dal blog tarantocontro.blogspot.com
SENTIERI di morte...
L'Istituto superiore di Sanità ha pubblicato un aggiornamento dello
Studio SENTIERI, di cui nelle prossime ore pubblicheremo il testo o
stralci di esso.
Sin da ora facciamo riferimento all'articolo apparso su TarantoOggi
in data odierna, a firma di Gianmario Leone, che evidenzia in
particolare l'aumento del 21% rispetto alla media nazionale della
mortalità infantile.
E' un dato davvero drammatico, ben noto in città nei suoi concreti
effetti e che i cittadini, in particolare famiglie, donne del quartiere
Tamburi e delle altre zone inquinate denunciano a gran voce ogni volta
che hanno l'occasione di parlare in televisione, ai giornali, ecc.
All'emergenza ambientale che permane per responsabilità di Stato,
padroni e governo, si lega un'emergenza sanitaria che non ha trovato
finora nessuna soluzione e nessun provvedimento.
Noi vogliamo che venga dichiarata esplicitamente questa emergenza
sanitaria, vengano attivate e costruite strutture sanitarie d'emergenza
nei quartieri più colpiti dall'inquinamento.
Abbiamo proposto che sia Emergency ad intervenire direttamente e Gino
Strada in diverse occasioni ha dato la sua disponibilità. Abbiamo
richiesto insieme ad altri - i Liberi e pensanti hanno raccolto firme
per questo - che ci sia un'esenzione immediata dei ticket per medicine,
ricoveri, analisi, che ci sia uno screening mirato, innanzitutto verso i
bambini, donne, cittadini del quartiere Tamburi ed altri limitrofi,
verso gli operatori del cimitero, oltre che naturalmente verso gli
operai dell'Ilva e dell'Indotto.
Ma a differenza dei Liberi e pensanti noi non pensiamo che questo si
ottenga con le firme, bensì con lo sciopero generale ad oltranza che
paralizzi tutta la città, le strade, la ferrovia, oltre che naturalmente
la fabbrica.
****
Infine, ribadiamo che operai, cittadini, anche a nome delle loro
famiglie e dei loro bambini, hanno diritto a giustizia e risarcimenti
nel processo a padron Riva e complici, per questo devono costituirsi
parte civile, devono partecipare dentro e fuori le aule del tribunale,
per imporre il primato della salute, della vita, del lavoro sulla logica
del profitti e dei servi del profitto padronale, per trasformare anche
il processo in un processo popolare che sancisca quello che è giusto:
PADRONI E COMPLICI IN GALERA, OPERAI IN FABBRICA RISANATA, QUARTIERI
BONIFICATI perchè la salute è un diritto primario che non si tocca! In
un percorso che dice chiaro che NOCIVO E' IL CAPITALE NON LA FABBRICA,
che IL POTERE DEVE ESSERE OPERAIO E POPOLARE e non dei padroni, il loro
Stato, i loro governi.
ILVA: Sciopero con manifestazione revocato - confusione aumentata - serve il decreto operaio a tutela dei lavoratori
In un incontro notturno con il Ministro Guidi i sindacati confederali
hanno ottenuto assicurazioni che oltre gli stipendi di luglio, sarebbero
stati pagati i premi di produzione e, di conseguenza hanno deciso di
revocare lo sciopero con manifestazione nazionale Roma dell'11 luglio,
pur restando in piedi, non precisate, iniziative sindacali locali a
Genova, Novi Ligure e Taranto.
L'incontro con il Min. Guidi si è reso necessario perchè il precedente incontro con il commissario Gnudi era stato estremamente insoddisfacente e non era andato oltre l'assicurazione dei pagamenti degli stipendi di luglio.
In seguito a questo, gli operai dell'Ilva di Genova sono scesi in sciopero e in corteo, occupando i binari della stazione di Cornigliano, mentre all'interno dell'Ilva di Taranto si è vissuta una giornata di mobilitazione di base degli operai e di contrasti delle organizzazioni sindacali.
A Taranto, innanzitutto una parte degli operai è scesa in sciopero autonomamente rivendicando il premio di produzione; i sindacati a fronte di questo sciopero si sono divisi tra chi lo ignorava e chi voleva dargli una copertura sindacale, soprattutto a fronte di un diktat aziendale che chiedeva l'immediato blocco dello sciopero altrimenti l'azienda avrebbe fatto partire sanzioni disciplinari fino alla messa in libertà. La questione è rientrata fondamentalmente con la notizia dell'incontro serale a Roma.
Ma occorre dire che in tutta la fabbrica e in alcuni reparti nelle assemblee non si è parlato solo dei premi di produzione, ma anche di questioni legate alla salute, ai casi di tumori in carpenteria e alla possibilità che queste situazioni coi possano essere anche in altri reparti. La contestazione operaia ha imposto la sospensione dell'intervento del sindacalista della Cisl, Castronuovo.
