Questo appello è disponibile, oltre che in italiano, in francese, tedesco, turco e inglese.
info a cura della commissione soccorso rosso proletario: pcro.red@gmail.com
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APPELLO PER UN SIMPOSIO INTERNAZIONALE SULLE CARCERI
I PRIGIONIERI POLITICI NON SONO SOLI, LOTTIAMO PER LA LORO
LIBERTÀ!
LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI E DI GUERRA!
Dall'emergere della proprietà privata, la società si è
divisa in oppressori e oppressi.
In quanto classe di oppressori, proprietari di schiavi e signori
feudali hanno costantemente usato la forza contro la classe oppressa per
proteggere il loro dominio di classe e così è anche, nel sistema capitalista, per
la borghesia.
Possedendo i capitali e i mezzi di produzione del paese, la
borghesia, grazie allo stato che ha instaurato, ha conformato il diritto e la
giustizia a proprio vantaggio e ha ottenuto la superiorità ideologica. Nel
sistema borghese la libertà e la legge si sviluppano interamente a vantaggio
della borghesia monopolista, in quanto classe dominante.
A causa dello sviluppo della lotta di classe, e in
particolare col sorgere e all’interno dello sviluppo del capitalismo, il numero
delle carceri è cresciuto ancor di più e queste si sono estese. Con le prigioni,
insieme agli altri mezzi violenti, la borghesia voleva porre fine all’emergente
e crescente sviluppo della lotta della nascente classe operaia e delle altre
classi oppresse per spezzare e mettere fine alla lotta per i loro diritti.
La borghesia ha cercato di tenere tutti i rivoluzionari lontani
dalla lotta di classe, quelli che non riesce a massacrare, catturandoli,
tenendoli in carcere per anni e isolandoli dalla società. La borghesia ha
cercato di creare un tipo particolare di paura nella società usando le prigioni
come mezzo di intimidazione. Possono dire apertamente: ti muovi contro il
nostro sistema e le nostre istituzioni, ecco che ti succede! In particolare dopo
gli anni 90 gli imperialisti e i loro lacchè, hanno lanciato e intensificato i
loro attacchi come se fossero diretti da un unico centro, contro tutte le forme
di lotta che i comunisti, i rivoluzionari e i democratici coerenti ritenevano le
persone legittime nella loro lotta per i diritti. Anche loro sono i veri terroristi,
hanno usato la definizione di terroristi come arma di guerra contro rivoluzionari
e comunisti.
Hanno così chiamato terroristi chiunque lotti contro il
saccheggio e l'aggressione imperialista per diritti degli oppressi e i tutti i loro
rappresentanti. Loro che, che hanno istituito centri speciali per la tortura, che
utilizzano aerei per devastare, bombardando perfino cortei nuziali e villaggi inermi,
che coi bombardamenti hanno ucciso centinaia di migliaia di persone. Loro, che hanno
schiacciato ogni diritto dei lavoratori e ogni rivendicazione dei loro
rappresentanti per i loro diritti, sono loro che praticano sistematicamente la
violenza. In tutto il mondo, sono gli imperialisti e i loro lacchè che applicano
isolamento, tortura e violenze nelle carceri.
Oggi, la questione delle carceri non è un problema che si
può limitare a un solo paese. Le carceri in tutto il mondo oggi presentano un
duplice aspetto: uno interno ai confini di un paese, l'altro è in relazione con
la dimensione internazionale.
La prigione di Abu Ghraib durante l'occupazione imperialista
USA dell'Iraq è rimasta a lungo all’attenzione del mondo e resta ancora nella
memoria. Gli imperialisti USA non solo occuparono l’Iraq, costruirono anche prigione
di Abu Ghraib per assimilare e terrorizzare i combattenti della resistenza all’occupazione.
Le torture praticate in questa prigione hanno a lungo tempo occupato le prime
pagine. E i metodi di tortura sperimentati in questo carcere sono stati fedelmente
esportati in molti paesi.
