Al Presidente della Corte Suprema
dell'India,
Corte Suprema,
Tilak Marg ,
Nuova Delhi - 110 001
Oggetto: arresto e detenzione del Prof. GN Saibaba dell'Università di Delhi
Nuova Delhi - 110 001
Oggetto: arresto e detenzione del Prof. GN Saibaba dell'Università di Delhi
Vostro Onore,
Noi, sottoscritti, desideriamo esprimere la nostra inquietudine e preoccupazione per il modo in cui il governo sta sempre più ricorre all'uso incontrollato e indiscriminato della custodia. In realtà, arresti e detenzioni indiscriminate stanno rapidamente diventando la norma, rendendo scottante la domanda: quando e contro chi va effettuato l'arresto?
Noi, sottoscritti, desideriamo esprimere la nostra inquietudine e preoccupazione per il modo in cui il governo sta sempre più ricorre all'uso incontrollato e indiscriminato della custodia. In realtà, arresti e detenzioni indiscriminate stanno rapidamente diventando la norma, rendendo scottante la domanda: quando e contro chi va effettuato l'arresto?
In particolare, si fa un evidente e
strumentale abuso del draconiano Unlawfal Activities (Prevention) Act
(2008) (UAPA) per perseguitare indiscriminatamente e intimidire le
voci del dissenso.
C'è una tendenza crescente ed evidente
a criminalizzare gli individui, eventi ed azioni che il governo
disapprova. Questo è parte di crescente sforzo per impedire la
libertà di parola e di pensiero, in contrasto con lo spirito e la
lettera della Costituzione indiana, nonché coi principi
internazionali dei diritti umani. Tali azioni diventano perniciose,
nel quadro degli ampi poteri e impunità che queste norme
garantiscono alle forze di polizia e paramilitari. Ciò è dimostrato
dal fatto che si ha notizia che il Ministero degli affari interni ho
emesso istruzioni per cui persone e organizzazioni che denunciano
violazioni di diritti umani nelle regioni in cui i maoisti agiscono
devono essere controllate e arrestate.
Nel recente caso del sequestro del Dr.
GN Saibaba, l'uso improprio dei UAPA e del potere per arrestare e
detenere e il disprezzo verso la dovuta procedura legale sono
particolarmente sconcertanti.
Il Dr. G N Saibaba, docente assistente
presso il Dipartimento di inglese del Ram Lal Anand College,
Università di Delhi, è stato arrestato dalla polizia del
Maharashtra venerdì 9 maggio 2014 , per i suoi presunti legami con i
leader Naxaliti. Le modalità di questo "arresto" sono
deplorevoli. Egli è stato nominato dall'Università capo esaminatore
per alcuni scritti degli esami universitari, il docente responsabile
il Maestro del suo dipartimento nel suo college. È membro attivo
della comunità dell’Università di Delhi, un insegnante molto
popolare e rispettato e una voce ascoltata, dentro e fuori
dell’università, sul rispetto delle norme democratiche. È stata
una voce critica e influente sulle politiche dello Stato indiano a
proposito la sua azione paramilitare nelle zone tribali centrale e
orientale, comunemente nota come Operazione Green Hunt. Insieme ad
altri intellettuali, ha richiamato l'attenzione sulle palesi
violazioni dei diritti umani delle popolazioni adivasi di queste
regioni. In particolare, ha sottolineato in diversi forum nazionali e
internazionali gli enormi interessi finanziari che rivendicando
quelle regioni per uno sviluppo industriale e commerciale privata.
Insieme ad altri intellettuali, ha criticato questi modelli di
"sviluppo" e la loro inutilità per la popolazione locale
in una democrazia partecipativa. La sua critica costante gli ha
guadagnato le ire dei poteri costituiti. Da diverso tempo cercavano
il modo per mettere a tacere questa voce molto importante.
Il primo raid, condotto da oltre 70
agenti della polizia di Gadchiroli e Delhi, era stato motivato
dall’accusa fabbricata che teneva in casa refurtiva non
specificata. Nonostante la minuziosa perquisizione dell’abitazione,
la polizia non ha trovato oggetti rubati.
Sono stati invece sequestrati in casa
del dottor Saibaba vari materiali, quali documenti, il suo computer
portatile, diversi pen-drive e hard-disk. Nessuno di questi elementi
è stato sigillato nonostante le veementi proteste dei suoi colleghi,
che si erano riuniti davanti alle sbarre del cancello della sua casa.
Invece che far verificare e firmare e la lista degli oggetti
sequestrati da uno dei colleghi universitari di Saibaba lì presenti,
la polizia l’ha presentata a due persone terrorizzate e analfabete
di passaggio.
Il Dott. GN Saibaba è uno studioso e
intellettuale pubblico. È in questo contesto che casa del dottor
Saibaba è stata perquisita e la lista del sequestro firmata. Nella
sua relazione sull’accaduto, nota al NHRC, il PUCL ha definito il
raid della polizia una "battuta di pesca". La polizia ha
successivamente sottoposto lui e la sua famiglia a continue molestie
e pressioni morali. Per diversi mesi, lui e la sua famiglia hanno
vissuto con la minaccia che potesse essere portato via in qualsiasi
momento, perché l'intero processo sembra essere stato parte di un
piano per incastrare il Dr. Sai Baba sulla base dei cosiddetto
"materiale incriminante" ritrovato sul suo computer
portatile ecc.