Questa cosa ha innescato ulteriori contraddizioni tra i sindacati. Fiom e Uilm, secondo notizie pervenuteci, volevano ritornare al LAF dove vi era stata la contestazione, la Fim no. Ma per comprendere che le divisioni e le diverse posizioni non sono patrimonio di un sindacato rispetto ad un altro, la Fim proponeva di fare le assemblee anche con l'Usb rispetto alla posizione degli altri sindacati.
Una situazione confusa che permette a padroni, commissari, ministri di mantenere il controllo della fabbrica e pilotarla verso soluzioni che restano a favore dei padroni.
Lo Slai cobas ha già chiarito la sua posizione. Noi non aderivamo per chiarezza allo sciopero dell'11 e alla manifestazione di Roma, ma non perchè siamo contrari allo sciopero generale e alla manifestazione a Roma, ma perchè riteniamo che debbano essere fatte sulla piattaforma del decreto operaio, che è l'unica che raccoglie le istanze che gli operai in maniera confusa stanno portando avanti anche con la loro mobilitazione e che vanno bene al di là delle parole d'ordini parziali delle Usb e altre realtà presenti in fabbrica.
Sulla situazione interna nei reparti, da Carpenteria a Ome, ecc., abbiamo già chiarito, con esposti, denunce, che in attesa degli esami i reparti devono essere fermati e l'attività produttiva ridotta.
Comunque alla luce degli ultimi avvenimenti, lo slai cobas conferma che non parteciperà a nessuna delle iniziative in corso, nè l'11, nè in altra data se esse non saranno sulla piattaforma del decreto operaio.
SLAI COBAS per il sindacato di classe - ilva
L'incontro con il Min. Guidi si è reso necessario perchè il precedente incontro con il commissario Gnudi era stato estremamente insoddisfacente e non era andato oltre l'assicurazione dei pagamenti degli stipendi di luglio.
In seguito a questo, gli operai dell'Ilva di Genova sono scesi in sciopero e in corteo, occupando i binari della stazione di Cornigliano, mentre all'interno dell'Ilva di Taranto si è vissuta una giornata di mobilitazione di base degli operai e di contrasti delle organizzazioni sindacali.
A Taranto, innanzitutto una parte degli operai è scesa in sciopero autonomamente rivendicando il premio di produzione; i sindacati a fronte di questo sciopero si sono divisi tra chi lo ignorava e chi voleva dargli una copertura sindacale, soprattutto a fronte di un diktat aziendale che chiedeva l'immediato blocco dello sciopero altrimenti l'azienda avrebbe fatto partire sanzioni disciplinari fino alla messa in libertà. La questione è rientrata fondamentalmente con la notizia dell'incontro serale a Roma.
Ma occorre dire che in tutta la fabbrica e in alcuni reparti nelle assemblee non si è parlato solo dei premi di produzione, ma anche di questioni legate alla salute, ai casi di tumori in carpenteria e alla possibilità che queste situazioni coi possano essere anche in altri reparti. La contestazione operaia ha imposto la sospensione dell'intervento del sindacalista della Cisl, Castronuovo.
Questa cosa ha innescato ulteriori contraddizioni tra i sindacati. Fiom e Uilm, secondo notizie pervenuteci, volevano ritornare al LAF dove vi era stata la contestazione, la Fim no. Ma per comprendere che le divisioni e le diverse posizioni non sono patrimonio di un sindacato rispetto ad un altro, la Fim proponeva di fare le assemblee anche con l'Usb rispetto alla posizione degli altri sindacati.
Una situazione confusa che permette a padroni, commissari, ministri di mantenere il controllo della fabbrica e pilotarla verso soluzioni che restano a favore dei padroni.
Lo Slai cobas ha già chiarito la sua posizione. Noi non aderivamo per chiarezza allo sciopero dell'11 e alla manifestazione di Roma, ma non perchè siamo contrari allo sciopero generale e alla manifestazione a Roma, ma perchè riteniamo che debbano essere fatte sulla piattaforma del decreto operaio, che è l'unica che raccoglie le istanze che gli operai in maniera confusa stanno portando avanti anche con la loro mobilitazione e che vanno bene al di là delle parole d'ordini parziali delle Usb e altre realtà presenti in fabbrica.
Sulla situazione interna nei reparti, da Carpenteria a Ome, ecc., abbiamo già chiarito, con esposti, denunce, che in attesa degli esami i reparti devono essere fermati e l'attività produttiva ridotta.
Comunque alla luce degli ultimi avvenimenti, lo slai cobas conferma che non parteciperà a nessuna delle iniziative in corso, nè l'11, nè in altra data se esse non saranno sulla piattaforma del decreto operaio.
SLAI COBAS per il sindacato di classe - ilva
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