Allo stesso modo, con l'occupazione dell'Afghanistan da
parte degli USA, il carcere di Guantanamo è diventato noto come carcere
speciale, prigione utilizzata fino a poco tempo fa come centro di tortura. Con
le foto di talebani e membri di Al Qaeda vestiti con divise speciali, le mani
legate dietro la schiena, in celle isolate, gli USA cercavano di intimidire il
mondo. Ma non si sono limitati a questo. Tutti conoscono i casi di tante persone
rapite e portate negli USA per essere processate. Questa prassi internazionale
non è limitata agli USA.
Quando possibile, i paesi imperialisti collaborano sempre
internazionalmente per arrestare e processare rivoluzionari e patrioti. La
Francia è durissima contro i militanti dell’ETA. Ogni membro o simpatizzante
dell’ETA individuato in territorio francese è arrestato senza esitazioni e oggi
molti di loro sono condannati a scontare secoli di detenzione. Sottoposta a
isolamento totale, la resistenza dei militanti dell’ETA è nascosta all'opinione
pubblica francese. Lo stesso trattamento è applicato ai e rivoluzionari turchi
e ai rivoluzionari e patrioti di altro paesi.
Lo stesso accade anche in Germania, dove, in particolare,
decine di rivoluzionari di origine turca, e di militanti del movimento di
liberazione nazionale curdo sono stati condannati per effetto della legge 129B,
adottata specificamente legge anti-terrorismo per intimidire i rivoluzionari.
L’isolamento in un luogo di pena degli oppositori politici o
autori di reati comuni fu sperimentato dalla borghesia per la prima volta nel
1596, ad Amsterdam. Ci si riferisce a questa pratica come al “modello fiammingo”.
Da allora fino ad oggi, la pratica dell’isolamento nelle prigioni si è
continuamente sviluppata. Il carcere è parte della lotta di ogni giorno.
Rivoluzionari e patrioti combattono i loro nemici non solo all’esterno, anche nelle
carceri i rivoluzionari resistono contro il nemico di classe. La Borghesia non
solo isola rivoluzionari e patrioti dalla società, applica anche su di loro
misure speciali per privarli dei loro valori. Coscienti di questo, i rivoluzionari
resistono e continuano a pagare il prezzo con le loro vite per anticipare gli
sforzi della borghesia.
Dopo la seconda guerra imperialista, gli imperialisti e i
loro lacchè locali hanno dato ulteriore impulso a quest’uso delle carceri. Il
motivo era la vittoria dell'Armata Rossa sul fascismo, che ebbe un enorme impatto
in tutti i continenti, e la creazione di diverse repubbliche democratiche, che
preoccuparono profondamente i loro lacchè locali.
Per fermare la maggiore minaccia contro di loro, il
socialismo, gli imperialisti americani e occidentali intensificarono i loro
attacchi contro tutte le lotte di liberazione nazionale e sociale, perpetrando
massacri e realizzando anche una serie di esperimenti sui rivoluzionari e patrioti
prigionieri tenuti in ostaggio nelle carceri. Tra questi esperimenti, l’“isolamento”
fu ritenuto il trattamento più efficace, e ancor oggi è la come la forma più
comunemente praticata nel mondo.
Questo metodo fu sviluppato nel 1950 da Edgar Schein, che
condusse esperimenti condotti sui prigionieri nelle carceri in Corea durante dall'imperialismo
la guerra combattuta dagli dall’imperialismo americano. Il cuore di questo
trattamento è isolare i prigionieri politici gli uni dagli altri e dalla
società, indebolirne la resistenza, costringerli all’obbedienza, piegarne la
personalità e, infine, ottenerne la resa, come fasi di un unico piano
complessivo.
Questo sistema è stato ulteriormente sviluppato in Germania
e Gran Bretagna, dove ha successivamente trovato applicazione. In Germania,
l’isolamento e detenzione in celle singole è stato applicato intensivamente sui
militanti della RAF negli anni 7. In Inghilterra, all'inizio degli anni 80 è
stato applicato in forma estremamente rigida sui militanti dell'IRA, Bobby
Sands e nove suoi compagni persero la vita nello sciopero della fame contro l’imposizione
di vestire l’uniforme carceraria.
