domenica 15 giugno 2014

pc 15 giugno - Verso il vertice di Torino dell'11 luglio

I capi di Stato dell'Europa imperialista cercano in questo Vertice di tracciare una linea comune per rispondere alla dimensione della disoccupazione, che colpisce gran parte della gioventù. Il risultato delle elezioni europee con il forte astensionismo non può che preoccupare ulteriormente i governi dei padroni e della grande finanza. Si accumula in Europa un potenziale di ribellione e di rivolta che già ha avuto i suoi focolai e punte in diversi paesi, dalla Grecia alla Spagna, all'Italia. 
 
Sotto certi aspetti, sia pure solo su scala europea, questo è il Vertice che più somiglia al G8 di Genova – era luglio anche nel 2001 – e quindi si può caricare dei significati antagonisti che quel Vertice ha avuto. 
 
Sicuramente a questo si prepara lo Stato di polizia, moderno fascista, rappresentato oggi da Renzi, all'esordio in una scadenza così grande; le avvisaglie di Roma 12 aprile fanno già intendere che in quella direzione si vuole andare, così come i provvedimenti decisi, annunciati nei giorni successivi al 12 aprile e l'ultima ondata di arresti da Torino, compreso il modo con cui vogliono attrezzare le forze della repressione.
Tutto il movimento si  prepara per affermare le proprie istanze e rivendicazioni, con organizzazione di massa dell'assedio al Vertice e della Resistenza all'attacco delle forze repressive 
Serve unire le rivendicazioni in un progetto comune e contrapporlo ai piani dei governi imperialisti, già noti, tracciati e operanti contrastando gli apparati repressivi che vogliono stroncare i movimenti di massa.
Elemento positivo è la volontà esplicita di costruire una consistente partecipazione dei lavoratori, attraverso la giusta decisione di promuovere per quella giornata uno sciopero generale.

Le realtà del Sud, già pressochè assenti all'assemblea nazionale, avranno problemi per realizzare una partecipazione di massa alla manifestazione di Torino, Ma, naturalmente, anche se i numeri non potranno essere rilevanti è bene che i compagni e le realtà di lotta del Sud scelgano la via della presenza dei rappresentanti del movimento reale che  portino a Torino tutto il carico di quello che all'epoca di Genova era chiamato “il Sud ribelle”.

La questione aggiuntiva in questo Vertice, che somiglia a quello del 2001, è il ruolo di punta che vuol giocare il governo italiano per riaccreditarsi come nell'Europa imperialista. Renzi appare ben deciso a giocare questo ruolo, forte del successo elettorale; e non è tanto il ruolo di proposte che si muoveranno comunque all'interno di una versione 'radicale' dei programmi della troika – il Jobs act è già un esempio di questo, quanto rappresentarsi come 'governo forte' capace di far crescere il consenso intorno al Vertice e ridurre a minoranze e schiacciare le opposizioni e di spingere tutta l'Europa verso l'assorbimento della destra reazionaria.

I comunisti autentici, le forze antagoniste hanno un ruolo da giocare, e Torino ne è una delle tappe di un percorso ancora parecchio lungo. 

proletari comunisti - PCm Italia
giugno 2014 

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