giovedì 9 gennaio 2014

pc 9 gennaio - PERCHE' IL PROCESSO A RIVA/ILVA DIVENTI PROCESSO NAZIONALE - VERSO IL CONVEGNO DELLA RETE DI SABATO 11

manifestazione Direzione Ilva del 22.3.2013
A due giorni dal Convegno della Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e sul territorio, con la presenza dell'Avv, di Torino, dei processi Eternit e Thyssen, Sergio Bonetto, che si tiene sabato 11 gennaio dalle ore 9,30 alle 13 presso biblioteca comunale p.le Bestat, riportiamo stralci della introduzione del precedente convegno del 22 marzo 2013 - che concluse le iniziative di lotta alla Direzione e portinerie Ilva nello stesso giorno.

Il 22 marzo come l'11 gennaio, con la Rete vogliamo sottolineare che il processo che si aprirà quest'anno a Riva/Ilva sarà il processo nazionale probabilmente più importante degli ultimi anni sul tema, attacco alla salute, morti per il profitto padronale.
Un processo che in un certo senso riassume e compendia tutti i processi in questa materia che si sono svolti e si svolgono in tutti i tribunali italiani: il processo a Padron Riva e al suo sistema che ha prodotto morti sul lavoro e da lavoro e inquinamento in fabbrica, nei quartieri popolari, in una intera città.
La Rete nazionale si impegnerà ad essere il terminale unitario agente e organizzato locale e nazionale di questo processo ai padroni assassini, alla nocività del capitale, ma anche allo Stato e ai governi dei padroni, al sistema di leggi e di (NON) controlli in materia di sicurezza e salute dei lavoratori e cittadini che hanno prodotto questa realtà.
Un processo giudiziario, ma anche, quindi, politico e sistemico, il cui sviluppo non va lasciato nelle aule dei tribunali e agli addetti ai lavori. bisognerà farne innanzitutto un processo popolare, attraverso la costituzione di parte civile in forma associata gratuita e di massa di operai, lavoratori, cittadini dei quartieri colpiti, che possa permettere alle masse di pesare, esprimere la loro voce e ottenere un risarcimento di ogni genere e e tipo.

manifestazione port.A del 22.3.13
Avv. Bonetto con Giud. Guariniello


DALL'INTRODUZIONE DEL CONVEGNO DELLA RETE NAZIONALE DEL 22 MARZO 2013

... a Taranto si combatte una battaglia decisiva per l’intero movimento dei lavoratori, per tutta l’opposizione, per tutti i cittadini le masse popolari che vogliono tutelare la loro salute e territorio...

...La Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori ha combattuto in questi anni per fare della sicurezza sul lavoro un tema centrale nella lotta sociale e politica in questo paese, certo avendo come obiettivo l’adozione di leggi, di misure, la conduzione di processi, articolando diverse proposte in questo senso, ma sempre tenendo la visione generale della necessità di trasformare l’intero sistema, perché abbiamo ben chiaro che non è possibile fermare in questa società la catena di morti sul lavoro e da inquinamento senza rovesciare i padroni di questa società, i padroni delle fabbriche, della
finanza, i partiti politici e i sindacati legati ai partiti politici e ai governi dei padroni, che fanno sì che nelle fabbriche si sa quando si entra ma non se e come se ne esce e fanno sì che, all’esterno, quelle stesse fabbriche diventino, invece che fonti di benessere, fonti di morte.
La Rete è nata per questo e continuerà questo suo lavoro, siamo una Rete oggettivamente anti-istituzionale, perché non ci sentiamo rappresentati da nessuno, né dai partiti, né dai sindacati confederali, né dal governo; ma questo non ci ha impedito di mettere insieme di volta in volta le forze per pesare nel confronto con istituzioni e governo... parlamentari hanno spesso partecipato alle iniziative
della Rete promettendo il loro impegno. Tra queste, quella per una corsia preferenziale che acceleri i processi per responsabilità sulle morti sul lavoro o quella perché sia accettata senza altre condizioni la costituzione di parte civile negli stessi processi delle associazioni di familiari e sindacali anche dei lavoratori superstiti, restano battaglie ancora tutte da fare e vincere...