Guardando alla storia più recente degli attacchi contro i
prigionieri politici nel mondo e a quanti rivoluzionari hanno perso la vita per
questi attacchi, possiamo osservare ancor più chiaramente la gravità del problema.
Ecco alcuni di questi attacchi.
Nel 1992, in un carcere messicano 111 prigionieri sono stati
uccisi in un massacro organizzato e supervisionato dai militari. Almeno altri
16 prigionieri sono stati massacrati il 18 febbraio 2001 nella prigione di
Caradiru, durante la rivolta per ottenere il rientro di 10 prigionieri isolati.
In Italia, l’introduzione delle carceri di massima sicurezza
contro le Brigate Rosse aveva lo scopo di isolarle completamente dalla società.
Grande eco ebbe la rivolta nel carcere di Trani dal 28 al 29 dicembre 1980,
iniziata con la presa in ostaggio di 18 guardie presi. Dopo la rivolta, le
pratiche di isolamento furono severamente ripristinate.
Un altro dei paesi in cui sono state applicate le pratiche
di isolamento nelle carceri è il Perù. Nel 1987 una delegazione mandata dal governo
peruviano in Germania osservò il regime carcerario in cui i militanti della RAF
erano tenuti isolati, e lo importato in Perù. Nei primi anni 90 i prigionieri
politici in Perù resistettero contro questo sistema e 450 di loro furono
massacrati in un’unica operazione.
La Germania è molto più avanti, tanto nell’insegnamento
dell’isolamento quanto nell’assassinio dei prigionieri. Non essendo riusciti a
sottomettere i prigionieri della RAF, li trasferirono in celle singole in
carceri ancora più sorvegliati e li assassinarono. Poi, con spudorata
ipocrisia, dichiararono che si erano suicidati.
In Turchia le prigioni non hanno mai smesso di essere di
attualità. Nel 1970, parallelamente allo sviluppo della lotta rivoluzionaria e della
lotta in generale, si è osservato un aumento del numero dei prigionieri
politici. Ma nel 1970 il problema delle carcere non era scottante come lo è
oggi. Dopo l’avvento della dittatura militare fascista nel 1980, le carceri occupano
costantemente l’agenda politica.
Dopo il colpo di stato militare del 12 settembre, le carceri
sono diventate un importante punto all'ordine del giorno per lo stato. Fu
allora lanciato un attacco allo scopo esplicito di intimidire, disumanizzare e
piegare i prigionieri. Divennero allora operativi i Carceri Speciali e di Tipo
E. Nei carceri di Tipo E fino a possono essere rinchiuso nella stessa camerata
fino 18-22 persone. In quelli Tipo Speciale sono nella stessa cella 4-6 persone.
Metris, Mamak e Diyarbakir sono noti esempi noti di questi tipi di carceri.
Decine di prigionieri rivoluzionari hanno perso la vita in questi tipi di
carceri. Nel 1984, nello sciopero della fame a oltranza nei carceri di Metris e
Sağmalcılar contro le uniformi carcerarie persero la vota 4 rivoluzionari. Sulla
scorta dell’esperienza degli '80, la borghesia ha iniziato a progettare prigioni
di tipo cellulare. La prigione di Eskisehir è stata la prima ad essere ristrutturata
in questo senso. Nel 1987-1988 l’architettura della prigione di Eskisehir fu
trasformata in carcere a celle singole. Evacuata dopo la resistenza dei
rivoluzionari prigionieri, nel 1991 è stata riaperta e viene ora chiamata carcere-bara.
La base legale delle pratiche di isolamento è stata data nel 1991 con
l’approvazione della legge speciale antiterrorismo. Nel 1996, nello sciopero
della fame a oltranza, durato 69 giorni, contro i carceri cellulari persero la
vita 10 rivoluzionari. Lo stato fascista turco preparò allora la costruzione di
carceri cellulari con attacchi ancora più duri. La costruzione delle carceri
cellulari è iniziata nel 2000, da allora 122 prigionieri e loro sostenitori
hanno perso la vita dentro e fuori delle carceri in scioperi della fame a
oltranza.
Dal 1980 nelle prigioni turche almeno 300 prigionieri
rivoluzionari sono morti per digiuni, torture e malattie. Ricordiamo alcuni dei
principali e più brutali attacchi alle prigioni da parte dello fascista stato turco.
