UNA
SERATA INUTILE, MA CON DUE SPUNTI INTERESSANTI
Domenica
ventinove giugno - presso lo storico (è nato nel 1945) circolo Arci "Filippo
Merlino" di via Galliano 16, nel quartiere genovese di Sestri Ponente - si tiene
una festa, dedicata al tema della partecipazione politica, organizzata dalla
locale istanza del Partito (sedicente) Democratico.
La giornata prevede un momento ludico - rappresentato da un torneo di scacchi ed uno di biliardino - e due tavole rotonde, inframezzate da una cena di autofinanziamento a base di paella e sangria.
I due dibattiti di questa kermesse sono: alle ore 17:45 un incontro dal titolo "Rappresentanza nelle istituzioni" - che vede la partecipazione, tra gli alti, del neo europarlamentare spezzino Brando Benifei - ed uno alle ore 21:30, ma avrebbe dovuto cominciare alle ore 20:50, sulla "Partecipazione attiva".
Decido di partecipare a questo secondo appuntamento - che vede la presenza dell'ex assessore alla Cultura del Comune di Genova, nonché attuale presidente della fondazione Palazzo Ducale, Luca Borzani, e quella del segretario regionale pro tempore Giovanni Lunardon - ma presto me ne pento: si tratta di uno stanco ping-pong di domande, del moderatore ai due ospiti, volte esclusivamente al dibattito interno sul futuro della formazione politica guidata da Matteo Renzi; devo però dire che, anche in questo deserto di proposte, si trovano un paio di momenti degni di essere menzionati, ed adeguatamente stigmatizzati.
Il primo argomento lo fornisce l'ex governante della Giunta comunale diretta da Giuseppe Pericu: costui, per perorare la causa delle elezioni primarie come principale metodo decisionale, definisce "autoritario - e quindi non condivisibile - il metodo del centralismo democratico adottato dai partiti della sinistra della prima repubblica"; sarà anche vero, dal suo punto di vista, ma suona fesso sentirlo dalla bocca di uno che ha costruito le sue fortune politiche proprio all'interno del partito revisionista.
Il secondo spunto è dato da un'affermazione del burocrate di piazza della Vittoria 7/7: questi sostiene che "per rendere strutturale il quaranta per cento preso alle elezioni europee, occorre andare oltre i confini della sinistra, dando vita ad un Partito della Nazione che introietti anche valori di destra".
La giornata prevede un momento ludico - rappresentato da un torneo di scacchi ed uno di biliardino - e due tavole rotonde, inframezzate da una cena di autofinanziamento a base di paella e sangria.
I due dibattiti di questa kermesse sono: alle ore 17:45 un incontro dal titolo "Rappresentanza nelle istituzioni" - che vede la partecipazione, tra gli alti, del neo europarlamentare spezzino Brando Benifei - ed uno alle ore 21:30, ma avrebbe dovuto cominciare alle ore 20:50, sulla "Partecipazione attiva".
Decido di partecipare a questo secondo appuntamento - che vede la presenza dell'ex assessore alla Cultura del Comune di Genova, nonché attuale presidente della fondazione Palazzo Ducale, Luca Borzani, e quella del segretario regionale pro tempore Giovanni Lunardon - ma presto me ne pento: si tratta di uno stanco ping-pong di domande, del moderatore ai due ospiti, volte esclusivamente al dibattito interno sul futuro della formazione politica guidata da Matteo Renzi; devo però dire che, anche in questo deserto di proposte, si trovano un paio di momenti degni di essere menzionati, ed adeguatamente stigmatizzati.
Il primo argomento lo fornisce l'ex governante della Giunta comunale diretta da Giuseppe Pericu: costui, per perorare la causa delle elezioni primarie come principale metodo decisionale, definisce "autoritario - e quindi non condivisibile - il metodo del centralismo democratico adottato dai partiti della sinistra della prima repubblica"; sarà anche vero, dal suo punto di vista, ma suona fesso sentirlo dalla bocca di uno che ha costruito le sue fortune politiche proprio all'interno del partito revisionista.
Il secondo spunto è dato da un'affermazione del burocrate di piazza della Vittoria 7/7: questi sostiene che "per rendere strutturale il quaranta per cento preso alle elezioni europee, occorre andare oltre i confini della sinistra, dando vita ad un Partito della Nazione che introietti anche valori di destra".
Genova,
30 giugno 2014
Stefano
Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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