massima adesione e partecipazione
Il network NoTav. “Cosa sta succedendo in Val di Susa?”. “Perchè arrestano i nostri attivisti?”. “Cosa possiamo fare?”. Sul web il passaparola è immediato. Non appena iniziano a trapelare le prime informazioni sull’operazione di polizia che ha portato all’arresto di 26 militanti del movimento No Tav, il “network della Valle” si attiva in modo immediato. Si chiedono spiegazioni precise e dettagliate. Si cerca di organizzare presidi e manifestazioni di protesta. Tante le reazioni: “Dicono che hanno arrestato solo gli antagonisti. Ma è una vecchia storia, la Valle non si ferma”. Poi le domande: “Perché hanno arrestato un consigliere comunale?”.
Facebook e Twitter. La rete dei No Tav si riaccende all’istante. Commenti e post sono centinaia. Numerosi i paragoni con la protesta dei camionisti. Sotto accusa la “disparità di trattamento”. C’è chi scrive: “Perchè è più grave difendere un territotrio che bloccare un Paese intero?”. Ancora, c’è chi prova a rassicurare: “Nonostante gli arresti a raffica saranno pochissimi i reati che potranno contestare”. Ancora: “E’ allucinante che nell’Italia bloccata da forconi e tassisti, le forze dell’ordine non abbiano di meglio da fare che arrestare i No Tav”.
Sabato in piazza. E prende corpo l’idea di una manifestazione. La propone Vittorio Bertola, grillino e candidato sindaco a Torino nelle amministrative della scorsa primavera. Scrive: “Attendiamo di sapere di cosa sono accusati esattamente. Perché arrestare un consigliere comunale in carica solo per la sua partecipazione a una manifestazione politica sarebbe un atto da Ventennio. Sabato pomeriggio manifestazione in centro a Torino”. E in tanti annunciano, per oggi, un presidio a Villarfocchiardo, la città di Guido Fissore, il consigliere comunale arrestato. Poi il comunicato del Movimento No Tav: “Era da tempo nell’aria e questa mattina all’alba puntualmente è scatta un’oprazione di polizia contro il movimento notav. In Valle gli arresti sono due”.
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