Prigione di Buca, 19 Settembre 1995, 3 prigionieri
rivoluzionari assassinati e 40 prigionieri feriti.
Carcere di Ümraniye, 4 Gennaio 1996, 4 prigionieri
rivoluzionari assassinati, decine di detenuti sono stati gravemente feriti in
vari parti del corpo.
Carcere di Diyarbakir, 24 settembre 1996, 10 prigionieri
patrioti massacrati.
Carcere Ulucanlar di Ankara, 26 settembre 1996, 10
prigionieri rivoluzionaria uccisi, decine di detenuti feriti in varie parti del
corpo.
19 dicembre 2000, la il regime fascista turco scatena un
attacco in tutto il paese contro i rivoluzionari in sciopero della fame a
oltranza, massacrando 28 rivoluzionari e ferendone gravemente centinaia.
Uno dei paesi che ha assistito ad attacchi simili è l’India.
La maggior parte delle leggi in India sono basati sul diritto inglese applicato
durante il periodo coloniale. Il numero di prigionieri politici in India oggi è
oltre centomila. Tra le prigioni in cui sono richiusi detenuti provenienti da
ogni strato della società ci sono carceri cellulari. Quanto più la lotta di
classe in India si sviluppa tanto più aumentano gli attacchi dello Stato
indiano. In passato, certe leggi vigevano solo in alcuni Stati, dal 2001-2002 sono
applicate in tutta l'India. Tutti, dal West Bengala agli altri, hanno le loro
leggi anti-terrorismo. Esistono poi un centro antiterrorismo e un servizio di
intelligence centrali. A fianco agli adivasi, che lottano contro la migrazione
forzata, nelle carceri indiane ci sono persone provenienti da tutti i settori
sociali oppressi. Sono inoltre detenuti prigionieri politici appartenenti a
organizzazioni rivoluzionarie e i maoisti. Nel Nord Bengala, ci sono
prigionieri che solo lottato per una vita migliore. In India, in nome della
lotta al terrorismo, l’intero movimento giovanile è criminalizzato. Il
movimento in Manipur è uno degli esempi concreti di questi movimenti di
liberazione. Ci sono migliaia di giovani Kashmiri sono stati arrestati in
Kashmir. Ci sono poi centinaia di aree, come in come Jharkhand e Chhattisgarh,
che hanno una propria lingua, e qui i prigionieri lottano per usare in carcere
la loro lingua madre. I prigionieri maoisti subiscono un trattamento
particolare. In Manipur ci sono prigioni costruite appositamente per loro.
Quando i prigionieri maoisti si organizzano, vengono mandati in carceri in
Manipur, dove sono sottoposti all’isolamento individuale.
La detenzione imposta ai prigionieri palestinesi nelle
carceri israeliane non è diversa. Dal 1967, l'occupazione israeliana della
Palestina, più di 60 mila militanti della la resistenza palestinese sono stati
arrestati e imprigionati. All'inizio della seconda intifada, nel 2000, 1500 palestinesi
furono arrestati. Il numero di palestinesi arrestati nel 2005 è stato 8.500. A
partire dal 1995, lo Stato di Israele ha trasferito i prigionieri palestinesi in
carceri in territorio israeliano. Il numero dei bambini palestinesi detenuti
nelle carceri israeliane non è mai sceso sotto i 100. Bambini giudicati e
condannati da tribunali ordinari. Uno dei principali attacchi cui le donne
prigioniere palestinesi nelle carceri israeliane sono esposti è lo stupro.
Oltre alle torture fisiche, nelle carceri israeliane si pratica anche
un’intensa pressione psicologica. Sui prigionieri palestinesi nelle carceri
israeliane si applica anche l’isolamento individuale. Ogni prigioniero
palestinese è isolato individualmente per impedire che si veda con gli altri. I
diritti della difesa sono gravemente limitati e a volte per punizione i
prigionieri sono tenuti in isolamento anche per 60 giorni in cui non gli è
permesso nessun contatto.
