giovedì 10 maggio 2012

pc 10 Maggio - Elezioni a Palermo: Astensionismo in crescita, partiti borghesi in calo e il movimento rivoluzionario?


Il primo turno delle elezioni amministrative palermitane offre interessanti spunti su cui ragionare.
Il dato significativo è l’aumento non indifferente della percentuale di astenuti rispetto alle precedenti elezioni amministrative del 2007 di 8,53 punti percentuali.
Nonostante il dibattito sul futuro sindaco abbia investito, com’è normale che sia, tutta la cittadinanza e i settori sociali, il 36,76% dell’elettorato non è andato a votare; a questa percentuale come segno di dissenso/protesta va aggiunto il 5,66 per cento di schede annullate e l’1,8 per cento di schede bianche per un totale di 44,22 per cento di elettorato che ha “votato” contro la farsa elettorale e tutti i suoi “concorrenti”. Il “partito del non voto” è oggettivamente il primo partito di maggioranza relativa in città che non ha fiducia nelle istituzioni cittadine che a Palermo praticamente da sempre non sono in grado di garantire diritti fondamentali ed essenziali come il lavoro, l’istruzione, la sanità, il rispetto dell’ambiente ecc.
Una sfiducia totale verso le vecchie e “nuove” facce tutte in continuità con le precedenti amministrazioni comunali a partire da Cammarata e andando a ritroso fino ad Orlando.

Il restante 55,78% dell’elettorato ha distribuito il suo voto come segue:

Il primo partito eletto è Italia dei Valori (in controtendenza col dato nazionale, qui pesa l’effetto “sinnacorlando”) con il 10,25%, seguono il PDL con il 8,33%, il PD con il 7,75%, l’UDC con il 7,65 %, l’MPA del governatore della regione Lombardo con il 7,54%, “Amo Palermo” (lista civica della candidata a sindaco Marianna Caronia exMPA) con il 6,25% seguita dalla lista “Ora Palermo Lista Ferrandelli” con il 6,21% alla pari con Grande Sud (creatura politica di Miccichè ex PDL), infine ultima lista ad ottenere una rappresentanza è “Cantiere Popolare” (altra lista legata alla candidata a sindaco Caronia) con il 6,17%. Tutte le altre liste non hanno superato lo sbarramento del 5%.

Il dato principale che emerge è che la metà dell’elettorato che ha scelto di esprimere una preferenza alle urne ha penalizzato la giunta uscente capeggiata dal PDL (nella “roccaforte” berlusconiana non arriva al 10%), secondariamente i partiti che appoggiano direttamente il governo nazionale Monti che hanno superato lo sbarramento PD-PDL-UDC arrivano, tutti insieme  (!), al 23,73% : una sfiducia in generale verso i sostenitori del governo “tecnico”antipopolare e antioperaio di Mario Monti.

Tra le liste che non superano lo sbarramento e che quindi non avranno rappresentanza in consiglio comunale vi sono i finiani di Futuro e Libertà, i rutelliani dell’API, SEL, Rifondazione Comunista-PDCI-Verdi riuniti in un’unica lista, il Movimento 5 stelle di Grillo, l’Udeur di Mastella e il PCL oltre a diverse liste civiche.

Per quanto riguarda i candidati a sindaco vanno al ballottaggio Leoluca Orlando con il 47,43% sostenuto da IDV e la lista “La Sinistra e gli ecologisti per Palermo” (Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani e Verdi) e Fabrizio Ferrandelli con il 17,35% sostenuto da PD, la propria lista civica, SEL, e Vizzini Riformisti per Palermo (ex PDL).
Massimo Costa sostenuto da PDL, UDC, Grande Sud e dalla propria lista civica raccoglie un modesto 12,60%, Alessandro Aricò sostenuto da Futuro e Libertà, API, MPA e liste minori si attesta ad un 8,72%, Marianna Caronia sostenuta da Udeur e 3 liste civiche supera di poco il 7%, il candidato grillino Riccardo Nuti arriva al 4,92% , i restanti 5 candidati (l’imprenditore Tommaso Dragotto, Giuseppe Mauro di “Alleanza di Centro”, Rossella Accardo costola palermitana e sconfessata dei Forconi, il trotskista Marco Priulla del PCL e il nazista di Forza Nuova Gioacchino Basile) sono tutti al di sotto dell’1%.

