mercoledì 2 luglio 2014

pc 2 luglio - Petizione per la liberazione di Saibaba in diffusione in India che ha raccolto centinaia di adesioni

Al Presidente della Corte Suprema dell'India,
Corte Suprema,
Tilak Marg ,
Nuova Delhi - 110 001

Oggetto: arresto e detenzione del Prof. GN Saibaba dell'Università di Delhi

Vostro Onore,
Noi, sottoscritti, desideriamo esprimere la nostra inquietudine e preoccupazione per il modo in cui il governo sta sempre più ricorre all'uso incontrollato e indiscriminato della custodia. In realtà, arresti e detenzioni indiscriminate stanno rapidamente diventando la norma, rendendo scottante la domanda: quando e contro chi va effettuato l'arresto?
In particolare, si fa un evidente e strumentale abuso del draconiano Unlawfal Activities (Prevention) Act (2008) (UAPA) per perseguitare indiscriminatamente e intimidire le voci del dissenso.
C'è una tendenza crescente ed evidente a criminalizzare gli individui, eventi ed azioni che il governo disapprova. Questo è parte di crescente sforzo per impedire la libertà di parola e di pensiero, in contrasto con lo spirito e la lettera della Costituzione indiana, nonché coi principi internazionali dei diritti umani. Tali azioni diventano perniciose, nel quadro degli ampi poteri e impunità che queste norme garantiscono alle forze di polizia e paramilitari. Ciò è dimostrato dal fatto che si ha notizia che il Ministero degli affari interni ho emesso istruzioni per cui persone e organizzazioni che denunciano violazioni di diritti umani nelle regioni in cui i maoisti agiscono devono essere controllate e arrestate.
Nel recente caso del sequestro del Dr. GN Saibaba, l'uso improprio dei UAPA e del potere per arrestare e detenere e il disprezzo verso la dovuta procedura legale sono particolarmente sconcertanti.
Il Dr. G N Saibaba, docente assistente presso il Dipartimento di inglese del Ram Lal Anand College, Università di Delhi, è stato arrestato dalla polizia del Maharashtra venerdì 9 maggio 2014 , per i suoi presunti legami con i leader Naxaliti. Le modalità di questo "arresto" sono deplorevoli. Egli è stato nominato dall'Università capo esaminatore per alcuni scritti degli esami universitari, il docente responsabile il Maestro del suo dipartimento nel suo college. È membro attivo della comunità dell’Università di Delhi, un insegnante molto popolare e rispettato e una voce ascoltata, dentro e fuori dell’università, sul rispetto delle norme democratiche. È stata una voce critica e influente sulle politiche dello Stato indiano a proposito la sua azione paramilitare nelle zone tribali centrale e orientale, comunemente nota come Operazione Green Hunt. Insieme ad altri intellettuali, ha richiamato l'attenzione sulle palesi violazioni dei diritti umani delle popolazioni adivasi di queste regioni. In particolare, ha sottolineato in diversi forum nazionali e internazionali gli enormi interessi finanziari che rivendicando quelle regioni per uno sviluppo industriale e commerciale privata. Insieme ad altri intellettuali, ha criticato questi modelli di "sviluppo" e la loro inutilità per la popolazione locale in una democrazia partecipativa. La sua critica costante gli ha guadagnato le ire dei poteri costituiti. Da diverso tempo cercavano il modo per mettere a tacere questa voce molto importante.
Il primo raid, condotto da oltre 70 agenti della polizia di Gadchiroli e Delhi, era stato motivato dall’accusa fabbricata che teneva in casa refurtiva non specificata. Nonostante la minuziosa perquisizione dell’abitazione, la polizia non ha trovato oggetti rubati.
Sono stati invece sequestrati in casa del dottor Saibaba vari materiali, quali documenti, il suo computer portatile, diversi pen-drive e hard-disk. Nessuno di questi elementi è stato sigillato nonostante le veementi proteste dei suoi colleghi, che si erano riuniti davanti alle sbarre del cancello della sua casa. Invece che far verificare e firmare e la lista degli oggetti sequestrati da uno dei colleghi universitari di Saibaba lì presenti, la polizia l’ha presentata a due persone terrorizzate e analfabete di passaggio.
Il Dott. GN Saibaba è uno studioso e intellettuale pubblico. È in questo contesto che casa del dottor Saibaba è stata perquisita e la lista del sequestro firmata. Nella sua relazione sull’accaduto, nota al NHRC, il PUCL ha definito il raid della polizia una "battuta di pesca". La polizia ha successivamente sottoposto lui e la sua famiglia a continue molestie e pressioni morali. Per diversi mesi, lui e la sua famiglia hanno vissuto con la minaccia che potesse essere portato via in qualsiasi momento, perché l'intero processo sembra essere stato parte di un piano per incastrare il Dr. Sai Baba sulla base dei cosiddetto "materiale incriminante" ritrovato sul suo computer portatile ecc.