Gli Stati Uniti, pionieri nelle pratiche tortura e isolamento,
dopo l'11 settembre hanno ulteriormente accentuato l'isolamento dei detenuti.
Almeno ottomila persone catturati in varie parti del mondo per attività antiamericane
sono detenute negli Stati Uniti in prigioni segrete appositamente costruite.
Inoltre, i prigionieri negli Stati Uniti sono divisi in centinaia di categorie.
Ci sono prigionieri appartenenti a movimenti di liberazione nazionale e anti-
razzisti, per esempio dei movimenti degli indigeni dei neri e afroamericani,
portoricani messicani liberazione e dei movimenti antimperialisti
nordamericani. Sono inoltre detenuti in negli Stati Uniti prigionieri provenienti
da varie parti del mondo: Colombia, Palestina, Egitto e Irlanda. Ci sono anche
detenuti appartenenti a movimenti ambientalisti radicali e per i diritti degli
animali.
Ecco alcuni dei metodi usati dall’imperialismo per eliminare
o tenere sotto controllo le resistenze, attraverso arresti e incarcerazioni.
1 . Basi militari locali e internazionali utilizzate come centri
di detenzione e carceri.
2 . Costruzione e uso di prigioni e centri di detenzione
segrete un patria e all’estero.
3 . Incarcerare e torturare i resistenti servendosi di stati
dipendenti.
4 . Costruzione e uso di carceri di sicurezza e centri di
detenzione privati.
5 . Sforzi per imporre leggi penali degli Stati Uniti in
altri paesi.
I prigionieri politici nelle carceri messicane subiscono lo
stesso trattamento dei prigionieri politici negli altri paesi. Nelle prigioni
messicane si applicano pratiche simili per avere prigionieri politici arrendevoli
e sottomessi. Sono centinaia i prigionieri politici in Messico. In Messico ci sono
due tipi di carceri. I carceri regionali, dove molti detenuti si trovano nella
stessa cella, e i carceri Cefferas di massima sicurezza, dipendenti
dall’organismo federale di Pubblica Sicurezza. Molti prigionieri politici sono
detenuti in questo tipo di prigione. Il governo messicano ha mai ammesso l'
esistenza ha di prigionieri politici. I prigionieri politici in Messico sono reclusi
per reati di droga. Trascorro in cella 23 ore e mezzo, gli concessa solo
mezzora d’aria, ma le mura di cinta sono tanto alte che non riescono neppure a
ricevere la luce del sole. I prigionieri sono minuziosamente perquisiti prima di
andare all’aria, sono denudati e umiliati con degradanti perquisizioni anali. I
prigionieri che so ribellano sono torturati. I diritti della difesa sono
ristretti e per punizione le consultazioni con gli avvocati possono essere
impedite. I libri non sono ammessi e sono privati di ogni altra attività sociale.
Tutte queste pratiche e punizioni hanno un solo scopo: quando
le classi dominanti non riescono ad assimilare e rompere le agitazioni e
resistenze delle massa, applicano questi trattamenti disumani sui rivoluzionari,
i comunisti e i patrioti, perché si arrendano. Per ottenerlo si spendono milioni
di dollari per la costruzione di nuove carceri di massima sicurezza.
Ovunque nel mondo, motivo e scopo principale dell’isolamento
dalla società dei prigionieri politici in carceri cellulari o in prigioni di
massima sicurezza private è negare ai prigionieri i diritti umani fondamentali,
negare i diritti che si sono conquistati, costringere i prigionieri alla solitudine
disperdendone l'organizzazione, separarli dalla solidarietà, interrompere ogni
loro attività sociale, culturale e sportiva per tagliare ogni legame con la
vita quotidiana condannarli all’isolamento e alla tortura perché tradiscano la
loro causa.
In tutti i paesi in cui ci sono prigionieri politici, i media
della borghesia sono complice. Quei media borghesi che presentano il carcere
come un luogo piacevole, che hanno sempre nascosto al pubblico la verità delle atroci
torture e maltrattamenti che si praticano nelle prigioni. Negli USA i media
borghesi hanno sempre taciuto. Mentre nelle carceri in Turchia avvengono le
peggiori violazioni dei diritti umani, i media borghesi nascondono e distorcono
i fatti. Quando le lotte nelle prigioni fanno morti e feriti non se dà nessuna
notizia. Chiaramente, lo stesso avviene in Messico, India, Brasile e altri
paesi.