Il circolo di Proletari Comunisti Palermo è stata l’unica forza politica proletaria e rivoluzionaria ad aver preso e praticato la chiara posizione del boicottaggio elettorale attivo, irrompendo e disturbando la campagna elettorale nel suo complesso.
In questa fase in cui un governo di unità nazionale attacca senza precedenti i diritti dei lavoratori e delle masse popolari, è nostro compito stare al fianco di esse, disintossicandole dall’illusione che un cambiamento delle loro condizioni di vita possa scaturire dall’urna.
Soprattutto in questa fase dove quasi la totalità dei concorrenti alla competizione elettorale  appoggia esplicitamente il governo Monti (PD-PDL-Terzo Polo in primis)  o indirettamente (IDV-SEL,  fino ai sedicenti comunisti di Rifondazione e PDCI) che in questa tornata elettorale si sono accordati con il Pd per le liste elettorali e i grillini che come a Torino già governano nella stessa giunta del PD, l’azione rivoluzionaria non può prescindere dal fatto di lavorare perché le masse sfiducino in blocco tutto l’arco politico istituzionale e indicare l’alternativa che risiede solo nella lotta e nell’organizzazione di essa in un soggetto politico alternativo, proletario e rivoluzionario.

In tal senso riteniamo che forze che si richiamino al comunismo, che rifiutano alleanze politiche ed elettorali con i partiti borghesi e scelgono in ogni caso di partecipare alla competizione elettorale, nel caso locale il PCL, sbaglino politicamente per due ragioni: innanzitutto sono corresponsabili nel fomentare l’illusione elettorale tra le masse, secondariamente non rappresentando una forza reale e sociale determinante non incidono nella realtà, anzi rafforzano la confusione tra le masse rispetto al fatto che i “comunisti” sono uno dei tanti partiti in competizione con gli altri.
Non si tratta di essere astensionisti di principio all’anarchica maniera bensì di agire facendo un’analisi concreta della situazione concreta, capendo di volta in volta che azione è utile intraprendere a favore del proletariato nella contesa elettorale, quando è giusto parteciparvi e quando invece è dannoso. Ad esempio il risultato ottenuto ad Avignana dove un candidato sindaco NoTav ha battuto un candidato unitario PD-PDL è ottimo in quanto partendo dall’esperienza di una lotta popolare, anche nella contesa elettorale vi è stata una polarizzazione tra le forze popolari No Tav e quelle della reazione che ne sono uscite sconfitte.
Tornando a Palermo o i soggetti che si richiamano al comunismo valutano la propria partecipazione secondo questi termini (coerenti con il materialismo-dialettico) o si scade facilmente nel cretinismo parlamentare e nell’elettoralismo.

Altri soggetti rivoluzionari in città come i centri sociali e i collettivi studenteschi nonostante molti di essi si rifacciano più o meno esplicitamente all’esperienza del comunismo di diverse aree (autonomia operaia, autogestione, marxismo in generale) in queste settimane hanno ignorato la campagna elettorale come se niente fosse, appiattendosi di fatto ad una posizione di astensionismo di principio di matrice anarchica. A nostro avviso questo è sintomo di un estremismo di posizioni e superficialità/carenza nell’analisi a fronte di un fatto politico (le elezioni) che coinvolge attivamente e/o passivamente la quasi totalità di lavoratori, disoccupati, giovani, donne masse popolari in generale e nonostante questo non si interviene politicamente in questo contesto per accentuare il divario tra masse e Stato da un lato e organizzare le masse contro di esso dall’altro.
In questi giorni di campagna di boicottaggio elettorale attivo il Circolo di proletari comunisti di Palermo è al fianco di quel 44% che ha espresso insofferenza verso questo sistema che ha come strumento principale la farsa elettorale che si ripete ogni 5 anni, è nostro dovere rivoluzionario, provare quantomeno ad orientare e ORGANIZZARE questo dissenso diffuso.
Per questi motivi la settimana prossima il nostro Circolo in occasione del ballottaggio tra Orlando e Ferrandelli scenderà nuovamente in piazza per invitare l’elettorato a sfiduciare in maniera più incisiva i futuri partiti al consiglio comunale e il futuro sindaco che in entrambi i casi sarà espressione locale del governo nazionale ovvero lacrime, sangue e sacrifici per il popolo e privilegi per politici, affaristi e mafiosi.

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