Dopo questo raid, nel gennaio 2014, una squadra di poliziotti guidati da Suhas Bawache, ha interrogato Saibaba nella sua casa sua per oltre 5 ore. Infine, la sua cattura, ha più il carattere di un rapimento che di un arresto. Ci è stato detto dal suo autista che la sua auto è stata costretta ad accostarsi al lato della strada da una Santro su cui viaggiavano 5 o 6 poliziotti in borghese. I poliziotti in borghese hanno bendato, malmenato e costretto il suo autista a salire sulla Santro, e hanno portato via il dottor Sai Baba via sulla sua auto. L'autista e la macchina sono stati illegalmente trattenuto per diverse ore presso la Civil Lines Police Thana. La moglie e la figlia non hanno avuto alcuna notizia di dove Saibaba si trovasse, e solo molto più tardi sono state informate che Saibaba era catturato. Non è stato mostrato alcun mandato di arresto, atto d’accusa o qualsiasi altro documento che autorizzasse o giustificasse l'arresto. Questa sconcertante operazione clandestina è stata una palese violazione della procedura prevista dalla legge, e deve essere motivo di preoccupazione per qualsiasi cittadino indiano.
Sorgono molte domande: perché Saibaba è stato arrestato a meno di 300 metri da casa sua? Perché non gli è stato permesso di prendere con sé medicine e vestiti? Perché la moglie è stata informata dell’arresto solo due ore più tardi? Perché l’autista è stato bendato?
Vorremmo qui inoltre attirare la vostra attenzione sul fatto che il Dott. Saibaba è costretto su una sedia a rotelle, soffre del 90 % di invalidità per postumi di paralisi post-polio ad entrambi gli arti inferiori. Egli non rappresenta alcuna sorta di rischio di fuga. È anche ammalato di cuore con problemi di pressione sanguigna. Inoltre, soffre di dolori alla schiena cronici e intensi, conseguenza della disabilità e dell’uso della sedia a rotelle. Ha sempre collaborato pienamente all'inchiesta, l’arresto non era necessario, certamente non in queste modalità. Vorremmo qui anche far notare che la Commissione nazionale per i diritti umani aveva già ammonito le forze di polizia del Maharashtra e di Delhi per violazione dei diritti del Dr. Saibaba nel corso precedente dell'inchiesta.
Il 10 maggio 2014, presso Magistratura Metropolitana di Aheri, verificato il fatto che Sai Baba soffre del 90 % di invalidità, il giudice civile avrebbero potuto esercitare il suo potere discrezionale ai sensi della disposizione della Sezione 437 del CRPC, in cui si afferma chiaramente che il giudice può decidere che una persona può "essere rilasciata su cauzione, se tale persona è di 'età inferiore ai sedici anni o è una donna o è malato o infermo", invece di rimandarlo a un’ulteriore custodia. Ciò è ulteriormente confortato dal fatto che la stessa polizia ne ha chiesto il trasferimento da Gadchiroli e Aheri a Nagpur dato che le strutture carcerarie erano del tutto inadeguate alle esigenze mediche specifiche e alle necessità di un paziente con complicazioni mediche come Saibaba. Ora è stato riveòato che Sai Baba viene tenuto in una cella d'isolamento altamente insalubra, al buio e in strutture inadeguate. La negazione della terapia gli provoca dolore costante e deterioramento della sua salute. Inoltre, patisce grandi difficoltà, dolore e umiliazioni nell’uso dei servizi igienici dato l’impossibilita di usare la latrina all’indiana di cui è dotata la sua cella. A causa il suo stato di salute fragile, siamo particolarmente preoccupati per il benessere del dottor Saibaba e che, per il suo stato di salute precaria, possa avere un crollo fisico in custodia della polizia.
Apprendiamo anche dai notiziari che anche la polizia del Chattisgarh ha espresso il desiderio di interrogarlo. Abbiamo il sospetto che molte richieste del genere verranno dalle polizie di vari stati e regioni remote, dove Saibaba non ha mai messo piede e dove è molto difficile trovare assistenza legale, solo per intensificare la pressione su di lui. L'attuale causa madre, sarà moltiplicata fino a impegnare nel contenzioso tutta la vita e le risorse della famiglia. Rendendo la famiglia sempre più finanziariamente vulnerabile.
Vostro Onore, siamo profondamente preoccupati per i metodi che sono adottati oggi dalla polizia per mettere a tacere le voci di dissenso e critica. Una delle cause del grave abuso di procedimenti processi legali è la copertura accordata dai governi e della magistratura. Ci sono migliaia di prigionieri politici che languono dietro le sbarre. Inoltre, sulla base di quanto si apprende nelle carceri oggi, questo numero può solo aumentare. È assolutamente necessario un sistema penale più compassionevole, che incoraggi la partecipazione delle persone a provare la loro innocenza. Vi è anche un bisogno urgente di equilibrare le regole del gioco, che al momento è irrimediabilmente pregiudizievole per gli imputati. Tale intervento può venire solo da una Corte Superiore. Ci rivolgiamo a voi per la giustizia e per la tutela giuridica di tutte tali voci critiche. Vi rivolgiamo ancora un appello a intervenire sulla crescente criminalizzazione delle voci di dissenso e di critica.
Nel caso di Saibaba in particolare, dato che è chiaramente escluso qualsiasi rischio di fuga, apprezzeremmo molto se volesse assumere “suo moto” conoscenza sui fatti del caso in questione, con l'avvio di un'indagine giudiziaria sulla questione e l'emissione di un'ordinanza cautelare che lo esoneri da custodia giudiziaria, e lo restituisca subito alla sua famiglia.

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