Nella storia si sono viste resistenze di rivoluzionari e
patrioti prigionieri alla tortura, alla repressione e violazione dei diritti
nelle carceri. I prigionieri politici hanno segnato una linea continua di
resistenza contro ogni tipo di pressione, repressione e massacro da parte della
borghesia imperialista e dei suoi boia. Qualche volte queste resistenze hanno
vinto e portato alla riconquista di diritti, difendendo la dignità dei
rivoluzionari. I prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, i resistenti
iracheni ad Abu Ghraib, i prigionieri politici in India, Iran, Brasile,
Messico, Stati Uniti e Turchia hanno prodotto resistenze determinate che sono
diventati degli esempi. Sono gli imperialisti americani, i supervisori e istruttori
di tortura, in particolare in America Latina, Medio ed Estremo Oriente. A
quanti sono stati rilasciati da Abu Ghraib, sono state applicate restrizioni speciali
per assicurarsi il loro silenzio.
La crisi economica del sistema imperialista continua a
crescere. La crisi ha prodotto la crescita di disoccupazione e povertà. Dal 2008
la crisi economica mondiale iniziata negli Stati Uniti ha continuato ad
estendersi. Ora la crisi si concentra in Europa. La crisi economica colpito
tutti i paesi, senza eccezioni, Grecia, Italia, Spagna, ecc. E in molti paesi
la crisi economica si è trasformato anche in impossibilità governare. Gli
imperialisti europei hanno tentato di salvare paesi come la Grecia con
programmi di aiuti finanziari, come soluzione temporanea, ma ora anche questo soluzioni
temporanee sono inefficaci. In un mondo in cui la disoccupazione e la povertà
stanno aumentando in maniera incontrollata, il sistema imperialista e le
borghesie dei paesi che ne fanno parte scaricano il peso della crisi sulle
spalle della classe operaia e dei lavoratori. Proletari e masse oppresse
rispondono “non abbiamo causato noi questa crisi e non vogliamo pagarne il
prezzo”.Aumentano la resistenza, alzano la voce con scioperi generali,
prendendosi le strade e scontrandosi con la polizia.
La borghesia imperialista e i suoi lacchè prendono
provvedimenti sempre più drastici contro lo sviluppo della resistenza sociale. Inaspriscono
della repressione di Stato con nuove leggi anti-terrorismo e leggi speciali,
minacciando ancora di più la società. Inevitabilmente, nei prossimi anni i luoghi
di detenzione cresceranno e si moltiplicheranno ancora. Le prigioni
diventeranno sempre di più un problema sociale. Ma è impossibile spegnere il
sole, gli imperialisti e i loro servi hanno paura della vita, delle idee dei
rivoluzionari e comunisti. Quando parleranno di democrazia, di diritti umani,
sarà chiaro a tutti che sono menzogne e ipocrisia.
Tutte le inchieste condotte finora hanno dimostrato che i
prigionieri politici e i cosiddetti detenuti comuni, si trovano prima o poi ad
affrontare le seguenti realtà
1 Il numero dei carceri cellulari aumenta in tutto il mondo
2 I detenuti nei carceri cellulari sono abbandonati alla
solitudine.
3 La tortura sta diventando sistematica
4 La vita collettiva dei rivoluzionari è proibita
5 Gli spazi di vita comune sono eliminati
6 Le attività culturali, sociali e sportive sono soppresse
7 Isolamento dei prigionieri gli uni dagli altri, allo scopo
deliberato di annientarne ogni sentimento umano, si spersonalizzarli e infine
di costringersi ad arrendersi
8 Limitazioni delle visite dei familiari e o loro
sospensione per un certo periodo per isolare socialmente i prigionieri.
9 Restrizione dei diritti della difesa, impossibilità per
avvocati di accedere agli elementi accusatori e carte processuali.
10 Divieto di leggere libri, riviste, giornali, ascoltare e
guardare radio e televisione, di informarsi.
