Lo storico sciopero delle donne, in Italia, del 25 novembre 2013, a Vienna il 14 e 15 giugno,
Invitate dalle compagne austriache colpite, impressionate, per dirla con le loro parole, dallo sciopero delle donne, una delegazione di compagne italiane, soprattutto del MFPR, si è recata a Vienna il 14 e 15 giugno.
Per la tarda mattinata di sabato 14, le compagne hanno organizzato un presidio in un quartiere popolare, ad alta densità di immigrati, in concomitanza con il mercato, dove è stata pubblicizzato l’incontro che ci sarebbe stato al pomeriggio sia con volantino che con una prima assemblea. All’interno del presidio, con striscioni, mostra, locandine e musica, si è tenuta anche una prima presentazione dello sciopero: la sua organizzazione, le parole d’ordine “sciopero delle donne contro violenze e femminicidi, ma anche contro la condizione delle donne a 360°!”
In serata, assemblea pubblica in una storico luogo occupato, risale a 29 anni fa, AutonomenFrauenLesbenZentrum, uno spazio, una parte di una palazzina che si sviluppa su più piani, autogestito da donne dove si svolgono varie attività: pub, sportello per le migranti, ma anche corsi di tedesco, supporto per documenti, etc; laboratorio di carpenteria, palestra per il Wen Do. Dalle locandine abbiamo visto che è stato organizzato l’8 marzo e il 25 novembre, in particolare l’8 marzo di quest’anno hanno partecipato circa 400 donne. Altre iniziative: sono state promosse, come manifestazioni davanti alla casa di stupratori e contestazione a una mostra pornografica.
Ha suscitato molto interesse la narrazione della costruzione dello sciopero delle donne e, costantemente, lo sforzo è stato di fare una sorta di confronto con la realtà austriaca per capire se e come potrebbe essere possibile realizzarlo in Austria. Evidente il ruolo negativo della socialdemocrazia, l’intreccio tra partiti e sindacati; spesso abbiamo sentito l’espressione “da noi non è possibile”, da un lato per il forte influsso di queste forze dall’altro per la debolezza delle forze radicali. Ma, questo, è legato anche alla realtà concreta di queste compagne. In passato in Austria c’era un migliore sostegno alla disoccupazione e le femministe militanti erano più numerose; anche i bassi salari influiscono. Sono compagne che lavorano tanto, ma, forse, in un ambito ristretto di militanti.
Forte l’entusiasmo nel resoconto anche per le adesioni allo sciopero, sottolineato con calorosi applausi. Abbiamo cercato di rendere al meglio la battaglia complessa, difficile per la sua costruzione; gli ostacoli, concezioni con cui è stato necessario scontrarsi; partendo dal 6 luglio, spiegando il senso della manifestazione itinerante e le due assemblee del 18 e 19 ottobre.
Il racconto ha sicuramente affascinato, una compagna ha detto:”Sono invidiosa per quello che è successo in Italia”, denunciando il ruolo delle politiche di pari opportunità e le falsità sulle violenze contro le donne che “uomini destri” diffondono mediante i mass media; è rimasta colpita dall’intreccio classe e genere di cui abbiamo parlato. Altre hanno chiesto: “Come hanno reagito i media in Italia”.
Dopo l’assemblea, è continuato il confronto con noi in particolare sul diritto d’aborto, con un breve scambio sugli attacchi che vengono portati avanti nei due paesi, il ruolo del Vaticano, ecc. Le compagne sono fortemente preoccupate per lo scarso contrasto delle femministe, in Austria, su questo piano. Nel pomeriggio a Vienna si era tenuto il gay pride con la contestazione di cattolici, che erano stati contrastati.
Tornando poi sullo sciopero delle donne, le domande hanno riguardato le modalità di sciopero, la comunicazione con le donne, i problemi concreti, comprese le limitazioni al diritto di sciopero, le reazioni di forze e organismi politici. Infine, è stato proiettato il video della presa del palco a Roma.
Vi sono state alcune difficoltà sia per la necessaria traduzione che ha portato tanto tempo, ma anche per il linguaggio specifico che ci contraddistingue che, in parte, ha contribuito a complicare la comunicazione, ma anche per la molteplicità di momenti diversi: il tempo era veramente poco e tanti gli aspetti da approfondire. Per fortuna abbiamo potuto lasciare copia del dossier “La scintilla dello sciopero delle donne”, tradotto in inglese.
Nei ringraziamenti finali hanno detto: "Siamo state molto impressionate. Questa discussione è stata molto importante anche per realizzare nuovi pensieri”.
Le compagne che hanno portato lo sciopero delle donne a Vienna
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