Dopo questo raid, nel gennaio 2014, una
squadra di poliziotti guidati da Suhas Bawache, ha interrogato
Saibaba nella sua casa sua per oltre 5 ore. Infine, la sua cattura,
ha più il carattere di un rapimento che di un arresto. Ci è stato
detto dal suo autista che la sua auto è stata costretta ad
accostarsi al lato della strada da una Santro su cui viaggiavano 5 o
6 poliziotti in borghese. I poliziotti in borghese hanno bendato,
malmenato e costretto il suo autista a salire sulla Santro, e hanno
portato via il dottor Sai Baba via sulla sua auto. L'autista e la
macchina sono stati illegalmente trattenuto per diverse ore presso la
Civil Lines Police Thana. La moglie e la figlia non hanno avuto
alcuna notizia di dove Saibaba si trovasse, e solo molto più tardi
sono state informate che Saibaba era catturato. Non è stato mostrato
alcun mandato di arresto, atto d’accusa o qualsiasi altro documento
che autorizzasse o giustificasse l'arresto. Questa sconcertante
operazione clandestina è stata una palese violazione della procedura
prevista dalla legge, e deve essere motivo di preoccupazione per
qualsiasi cittadino indiano.
Sorgono molte domande: perché Saibaba
è stato arrestato a meno di 300 metri da casa sua? Perché non gli è
stato permesso di prendere con sé medicine e vestiti? Perché la
moglie è stata informata dell’arresto solo due ore più tardi?
Perché l’autista è stato bendato?
Vorremmo qui inoltre attirare la vostra
attenzione sul fatto che il Dott. Saibaba è costretto su una sedia a
rotelle, soffre del 90 % di invalidità per postumi di paralisi
post-polio ad entrambi gli arti inferiori. Egli non rappresenta
alcuna sorta di rischio di fuga. È anche ammalato di cuore con
problemi di pressione sanguigna. Inoltre, soffre di dolori alla
schiena cronici e intensi, conseguenza della disabilità e dell’uso
della sedia a rotelle. Ha sempre collaborato pienamente
all'inchiesta, l’arresto non era necessario, certamente non in
queste modalità. Vorremmo qui anche far notare che la Commissione
nazionale per i diritti umani aveva già ammonito le forze di polizia
del Maharashtra e di Delhi per violazione dei diritti del Dr. Saibaba
nel corso precedente dell'inchiesta.
Il 10 maggio 2014, presso Magistratura
Metropolitana di Aheri, verificato il fatto che Sai Baba soffre del
90 % di invalidità, il giudice civile avrebbero potuto esercitare il
suo potere discrezionale ai sensi della disposizione della Sezione
437 del CRPC, in cui si afferma chiaramente che il giudice può
decidere che una persona può "essere rilasciata su cauzione, se
tale persona è di 'età inferiore ai sedici anni o è una donna o è
malato o infermo", invece di rimandarlo a un’ulteriore
custodia. Ciò è ulteriormente confortato dal fatto che la stessa
polizia ne ha chiesto il trasferimento da Gadchiroli e Aheri a Nagpur
dato che le strutture carcerarie erano del tutto inadeguate alle
esigenze mediche specifiche e alle necessità di un paziente con
complicazioni mediche come Saibaba. Ora è stato riveòato che Sai
Baba viene tenuto in una cella d'isolamento altamente insalubra, al
buio e in strutture inadeguate. La negazione della terapia gli
provoca dolore costante e deterioramento della sua salute. Inoltre,
patisce grandi difficoltà, dolore e umiliazioni nell’uso dei
servizi igienici dato l’impossibilita di usare la latrina
all’indiana di cui è dotata la sua cella. A causa il suo stato di
salute fragile, siamo particolarmente preoccupati per il benessere
del dottor Saibaba e che, per il suo stato di salute precaria, possa
avere un crollo fisico in custodia della polizia.
Apprendiamo anche dai notiziari che
anche la polizia del Chattisgarh ha espresso il desiderio di
interrogarlo. Abbiamo il sospetto che molte richieste del genere
verranno dalle polizie di vari stati e regioni remote, dove Saibaba
non ha mai messo piede e dove è molto difficile trovare assistenza
legale, solo per intensificare la pressione su di lui. L'attuale
causa madre, sarà moltiplicata fino a impegnare nel contenzioso
tutta la vita e le risorse della famiglia. Rendendo la famiglia
sempre più finanziariamente vulnerabile.
Vostro Onore, siamo profondamente
preoccupati per i metodi che sono adottati oggi dalla polizia per
mettere a tacere le voci di dissenso e critica. Una delle cause del
grave abuso di procedimenti processi legali è la copertura accordata
dai governi e della magistratura. Ci sono migliaia di prigionieri
politici che languono dietro le sbarre. Inoltre, sulla base di quanto
si apprende nelle carceri oggi, questo numero può solo aumentare. È
assolutamente necessario un sistema penale più compassionevole, che
incoraggi la partecipazione delle persone a provare la loro
innocenza. Vi è anche un bisogno urgente di equilibrare le regole
del gioco, che al momento è irrimediabilmente pregiudizievole per
gli imputati. Tale intervento può venire solo da una Corte
Superiore. Ci rivolgiamo a voi per la giustizia e per la tutela
giuridica di tutte tali voci critiche. Vi rivolgiamo ancora un
appello a intervenire sulla crescente criminalizzazione delle voci di
dissenso e di critica.
Nel caso di Saibaba in particolare,
dato che è chiaramente escluso qualsiasi rischio di fuga,
apprezzeremmo molto se volesse assumere “suo moto” conoscenza sui
fatti del caso in questione, con l'avvio di un'indagine giudiziaria
sulla questione e l'emissione di un'ordinanza cautelare che lo
esoneri da custodia giudiziaria, e lo restituisca subito alla sua
famiglia.
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