11 Negazione del diritto a difendersi nella propria lingua madre.
In seguito all’applicazione di queste ed altre simili pratiche
si producono effetti devastanti, documentati dalle lettere dei prigionieri e
molte altre inchieste:
1 . Disagio emotivo e la paura di contatti
2 . Anoressia
3 . Irritabilità estrema
4 . Perdita di sensibilità sensoriale e capacità di
attenzione
5 . Estraniamento dalla realtà
6 . Capacità di orientamento e atrofia
7 . Perdita di orientamento e abilità
7 . Perdita di orientamento e abilità
8 . Allucinazioni
9 . Stato costante di tensione
10 . Riduzione della capacità di pensiero
11 . Amnesia
12 . Difficoltà a parlare
13 . Distorsioni percettive e percezione errate
14 . Danni ai centri dell’equilibrio
15 . Disagio dalla luce, sensazione di essere oppressi da qualsiasi
cosa
16 . Ipersensibilità al rumore
17 . Pensieri suicidi
18 . Perdita di peso
19 . Disabilità visiva
Oltre a queste ci sono numerose malattie causate dalle
condizioni delle carceri. Tra queste: tubercolosi, epatite, malattie renali,
sanguinamento dello stomaco, insufficienza cardiaca, cattiva postura e dolore
al collo causate delle torture, emicranie violente, sinusite, artrite, malattie
reumatiche.
Alla luce di questi fatti tesi le organizzazioni firmatarie
convocano e invitano tutte le organizzazioni democratiche e di difesa dei
diritti umani a partecipare al Symposium internazionale sulle carceri che si
terrà a Istanbul, Turchia il 25-26-27 Aprile 2014, a sostegno dei prigionieri
politici, per denunciare il trattamento che subiscono, per lottare per i diritti
dei prigionieri politici, contro l'impunità di chi tortura e maltratta i
prigionieri, perché siano rivelate le prigioni segrete degli Stati Uniti, perché
in tutto il mondo sia riconosciuto ai rivoluzionari lo status di prigionieri
politici, per l'abolizione dei carceri cellulari, per porre fine alle violazioni
dei diritti della difesa, per il riconoscimento al diritto alla difesa nella
lingua nativa
Partecipano:
Confederazione dei lavoratori dalla
Turchia in Europa (ATiK), Comitato Internazionale di Solidarietà coi
Prigionieri Politici (UPOTUDAK) Federazione dei lavoratori dalla Turchia in
Germania (ATiF), Federazione dei lavoratori e giovani dalla in Austria (ATİGF),
Federazione dei lavoratori dalla Turchia in Olnada (HTİF), Federazione dei
lavoratori dalla Turchia in Svizzera (İTİF), Confederazione dei lavoratori
dalla Turchia in Europa – Gioventù di Muova Democrazia (ATiK-YDG), Confederazione
dei lavoratori dalla Turchia in Europa – Donne Nuove (AtiK- YK), Confederazione
per I Diritti Democratici in Europa (ADHK), Federazione per i Diritti
Democratici in Germania, (ADHF) Federazione per i Diritti Democratici in
Svizzera (İDHF), Federazione per i Diritti Democratici in Francia (FDHF), Centro
Culturale Cento Fiori , Londra (YÇKM), Federazione per i Diritti Democratici in
Austria (ADHF), Movimento democratico delle Donne in Europa (ADKH), Movimento
democratico dei Giovani in Europa (ADGH), ALINTERI-Europa, Proletariato
Rivoluzionario (Devrimci Proleterya) Un Mondo da Vivere (Yaşanacak Dünya), Comitato
di Solidarietà coi Prigionieri Politici (AÖTDK), Confederazione degli Oppressi
Rifugiati in Europa (Aveg-KOM), Federazione
dei rifugiati in Germana,(AGİF), Associazione dei Lavoratori Rifugiati a Parigi
(ACTİT), Associazione dei Lavoratori Rifugiati in Svizzera (İGİF) Collettivo degli
Oppressi Rifugiati in Belgio (BEGK), Commissione per un Soccorso Rosso
Proletario, PCm Italia
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