...La Rete afferma con forza che la trincea principale della lotta per la difesa della vita degli operai è la fabbrica e che gli operai hanno bisogno di avere più forza e più potere in fabbrica per contrastare le morti sul lavoro. Per questo la Rete ha proposto l’estensione per legge delle prerogative degli RLS, che devono essere tutelati durante e dopo il loro mandato per evitare la situazione di oggi in cui là dove gli RLS non sono corrotti o acquiescenti, gli si impedisce di svolgere la loro funzione, e alla fine vengono perseguitati e perfino licenziati se operano seriamente.
Per noi gli RLS devono avere potere ampio in fabbrica per muoversi, controllare, bloccare impianti, senza rischiare di essere puniti per questo. Abbiamo chiesto che gli RLS non siano nominati da un sindacato, perché la sicurezza non può dipendere dal sindacato da cui si appartiene, la carica degli RLS non può essere la riserva per i delegati RSU trombati alle elezioni, ma che siano eletti su scheda bianca da tutti gli operai della fabbrica, indipendentemente dalla loro tessera sindacale, per dagli un’investitura generale che sussidi il potere che necessariamente deve avere per incidere realmente...
Senza il potere degli operai in fabbrica, attraverso le loro organizzazioni sindacali, i loro RLS nessuna lotta per la sicurezza è realmente vincente e non c’è magistrato o legge che garantisca la vita dei lavoratori. Senza potere dei lavoratori in fabbrica non è possibile bloccare alla fonte le ricadute delle lavorazioni sul territorio che in alcuni luoghi sono diventate realtà tanto drammatiche...

...Tutto questo la Rete ha sostenuto in questi anni e non lo ha fatto aspettando i magistrati, aspettando che ci scappasse il morto, si è battuta perché i vivi facessero questa lotta, perché non fossero invece, per così dire, i morti a seppellire i vivi, come nel caso in cui si ipotizza la chiusura della fabbrica dove invece la classe operaia potrebbe avere la forza materiale per cambiare lo stato delle cose.
È giusto che a Taranto tutti operai, cittadini si sollevino, ma questa non è questione che appartiene alla sola Taranto. l’Ilva è la grande fabbrica del paese, la seconda in Europa, una delle più gradi nel mondo. Questa battaglia si vince su scala nazionale e internazionale.

La città è perdente se risponde solo e soltanto come città. È perdente se pensa che le istituzioni, che hanno sostenuto Riva, possano essere una soluzione. Tutte le istituzioni, nessuna esclusa.
Dunque la Rete è qui innanzitutto per dare il suo apporto alla battaglia in corso a Taranto, per portare l’Ilva di Taranto ovunque, in ogni processo...

...A Taranto il processo contro Riva riguarda migliaia di lavoratori e cittadini e allora si può capire che se non si mettono in rete le esperienze positive che ci sono state ai processi Thyssen ed Eternit così
come quelle negative che ci sono state in tanti altri processi finiti nel nulla, non si riuscirà neanche a Taranto a ottenere un minimo di giustizia...

È giusto che cittadini e lavoratori siano molto diffidenti verso sindacati che non li hanno tutelati. È giusto che nei processi si associno in associazioni che possano garantire tutti e non lasciare il singolo lavoratore o cittadino nelle mani dell’avvocaticchio di turno a caccia pubblicità.
La Rete è anche uno strumento di questo tipo. Uno strumento di mobilitazione di proposta di piattaforme, di sensibilizzazione generale e organizzazione particolare affinchè i lavoratori ottengano ciò che vogliono ed è necessario che ottengano se si vuole mettere fine all’orrore senza fine delle morti da lavoro e da inquinamento.

La Rete prende nelle sue mani questa battaglia nazionale, nel confronto con quelle realtà che con la Rete vogliono confrontarsi, per fare insieme questa battaglia, insieme sotto le bandiere della lotta per il lavoro, la sicurezza e la salute....”

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