I capi di Stato
dell'Europa imperialista cercano in questo Vertice di tracciare una
linea comune per rispondere alla dimensione della disoccupazione, che
colpisce gran parte della gioventù. Il risultato delle elezioni
europee con il forte astensionismo non può che preoccupare
ulteriormente i governi dei padroni e della grande finanza. Si
accumula in Europa un potenziale di ribellione e di rivolta che già
ha avuto i suoi focolai e punte in diversi paesi, dalla Grecia alla
Spagna, all'Italia.
Sotto certi aspetti, sia
pure solo su scala europea, questo è il Vertice che più somiglia al
G8 di Genova – era luglio anche nel 2001 – e quindi si può
caricare dei significati antagonisti che quel Vertice ha avuto.
Sicuramente a questo si
prepara lo Stato di polizia, moderno fascista, rappresentato oggi da
Renzi, all'esordio in una scadenza così grande; le avvisaglie di
Roma 12 aprile fanno già intendere che in quella direzione si vuole
andare, così come i provvedimenti decisi, annunciati nei giorni
successivi al 12 aprile e l'ultima ondata di arresti da Torino,
compreso il modo con cui vogliono attrezzare le forze della
repressione.
Tutto il movimento si prepara per
affermare le proprie istanze e rivendicazioni, con organizzazione di massa dell'assedio al Vertice e
della Resistenza all'attacco delle forze repressive Serve unire le rivendicazioni in un progetto comune e contrapporlo ai piani dei governi imperialisti, già noti, tracciati e operanti contrastando gli apparati repressivi che vogliono stroncare i movimenti di massa.
Elemento positivo è la volontà esplicita di costruire una
consistente partecipazione dei lavoratori, attraverso la giusta
decisione di promuovere per quella giornata uno sciopero generale.
Le realtà del Sud, già
pressochè assenti all'assemblea nazionale, avranno problemi per
realizzare una partecipazione di massa alla manifestazione di Torino,
Ma, naturalmente, anche se i numeri non potranno essere rilevanti è
bene che i compagni e le realtà di lotta del Sud scelgano la via
della presenza dei rappresentanti del movimento reale che portino a
Torino tutto il carico di quello che all'epoca di Genova era chiamato
“il Sud ribelle”.
La questione aggiuntiva
in questo Vertice, che somiglia a quello del 2001, è il ruolo di
punta che vuol giocare il governo italiano per riaccreditarsi come
nell'Europa imperialista. Renzi appare ben deciso a giocare questo
ruolo, forte del successo elettorale; e non è tanto il ruolo di
proposte che si muoveranno comunque all'interno di una versione
'radicale' dei programmi della troika – il Jobs act è già un
esempio di questo, quanto rappresentarsi come 'governo forte' capace
di far crescere il consenso intorno al Vertice e ridurre a minoranze
e schiacciare le opposizioni e di spingere tutta l'Europa verso
l'assorbimento della destra reazionaria.
I comunisti autentici, le
forze antagoniste hanno un ruolo da giocare, e Torino ne è una
delle tappe di un percorso ancora parecchio lungo.
proletari comunisti - PCm Italia
giugno 2014
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