “cittadini interessati alle sorti del Paese“. Vorrebbero che si manifestassero “pubblicamente”, ad esempio con “lettere al giornale, interventi sui blog o altro”.
L’elite economico-finanziaria
del Nord che “tifa” per il premier gli riconosce i
risultati raggiunti
ed evidenzia in particolare quattro elementi.
Il suo “coraggio” per “la volontà di cambiare le cose”,
sottolineano il traguardo raggiunto della Buona
Scuola
che “finalmente utilizza la meritocrazia
e rende ogni preside responsabile della scuola che deve dirigere”.
Poi c’è “il Senato”
per rendere con la riforma “più efficiente l’attività
parlamentare”. E infine il capitolo “emergenza”
migranti.
L’unico, però, in cui non compare nessun risultato incassato
dall’esecutivo, ma che diventa il gancio per attaccare “le
vergognose
e ipocrite proposte demagogiche dei partiti di opposizione”
che “mirano soltanto ad attirare facili consensi“.
Per
chi firma sono tanti i risultati
raggiunti,
anche se ammettono che “molto, certamente, rimane da
fare”. Ad esempio? “Interventi
decisi che impongano la moralizzazione
della classe politica“,
continuo contrasto “alla corruzione
e alla criminalità
organizzata”
– anche se tra gli obiettivi raggiunti elencano l’approvazione
del ddl Grasso
– e interventi per porre al centro “una autentica cultura della
responsabilità“.
Poi invitano l’esecutivo a “impostare una strategia di
comunicazione continuativa e mirata per mantenere un filo
diretto
con il Paese“.
I
nomi
– Ma, scendendo più nel dettaglio, chi sono i firmatari? Si tratta
di professionisti dei salotti
buoni,
del mondo dell’economia
e della comunicazione finanziaria,
avvocati d’affari manager e imprenditori, tutti sponsor del
premier. Che è un “uomo politico” determinato a “cambiare
davvero le cose in questo Paese, nonostante quotidiano tentativi di
fermarlo e condizionarlo in ogni maniera e forma”. C’è Roberta
Furcolo,
ex dirigente di
Intesa San Paolo
e nota per essere la moglie di Alberto
Nagel,
amministratore delegato di Mediobanca.
Che,
peraltro, già a ottobre 2014 sottolineava l’esigenza di “sostenere
gli sforzi del governo (Renzi, ndr) per rendere più competitivo il
sistema Italia”.
Oltre
a essere Executive
Board Member
di Aon
SpA,
multinazionale del settore assicurativo, si è parlato di
lei quando il 21 febbraio 2012, durante un incontro a
Piazza Affari
con l’allora presidente del Consiglio Mario
Monti e
davanti a 400 esponenti della finanza chiese riguardo
l’agenda del governo: “Si prevede di attaccare la casta e ridurre
il peso della macchina dello Stato?”.
E un suggerimento: “Non cercate troppo il consenso delle
parti sociali“.
Il premier rispose scherzando: “Se l’accordo non arriverà
in tempo o non sarà completo mi ricorderò di lei”.
Nella
lista dei firmatari, poi, c’è Chicco
Testa, presidente
– tra le varie cariche – di Sorgenia
e Assoelettrica. E poi Guido
Roberto Vitale (consulente
finanziario e fondatore della Vitali&Co.), Giovanni
Tamburi (ex
banchiere d’affari e finanziere), Andrea
Casalini
(amministratore delegato di Eataly Net, società di e-commerce legata
al gruppo di Oscar Farinetti), Auro
Palomba (esperto
di comunicazione finanziaria e fondatore della società di
“reputation” Community) e il nobile Gaddo
della Gherardesca.
Si
aggiungono anche Paolo
Colonna
(ex presidente della società di investimento Permira)
e Paolo
Cuccia (presidente del Gambero Rosso holding con un passato in
Capitalia, Eur, Citicorp, Bulgari, Abn Amro e Acea).
Ma questi sono solo alcuni. In attesa del test al Senato,
per ora Matteo
Renzi
può contare sul sostegno della borghesia del Nord. Con tutti i suoi
nomi e cognomi.
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